Selfie al cobalto e valore della vita
"Ecco per cosa moriamo": Questo è il titolo del rapporto
Pubblicato il 19 gennaio da Amnesty International sullo
sfruttamento del lavoro, anche minorile, nelle miniere di cobalto del Congo.
Il cobalto è un componente essenziale delle batterie ricaricabili per
cellulari ed altre apparecchiature elettroniche sempre più diffuse a livello
globale.
Oltre la metà del fabbisogno mondiale di cobalto viene estratto in Congo e
circa il 20% del cobalto esportato dal Congo proviene da miniere artigianali, dove
le tecniche di estrazione sono del tutto rudimentali tanto da esporre i
lavoratori a gravissimi rischi per la salute.
In questo genere di miniere vengono impiegati anche bambini di 7 anni
accanto agli adulti: tutta gente che scava a mani nude per cercare le rocce
contenenti cobalto e che poi si occupa anche di pulirle e lavarle prima che il
materiale venga immesso sul mercato. Si tratta di condizioni di lavoro equivalenti
ad una condanna a morte per i minatori, i rischi ed i danni per la salute
sono infatti molto gravi specie per i bambini.
Il cobalto estratto in questo modo viene poi immesso nei circuiti di
mercato attraverso una grande azienda mineraria cinese (Congo Dongfang Mining,
CDM controllata da Huayou Cobalt) cui attingono le multinazionali del settore
per le proprie forniture.
Nella Pubblicazione di Amnesty International, vengono indicati tra gli
acquirenti nomi come:
- Apple
- Microsoft
- Samsung
- Sony
- Daimler
- Volkswagen
Secondo la denuncia, queste e molte altre imprese produttrici di apparecchiature elettroniche figurano nell'elenco dei clienti dell'azienda fornitrice di cobalto, ma delle 16 multinazionali intervistate da Amnesty International circa i controlli sulle origini della materia prima utilizzata, di fatto nessuna è stata in grado di documentare in maniera trasparente le forniture acquistate...
Si tratta quindi di un mercato non regolamentato, né controllato grazie al quale i produttori di elettronica si arricchiscono mentre bambini, adolescenti, giovani ed adulti invisibili muoiono per le condizioni di lavoro disumane nell'assoluto silenzio dei media occidentali, senza che nessuno si indigni e mentre tutti continuano a postare nei social selfie a ripetizione: quanto siamo belli!?
Ecco.... questa è una cosa di cui ero totalmente all'oscuro... :(
RispondiEliminaLa stampa ha dedicato uno striminzito trafiletto al rapporto di Amnesty un paio di giorni fa, nel migliore dei casi...
EliminaLa nostra "civiltà" purtroppo fonda la sua ricchezza sullo sfruttamento dei popoli più poveri. Ma poi mi chiedo la nostra sarà veramente "ricchezza", o siamo anche noi totalmente impoveriti in etica e valori?
RispondiEliminaapprofitto per postare il mio post sul coltan;
http://agocciaagoccia.blogspot.it/2015/12/pensiero-ipocrita.html