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Sradicare le erbacce


Eh sì, anch'io ho un pezzettino di terra, piccolo piccolo, che apparteneva ai miei nonni e che quand'ero bambina era il mio giardino incantato
: è straordinario come ogni cosa sembri immensa e misteriosa quando si è piccini! Contrariamente ai miei nonni non ho il pollice verde: non ne capisco un tubo di giardinaggio e perciò mi sono affidata alle cure di un giardiniere che viene di tanto in tanto a tagliare l'erba e piantare qualche fiore. Ma niente: il giardino si riempie continuamente di erbacce infestanti di ogni specie. Sembra una savana: ci mancano giusto i leoni! 

Non me la conta giusta il giardiniere: le erbe infestanti non basta tagliarle, vanno eradicate e così adesso (come se non avessi già abbastanza lavoro di mio) mi sono messa in testa di sradicare tutte le erbacce, proprio io con le mie manine d'oro! Sappiate che è faticoso e che bisogna usare le calosce cioè le soprascarpe di gomma perché si riempiono di terra e di fanghiglia le scarpe quando lavorate nella terra, per lo più serve tenere il busto flesso, così il mal di schiena è assicurato. Però se lo faccio io sono sicura di averlo fatto per davvero. Servono i guanti, specie se siete inesperti e non riconoscete le erbe urticanti: un vero macello, poi bisogna smaltire correttamente i rifiuti, vale a dire le nostre erbacce.

Telefoniamo all'apposito servizio del Comune: segreteria telefonica musicale interrotta da una voce suadente che mi invita a non riagganciare per non perdere la priorità acquisita, ma certo dopo una mezz'ora i dubbi sul significato della priorità ti vengono, così riaggancio, tanto sto liberando due metri quadri per volta: mi ci vorrà almeno una settimana per finire e mettere i rifiuti nei sacchi: richiamerò, adesso magari saranno andati a pranzo (loro). 

Non indulgerò col pensiero sui significati simbolici dello sradicare le erbacce: vero è che sia fatto in senso letterale o metaforico è sempre una gran fatica! Mi conforta pensare che sono in buona compagnia: nella storia antica  e non soltanto, diversi personaggi, che nella loro vita avevano fatto tutt'altro, si sono poi ritirati a vita privata a coltivare il proprio campicello, pare che sia una attività molto consigliata per la vecchiaia: meglio farsi trovare preparati!

Grazie per la lettura. Buona serata domenicale amici!


Commenti

  1. Anch'io non ho il pollice verde, nonostante i miei nonni abbiano ettari ed ettari di terreni che coltivano ancora oggi che hanno 80 anni.
    Per fortuna hanno molti figli e tantissimi nipoti, perché se lasciassero anche mezzo metro quadro di terra a me, lo venderei all'istante.
    Brava tu a provare a prendertene cura. 😉

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    1. Mah, Claudia: mai dire mai! Se ti toccherà in un modo o nell'altro ti toccherà anche pensarci! Vedremo...

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  2. Molta fatica, molta sodfisfazione. Magari l'anno prossimo possiamo pensare a dei pomodori. Chissà
    😉

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  3. A proposito di erbacce.
    Ho una casa di campagna e in estate, logicamente prima del Covid19, passavo lì almeno una settimana.
    Mi fa compagnia un husky che ulula tutta la notte.
    Pure la mattina ulula, non si stanca mai.
    Avrei dovuto dire che il mio vicino ha un husky, ma chi lo conosce il vicino?
    Non l’ho mai visto completamente in faccia, per via delle siepi suppongo, che ci dividono.
    Quando sono a casa ci scambiamo saluti e convenevoli attraverso l’edera, l’oleandro, il lauro, il pitosforo e i gelsomini.
    So che ha la barba anche lui, nient’altro.
    Solo il suo cane conosco e il suo cane ulula che sembra sempre salutare la vita: "…bye bye life, bye bye happiness…"
    Una sera pensavo che stessero sgozzando il mio cane.
    Lui, Argo, russava come un uomo, e mi ha guardato strano, come a dire: "Beh? Qualche problema?"
    E’ un cane silenzioso in verità, non abbaia quasi mai e giocherellone.
    Scemo probabilmente.
    Comunque era una bella serata.
    L’husky ululava, c’erano le stelle che si vedevano bene, una temperatura primaverile e i profumi della campagna ad alimentare ormoni e desideri, biochimica e fantasia.
    Così mi sono seduto fuori al buio, salvo la luce piena di ragnatele di un lampione stitico che dovrò decidermi a cambiare, ma forse no, comincia a piacermi.
    Siccome non era troppo tardi, mezzanotte circa, e non avevo ancora montato il tavolo che tengo in estate nel giardino, ho deciso che era il momento di farlo.
    Dieci minuti ci ho messo.
    Ero stanco e mi andava di stare fuori a fumare un sigaro e a riposare.
    E’ arrivata la gatta. Una gatta nera, selvatica quasi, si fa accarezzare una o due volte l’anno, ma a fatica.
    Aveva un topolino in bocca. Uno di quelli simpatici, con le zampe posteriori da saltatore (saltava in effetti), un musetto mite e grazioso. Lei ci ha giocato per un po’, quindi gli ha sgranocchiato la testa ed ha posato quello che rimaneva ai miei piedi. "Sei contento?", sembrava chiedere.
    "Grazie stronza", le ho detto.
    Torna a casa con gli animali più strani e li esibisce come trofei. Li uccide e basta, per gioco, per tenersi in allenamento credo.
    E’ un predatore in fondo ed è la sua missione.
    Ramarri, tortore, almeno tre bisce d’acqua, diverse lucertole, rospi, un piccolo di germano reale (di questo conosco i genitori), un rondone, una coppia di pettirossi, un codirosso, innumerevoli passeri, e altri ancora.
    Le salme, se non me ne accorgo, le mangia il cane, che è silenzioso sì, giocherellone anche, ma sempre affamato.
    La gatta era soddisfatta, così è saltata sul tavolo e si è messa a ronfare a debita distanza.
    Ci stava una civetta, sul tetto del garage, canta tutte le sere e vola in silenzio, senza alcun rumore. Dicono che porti sfiga, che annunci la morte, a me piace.
    Uno strano zoo di mezzanotte.

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    1. Che dire? Buongiorno Gus! La campagna in fondo è bella, ma ha i suoi difetti: cani che ululano comunque ormai sono dappertutto!

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  4. "Sradicare le erbacce" dovrebbe essere un obbiettivo giornaliero della nostra vita.

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  5. I miei genitori amano questo genere di attività, io (ma secondo me è anche un po' una questione generazionale) un po' meno. Pollice verde, non credo proprio, nemmeno ho mai tentato. Sradicare le erbacce è um buon esercizio, rinforza muscoli e mente, il passo più difficile è trovare la volontà di iniziare, poi è tutta discesa, anche con il corpo indolenzito. Un abbraccio

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    1. Ciao Paola: grzie per essere qui! Soprattutto il corpo indolenzito: è molto pesante il lavoro della terra.

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  6. L'importante è non usare il glifosato .

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    1. Grazie della dritta, ma lo immaginavo, pur essendo inesperta!

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    2. Hai usato il glifosato...:)
      Ero entrata nel tuo blog per ringraziarti della risposta al mio "contributo" nel tuo penultimo post,sembra che esistano molti tipi di morte a quella "virtuale".Boh, ultimamente si incolpa sempre blogger di certi rapimenti,va bene comunque ,grazie lo stesso

      Saluti

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    3. Ciao amico/a sconosciuto/a: per una volta ho usato il glifosfato, ma confesso che alcune polemiche mi intristiscono e non mi sembrano rispettose. Grazie per la tua attenzione e per i tuoi contributi, é in assoluto la prima volta e spero l'ultima.

      Elimina

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