Uccidilo e scappa
Lei entrò prese la mira e lo uccise!
Così a bruciapelo, senza un'apparente ragione. Uscì indisturbata non prima di
aver lasciato col suo rossetto rigorosamente rosso sangue la scritta sullo
specchio: "Ed ora prendimi se riesci" Una volta uscita, girò l'angolo
prese il primo taxi che passava di lì e si dileguò. "Certo che...",
pensava lei, mentre il tassista guidava in mezzo al traffico di un sabato sera
come tanti altri...
Ora in verità noi non sappiamo dove lei entrò, di lei
sappiamo che sapeva scrivere ed usava il rossetto, per cui deduciamo di star
parlando di una persona umana di sesso femminile, come del resto suggerisce il pronome usato. Non sappiamo con cosa prese la mira, perché la
mira si può prendere con un'arma da fuoco, ma anche con una ciabatta e non
sappiamo chi uccise: noi ad esempio, gli scarafaggi li uccidiamo "senza una ragione
apparente" ed i buddisti ce lo rimproverano molto infatti!
Non sappiamo a chi era indirizzato il messaggio (magari a quello sporcaccione del
fidanzato che le faceva trovare gli scarafaggi in casa) e neanche dove è diretta la
donna dopo aver ucciso la malcapitata creatura che le è venuta a tiro.
La sensazione tuttavia è che l'autore dell'incipit
voglia parlare di un omicidio ed intenda il messaggio scritto col rossetto come
una sfida alla polizia ed agli investigatori: dovrei accontentarlo? Forse sì, a
voler essere compiacenti, ma questo non è nella mia natura e non vorrei
violentarmi oltre i miei stessi limiti di tolleranza. Mi chiedo perché l'autore
dell'incipit ha scelto una donna come assassina: statisticamente parlando, la
violenza è un comportamento decisamente prevalente nel genere maschile, per
questioni ormonali e di struttura fisica con riferimento alla percentuale di
massa muscolare posseduta. Le donne, dotate di istinto protettivo materno ed
etichettate nella nostra cultura come creature dolci e sottomesse, è meno
frequente che siano delle assassine, ma quando lo sono il loro personaggio
genera emozioni violente nel pubblico.
Una donna assassina viene vista come infida ed
ingannevole perché cela la propria natura omicida dietro l'aspetto innocuo
(meglio se anche attraente e docile) di una donna. Forse dunque l'autore
dell'incipit ha inteso usare questo piccolo artificio letterario per rendere
più avvincente la storia o forse, attraverso la presentazione di questo
personaggio, si vuole che emergano allo scoperto i sentimenti e le paure dei
diversi autori rispetto alla femminilità: quella specie di "buco nero" che a molti uomini fa tanta paura. Incidentalmente l'autore
dell'incipit è un uomo o quanto meno il suo nickname ed il suo avatar sono maschili,
poi non sappiamo cosa sia in realtà perché in questo spazio interagiamo con gli
avatar e conosciamo poco le persone che questi celano. Insomma bando alle
chiacchiere: io immagino di avervi già stancato e voi volete il mio sviluppo della
storia. Non posso attenermi alla versione: uccisione di una blatta, perché
quella l'ho già spiattellata e vi rovinerei la risata finale. Devo escogitare
qualcosa d'altro. Eccomi dunque:
"Certo
che mai avrebbe pensato di imparare proprio quel mestiere, né che un giorno proprio
quello che le aveva insegnato suo padre nella fattoria dove era cresciuta,
sarebbe stato il lavoro che le permetteva di vivere agiatamente in città, ma
soprattutto mai avrebbe pensato di incontrare un uomo così apparentemente rude
ed indifferente, tanto simile al suo grande papà, come questo suo ultimo
cliente, il signor Robert".
Sorrise
rivedendolo con gli occhi della sua immaginazione. Robert era un
bell'uomo alto e robusto e lei non riusciva a capire per quale motivo
continuasse a chiamarla per liberare i suoi terreni dalle bestie selvatiche:
serpenti soprattutto, alcuni dei quali anche pericolosi! Possibile che uno così
non fosse capace di sbrigarsela da solo? Lei glielo aveva anche chiesto una
volta, giusto con quel velo di ironia canzonatoria, ma Robert non aveva battuto
ciglio e non se l'era presa a male: le aveva solo risposto che non aveva tempo
di mettersi a cacciare i serpenti. Poi le aveva girato le spalle proprio come
se non gliene fregasse nulla e lei si era sentita punta e sminuita nelle sue
capacità. Dare la caccia agli animali che infestavano la fattoria era una delle
piccole grandi eroiche avventure per le quali da piccola ammirava suo padre,
tanto che crescendo lo implorava di permetterle di accompagnarlo ed aiutarlo,
ma aveva dovuto penare parecchio perché, ad insindacabile giudizio dell'uomo,
non era mai abbastanza grande!
Gli uomini a
volte ti trattano come una deficiente, magari credendo di essere galanti e
protettivi: per questo a 14 anni un giorno lei prese da sola l'iniziativa e
riuscì ad uccidere il suo primo serpente: apparteneva anche ad una specie
velenosa, perciò quando suo padre se ne rese conto le toccarono rimproveri e punizioni, ma in qualche modo riuscì a spuntarla. Considerata la testardaggine
della ragazza infatti, dopo quella volta il padre cominciò ad insegnarle come
fare: lui usava degli archi o delle lance per avvicinarsi abbastanza e colpire
silenziosamente. Lei rivelò fin da subito un'abilità innata nel tendere agguati
ed una mira eccellente. La campagna però l'annoiava: non c'era mai niente da
fare, specie la sera! Fu per questo che dopo la morte del padre aveva preferito
trasferirsi in città. Aveva fatto un po' di tutto come lavoro ed alla fine
quasi per caso, per la richiesta di aiuto di un amico, aveva cominciato a
disinfestare terreni e fattorie da animali indesiderati. Non si aspettava però
di essere tanto richiesta e di guadagnare così bene. Oltretutto la cosa la
divertiva: ogni spedizione era una piccola avventura che vivificava il suo
puerile entusiasmo.
Poi da alcuni
mesi era arrivato questo signor Robert, che aveva bisogno di lei così spesso da
farle perfino sospettare che lui lo facesse apposta e li andasse proprio a
cercare gli animali da mettere in giro nella sua fattoria. Storse leggermente
la bocca, questa volta aveva superato se stesso: un serpente in casa e (guarda
un po') in camera da letto! Cosa credeva? Che lo avrebbe aspettato? A questo
punto i suoi sospetti erano confermati e davvero le importava poco di essere
pagata, ma voleva che lui andasse a cercarla, voleva vederlo senza quella
maschera di noncuranza. Sorrise: il malcapitato aveva solo un numero di
telefono che lei usava esclusivamente per lavoro ed avrebbe tenuto spento nel weekend,
non poteva avere certo il suo indirizzo. Ora sarebbe cominciato il
divertimento. Si stiracchiò sul comodo sedile del taxi e cominciò a pensare
agli amici che la stavano aspettando nel loro locale preferito: chissà se
Matteo sarebbe venuto stasera dopo la sfuriata che gli aveva fatto l'ultima
volta...
Cara Sfinge, confesso che dalla foto mi sono ritirato i serpenti mi fanno paura.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Sì è vero che fanno paura, ma sono anche creature affascinanti Tomaso.
EliminaGrande Inge.
EliminaGrazie Gus
EliminaOriginalissima!
RispondiEliminaProprio non ce la facevi ad uccidere il marito fedifrago?!
Io avrei anche nascosto il cadavere per bene. Ahahahah
Ahahahah ma no, la prima idea è stata ciabattare una blatta, poi ho dovuto cambiare come vedi, ma... qualche storia di omicidio mi pare di averla scritta in passato. Non so: chiedo venia :-D
Eliminainteressante e originale post Sfinge mia, dalla descrizione di come la donna viene rappresentata alla pratica dell'uccisione, non sempre consona all'animo femminile anche su animali non proprio teneri al vedersi.
RispondiEliminaGrazie per questo tuo mitico racconto.
Un bacio serale
Grazie Nella!
EliminaGracias Yono.
RispondiEliminaCon questa storia, ho pensato subito alla mantide, che uccide il maschio dopo la riproduzione.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Beh, anche le api con i fuchi non scherzano!
EliminaSecondo me non è proprio così a proposito delle donne: hanno parecchio sangue freddo che pochi uomini condividono. Però è molto più semplice raffigurarle come l'anello debole della catena anche dal punto di vista letterario.
RispondiEliminaLe prime serial killer della storia furono un gruppo di donne che in epoca romana uccisero con il veleno diverse persone. E per non essere a loro volta uccise dopo essere state scoperte preferirono suicidarsi con la loro stessa arma. Mi piace come hai proseguito l'incipit, io sto ancora riflettendo sul mio.
Le donne possono avere sangue freddo, non tutte lo hanno. Quasi tutte le donne, come la maggior parte delle femmine di altre specie animali, diventano molto aggressive se si tratta di difendere la cucciolata. Il veleno è una tipica arma femminile: in quanto nutrici possono anche avvelenare ed a volte lo fanno consapevolmente. Grazie del tuo apprezzamento Mariella!
EliminaSolo a veder la foto che hai messo, il mio sangue freddo e diventato acquetta!
RispondiEliminaHo il terrore dei serpenti! bleah!
Il tuo finale invece mi è piaciuto. Hai fatto bene ad andare fuori dagli schemi. Ci andrò anch'io col mio.
In questo gioco, ognuno può proseguire il raccontino come preferisce senza problemi :)
Non sapevo che fossero state delle donne a dare il via ai serial killer. Curioso! Non so perchè ma ho sempre pensato che fosse più un "problema" maschile.
Ciaooo
Lo stesso effetto che ha fatto a Tomaso, ma io non ho mica detto che siano state le donne a dare il via ai serial killer: mi sembrava di avere detto il contrario!
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