Avviso

Attenzione: questo è un blog antifascista ed antirazzista. Gli esseri umani sono tutti benvenuti. Grazie per la visita!

Nome

Email *

Messaggio *

La mia parola di oggi: attesa

Se avete dato un'occhiata ai post precedenti, avrete di certo intuito che la quarantena mi sta facendo quest'effetto, almeno negli ultimi giorni: la mia mente gira intorno a queste parole: attesa, attendere, aspettare. Credo quindi sia il caso di affrontare la cosa, cioè la parola per se stessa in modo diretto e senza ulteriori indugi.
  • Attesa è un sostantivo, ma in realtà anche il participio passato del verbo attendere, derivato dal latino che possiede una voce verbale identica: attendere. La parola è composta da ad (verso) e tendere (protendersi, mirare, aspirare) insomma descrive il tendere verso qualcosa. Questo implica necessariamente la presenza di un obiettivo capace di sostanziare di significato la posizione di attesa.
  • Aspettare è un verbo di significato molto simile, ma forse non proprio identico, a quello di attendere: aspettare deriva anch'esso dal latino aspectare che indica il convogliare l'attenzione visiva su qualcosa, guardare con attenzione. La parola aspetto come sostantivo, in italiano infatti indica la percezione visiva di una figura: ciò che sembra guardandola, per questo il significato della parola italiana aspettare fonde in un unico significato due voci verbali latine di suono simile. Si tratta insomma della mescolanza di aspectare, ed espectare:  quest'ultima contiene pienamente il significato della parola italiana aspettare. In conclusione aspettare mirando attentamente l'obiettivo. 
L'attesa contiene in sé il movimento del tendersi verso, l'aspettare invece il guardare verso da una data distanza: attendere sembra più dinamico di aspettare. Attendere a, quando il verbo è usato come intransitivo invece, ha il significato di svolgere (attendere alle faccende o ai propri compiti) ed è quindi decisamente dinamico, attendere qualcosa o qualcuno, nell'accezione transitiva del verbo, la dinamicità è smorzata: quel che è certo infatti è che di solito l'iniziativa è preclusa a chi aspetta o attende qualcosa. L'attesa per sua natura è caratterizzata da un blocco più o meno parziale dei movimenti e delle iniziative, quanto meno di quelle non dirette allo scopo atteso.

Ma se il raggiungimento dello scopo non dipende da noi? Ecco: questa è la posizione di attesa più difficile e frustrante da reggere, eppure la capacità di aspettare è quella che il più delle volte nella vita consente di raggiungere i migliori risultati: la fretta e l'incapacità di essere pazienti rischiano di rovinare molte cose. Aspetta la madre la gestazione del suo piccolo: la fretta potrebbe risultare mortale, aspetta il contadino che maturino i frutti: coglierli acerbi li renderebbe inutilizzabili, attendono i genitori che i figli siano maturi per le loro scelte: ansie e pressioni li paralizzerebbero più a lungo.

La nostra vita è spesso un'attesa ed il più delle volte impotente, per tutto ciò che non dipende dalla nostra volontà e dalla nostra scelta. L'abilità sta nel riuscire a dedicarsi ad altro senza perdere di vista l'obiettivo dell'attesa perché il dedicarci ad altro alleggerisce le attese, specie se lunghe e libera la mente da quell'unico obiettivo che rischia di diventare l'idea dominante.

Se attendiamo qualcosa di importante tuttavia, una parte della nostra attenzione non dovrà mai smettere di essere convogliata all'obiettivo, per cogliere qualsiasi opportunità utile: si tratta di tenere in mano un bicchiere pieno raso senza versarlo e di occuparsi d'altro nel frattempo. Non è facile, ma è comunque meglio del restare imbambolati col bicchiere in mano: è una abilità da acquisire ed affinare. Aspettiamo la fine di questa maledetta epidemia: non possiamo distrarcene, potrebbe essere fatale, ma dobbiamo riuscire a fare ed a pensare anche altro.

Commenti

  1. Covid-19 sarà preoccupato. Il virus si domanda: "E se questa Inge con "attesa"
    riesce a ottenere un vaccino? Io rischio seriamente di perdere il mio posto di killer, anche se mi resta la Cassa Integrazione".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io lo vorrei proprio licenziare in tronco questo virus perverso: ma pare che dobbiamo seguire le solite lungaggini burocratiche...

      Elimina
  2. L'etimologia riesce sempre a trasmettere il senso profondo delle parole e sempre scopre la differenza tra termini simili ma non uguali.
    Interessante la lettura di questo post in cui la conquista del buon senso e del giusto equilibrio nella difficile situazione che stiamo vivendo ha il sapore del lieto fine di un tempo che non è stato sprecato.
    Ciao Sfinge.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'attesa del momento propizio risale agli albori della civiltà: lo fa il cacciatore in agguato, lo fa il contadino. Speriamo tutti nel lieto fine Sciarada, ma dovremo avere pazienza per guadagnarcelo.

      Elimina
  3. Cara Sfinge, credo che parole inutili non servano a niente,
    certo che siamo tutti in attesa, e aspettiamo la novità che è finito!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte servono a comunicare i nostri pensieri ed emozioni: aspettiamo con fiducia. Buona giornata Tomaso.

      Elimina
  4. Mi vorrei svegliare con una bella notizia: il coronavirus è stato sconfitto.
    Sereno pomeriggio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi non lo vorrebbe Vincenzo? Mi associo alla tua speranza.

      Elimina
  5. Ieri ci ho pensato anche io guardando dei video nella mia galleria del telefono...esattamente a quella attenzione in cui tu non puoi fare altro che attendere, appunto...attendere che ti passi, attendere che qualcosa succeda, attendere di scordarti...
    Quella sensazione di impotenza è terribile, come vedere un'oasi in un deserto e non riuscire a raggiungerla mai....più ti avvicini e più ti allontani...
    Ed uno dei motivi per cui ci ho pensato è che quella oasi adesso sono io per qualcuno...e fa altrettanto male pensare che quel qualcuno ti sta aspettando e non potrai mai farti raggiungere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte è veramente dura: nessuno ci aveva promesso che sarebbe stato facile, ma noi possiamo prometterci che faremo in modo che ne sia valsa la pena. Un affettuoso abbraccio, Anna.

      Elimina
  6. L'etimologia delle parole è sempre affascinante. In questo periodo l'attesa è estenuante ma concordo sul fatto che sia necessario dedicarsi a qualcos'altro in modo tale che questo attendere non sia soltanto un peso ma possa trasformarsi, per quanto possibile, in un opportunità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Speriamo soprattutto di riuscirci Enrica a costruire queste nuove opportunità!

      Elimina
  7. Negli ultimi anni io e la pazienza non siamo andate molto d'accordo ed è finita che quando avrei dovuto attendere non l'ho fatto con il risultato di chiedermi in seguito e se avessi aspettato?Se avessi lasciato andare le cose lasciandogli fare il loro corso? Portandomi risposte sincere in un verso o in altro ma sincere.. Ecco se l'avessi fatto oggi non avrei sempre quel tarlo che mi fa dubitare, che mi stare sull' attenti ma avrei in quella persona completamente fiducia oppure avrei fatto altre scelte.
    Speriamo comunque che questo periodo passi veloce, e che ci lasci almeno qualche buona lezione, a ognuno la lezione che gli serve.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte aspettare è utile ed a volte invece non lo è: la nostra scelta è legata alla lettura che abbiamo dato di quella determinata situazione. Se tu non hai aspettato evidentemente avrai avuto le tue buone ragioni: sotto un profilo puramente razionale, la scelta la operi dopo aver fatto il tuo bilancio costi-benefici. Se non aspettare è stato un modo per rispettare te stessa e le tue esigenze, non è giusto rimpiangere la tua scelta. Ad esserti sincera io credo che non sia mai giusto rimpiangere alcunché di quello che abbiamo fatto. Quel che è fatto non può essere cambiato, ma l'esperienza appresa può essere utilizzata in altre situazioni che la vita ci presenta.

      Elimina
    2. Hai ragione, credo che questa cosa mi pesa un po' perché in passato ero più riflessiva, sapevo aspettare e questo portava alla giusta considerazione del caso, o meglio mi aiutava a fare scelte, appunto, senza rimpianti.
      Va bene passerà 😃

      Elimina
    3. Non passerà semplicemente, ma sarai tu a superarlo: è diverso...

      Elimina
  8. Macciao Carissima Sfinge !

    Che bella codesta lezione magistrale !

    Ne approfitto per dirti che ho risposto al tuo post e ti avrei lasciato anche una richiesta su di una cosa che forse tu sai, se puoi indirizzarmi blogghisticamente verso la meta... ti ringrazio. Spero che la mia attesa non venga disattesa ... hi hi hi :)

    Cio' premesso sull'argomento avei 2 annotazioni marginali :

    (1) La attesa in quanto sostantivo puo' indicare non solo l'atto di attendere o il lasso di tempo intercorrente ma anche l' "obiettivo" stesso, nel senso di cio' che ci si attende ... curiosamente, o forse anche non curiosamente, esiste anche la versione sostantivata del verbo "aspettare" che ha lo stesso significato duplice : "aspettativa" (s) "aspettative" (pl).

    (2) E qui si tratta per lo piu' di una domanda : secondo te la "spes" latina nel senso anche qui di "speranza" o "obiettivo atteso" ... ha una correlazione etimologica col verbo "aspettare" ?

    Spes, ultima Dea !

    Cordialmente,
    Vedetta Lombarda

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo di averlo già detto altrove in qualche altro commento di qualche altro post: aspettare in spagnolo si dice "esperar", in dialetto napoletano guardare con desiderio si dice: "sperire" e quindi si credo che il guardare e la speranza siano correlati in qualche modo all'aspettare. L'atteso/a può effettivamente essere riferita all'obiettivo, ma correntemente quando usiamo la parola in questo senso la aggettiviamo (il risultato atteso, quanto atteso, la persona attesa, etc.). Vado a vedere il commento a cui ti riferisci e ti risponderò. Grazie Vedetta.

      Elimina
  9. Detesto le attese impotenti e, quindi, detesto questa quarantena.
    Preferisco non aggiungere altro, se non che l'etimologia delle parole mi affascina sempre.
    Buonanotte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo capisco: per questo è bene stemperare alcune attese dedicandosi anche ad altro. Buongiorno Claudia. Grazie.

      Elimina

Posta un commento

Allora? Vuoi dirmi che ne pensi?

Grazie per ogni contributo, tieni solo presente che:

* I commenti non inerenti l'argomento del post verranno considerati messaggi personali e privati.
** I commenti contenenti link verranno considerati spam.
*** I commenti contenenti insulti, volgarità e/o attacchi personali a chiunque, non verranno affatto considerati.

I tre generi di commenti sopra elencati non saranno pubblicati o, se erroneamente pubblicati, verranno rimossi appena possibile.

Grazie a tutti per la lettura ed il tempo dedicato al post.
Grazie a quelli che lasceranno una traccia del loro pensiero.

Potrebbero interessarti anche:

Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati

L'antica saggezza dei proverbi: "O munn è comm un so fà 'ncapa"

Chiacchiere e tabacchere e’ lignamm o’ Banco ‘e Napule nun ne ‘mpegna!

Raccolti intorno al caminetto: calore e famiglia. Il fuoco (poesia)

Eros