Morire d'amore: Eros e Thanatos dalla leggenda alla cronaca
Esistono situazioni in cui trovare le parole giuste è impossibile, ma tacere è sbagliato e vile: una situazione folle, una sorta di "doppio legame" che ci tormenta e ci confonde talvolta fino a paralizzare ogni nostro pensiero. Una sensazione che ciascuno di noi, soprattutto se donna, rischia di sperimentare di fronte all'incalzante bombardamento delle cronache, che ogni giorno nell'ultima settimana raccontano di violenze efferate contro le donne, assassinate senza risparmiare loro le più atroci sofferenze conosciute nel perverso immaginario umano. Appena una settimana fa a Roma la morte di Sara Di Pietrantonio, solo 22 anni, vessata, inseguita, strangolata ed infine bruciata viva dall'uomo che diceva di amarla. Pochi giorni dopo è la volta di Michela Baldo, 29 anni, di Spilimbergo, vittima di un suicidio faraonico, per così dire: sembra infatti che il faraone (almeno nelle prime dinastie) venisse sepolto con concubine, schiavi ed animali domestici, obbligati ad accompagnarlo nell'aldilà e perciò sacrificati per l'occasione. Un'usanza poi superata dall'avanzata civiltà egizia ed in merito alla quale sembra sia ancora aperto un dibattito fra gli studiosi.
Un cerimoniale, che in qualche modo, fino ai nostri giorni, esprime una sorta di culto religioso del divino IO capace di contenere compiutamente origine e distruzione del proprio universo: caos, vita e morte. Eros del resto non era forse figlio del caos nell'antica mitologia? I conti dunque tornano, ma non proprio con esattezza, perché la conta si protrae all'infinito con ripetizione periodica dei due stili fondamentali: etero-aggressivo (il più frequente) ed auto-etero-aggressivo (anche di questo si registrano una sostanziosa quantità di episodi, benché la casistica sia un po' meno nutrita). Un numero periodico fisso, cioè un ciclo ripetuto sempre allo stesso modo.
La modalità del suicidio faraonico di Pordenone si ripete compiutamente e si amplifica a Taranto, dove un uomo ha ucciso non solo la moglie, Federica De Luca di 30 anni, ma anche il figlioletto di soli 4 anni, prima di porre termine alla propria vita. Di ieri invece la notizia di una maestra uccisa in provincia di Verona, Alessandra Maffezzoli di 46 anni, accoltellata ripetutamente e finita poi con un colpo alla testa che le ha sfondato il cranio. Leggendo i dettagli nelle cronache ci si può rendere conto che la maggiore efferatezza fino alla tortura vera e propria della vittima prima dell'assassinio è quella manifestata dagli uomini che vogliono solo uccidere, ma non suicidarsi: questo aspetto sembra indicare che si tratta in sostanza di due condizioni diverse in alcuni elementi essenziali. Nel caso del femicidio-suicidio si tratta di un universo che finisce e torna ad essere inghiottito dallo stesso caos che l'ha generato, invece tormentare ed uccidere l'oggetto del proprio desiderio suona più come una rivalsa narcisistica, un'affermazione di superiorità e di dominio non declinabile altrimenti.
L'unica cosa che sicuramente hanno in comune questi assassini è in assoluto l'incapacità di percepire l'altra persona come persona per se stessa, piuttosto che come un riflesso deformato e deforme del proprio rabbioso bisogno di affermazione e trionfo. La cultura, il costume sociale certo hanno il loro peso, ma la volontà di uccidere, lo "stomaco" di reggere senza disgusto e perseverare nella tortura fino all'annullamento e/o morte dell'altro, quelle sono caratteristiche molto personali...
Amare considerazioni intorno all'immenso dolore che questa scia di sangue lascia anche dentro di noi.
RispondiEliminaTi voglio bene significa che io voglio il tuo bene: non è ammissibile riversare questa affermazione di amore per l'altro nell'atto più feroce che l'essere umano possa compiere!
Venendo ad argomenti più leggeri, mi fa molto piacere la tua intenzione di partecipare al gioco dell'ospite, parole di contorno è sempre pronto per accoglierlo!
:-)Marilena
Ciao Marilena! Si infatti distogliere il pensiero viene in automatico, una specie di vuoto mentale anche :-(
EliminaIl gioco che tu hai proposto mi sembra carino ed io scrivo di cucina di tanto in tanto, sicché... a presto!