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La plastica avvelena la catena alimentare

Secondo uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Pnas, nel 2050 tutte le specie di uccelli oceanici avranno ingerito detriti di plastica: è stato calcolato che ogni chilometro quadrato della superficie delle acque contiene 600.000 detriti di plastica e che la produzione di rifiuti plastici è aumentata in progressione geometrica, raddoppiando ogni 11 anni a partire dal 1950 ad oggi.
In effetti solo una piccola parte di questi rifiuti finisce in mare, cionondimeno ogni anno finiscono in mare 300.000 tonnellate di plastica agli attuali ritmi di produzione.

Secondo Wilcox, il principale autore della ricerca  condotta in Australia, i detriti vengono ingeriti sia dai pesci che dagli uccelli marini e nel 2014 circa il 90% delle 80 specie di uccelli studiate  hanno già mangiato plastica: un numero che col passare del tempo è destinato ad aumentare sempre più.
Lo stesso ecologista in una ulteriore analisi ha valutato la situazione di 186 specie di uccelli, studiandone le abitudini alimentari in raffronto con le crescenti concentrazioni di plastica presenti negli oceani, fino a concludere che entro il 2050 è prevedibile che il 99,8% di tutte le specie di uccelli esaminate avrà ingerito detriti di plastica.

Gli uccelli non sono le uniche vittime dell'avvelenamento da plastiche:
è infatti coinvolta anche tutta la fauna ittica. Secondo i ricercatori al momento non siamo in grado di prevedere completamente le conseguenze dell'avvelenamento da plastiche nella catena alimentare della fauna marina, ma evidentemente non potrà trattarsi di effetti positivi, né auspicabili.



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