OMS: 38 milioni di morti all'anno per NCD
Il lavoro per il controllo e la prevenzione delle malattie non trasmissibili (Non Communicable Diseases) non ha sortito i risultati sperati: "i progressi sono stati insufficienti ed irregolari". Questo è quanto emerge dalla indagine presentata dall'OMS nel rapporto alle Nazioni Unite, per valutare la portata di impatto degli sforzi compiuti dal 2011 ad oggi.
Il documento si riferisce ad una serie di patologie prevenibili, come malattie cardiache, diabete, ipertensione e malattie polmonari croniche, considerate in un progetto di educazione sanitaria ed igiene pubblica cui hanno aderito 194 paesi.
"Non vedo mancanza di impegno, vedo mancanza di capacità di agire" afferma Margaret Chan, il direttore generale dell'OMS e le difficoltà sono naturalmente maggiori nei paesi in via di sviluppo.
Soltanto la metà delle nazioni nel mondo hanno un progetto di medicina preventiva supportato da stanziamenti economici mirati, ma dal 2010 è raddoppiato il numero dei paesi che al proprio interno effettuano un monitoraggio dei principali fattori di rischio per malattie non trasmissibili (tabagismo, etilismo,errori alimentari, mancanza di attività fisica).
Attualmente il numero di decessi per NCD è in aumento in tutto il mondo: sono 38 milioni le persone che muoiono ogni anno per queste patologie, di cui 28 milioni nei paesi in via di sviluppo ed il numero di morti considerate premature, cioè prima dei 70 anni, è di 16 milioni.
Il programma OMS, cui hanno aderito 190 nazioni, prevede la riduzione dei decessi prematuri del 25% entro il 2025. Già dal 2013 è in vigore il piano operativo 2013-2020 dell'OMS per la prevenzione delle malattie non trasmissibili e la tutela della salute mentale contenente una serie di scelte anche di carattere sociale e politico da adottarsi da parte dei paesi aderenti e firmatari del progetto: tra gli obiettivi indicati è incluso appunto il contenimento delle morti premature per NCD.
Il documento si riferisce ad una serie di patologie prevenibili, come malattie cardiache, diabete, ipertensione e malattie polmonari croniche, considerate in un progetto di educazione sanitaria ed igiene pubblica cui hanno aderito 194 paesi.
"Non vedo mancanza di impegno, vedo mancanza di capacità di agire" afferma Margaret Chan, il direttore generale dell'OMS e le difficoltà sono naturalmente maggiori nei paesi in via di sviluppo.
Soltanto la metà delle nazioni nel mondo hanno un progetto di medicina preventiva supportato da stanziamenti economici mirati, ma dal 2010 è raddoppiato il numero dei paesi che al proprio interno effettuano un monitoraggio dei principali fattori di rischio per malattie non trasmissibili (tabagismo, etilismo,errori alimentari, mancanza di attività fisica).
Attualmente il numero di decessi per NCD è in aumento in tutto il mondo: sono 38 milioni le persone che muoiono ogni anno per queste patologie, di cui 28 milioni nei paesi in via di sviluppo ed il numero di morti considerate premature, cioè prima dei 70 anni, è di 16 milioni.
Il programma OMS, cui hanno aderito 190 nazioni, prevede la riduzione dei decessi prematuri del 25% entro il 2025. Già dal 2013 è in vigore il piano operativo 2013-2020 dell'OMS per la prevenzione delle malattie non trasmissibili e la tutela della salute mentale contenente una serie di scelte anche di carattere sociale e politico da adottarsi da parte dei paesi aderenti e firmatari del progetto: tra gli obiettivi indicati è incluso appunto il contenimento delle morti premature per NCD.
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