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Aspettando Godot: il tempo di ripetersi

"Aspettando Godot" è un'opera teatrale di Beckett, un autore un po' angosciante (ne convengo) e di cui credo di avere visto una versione televisiva prima di leggerne il libricino: come suggerisce lo stesso titolo, si tratta di un dramma giocato sul concetto di attesa: attesa spesso presente nella nostra vita e capace all'apparenza di fermare il corso del tempo, ma in realtà forse soltanto degli eventi. Si tratta di un dramma volutamente carico di simbolismi: il trascorrere del tempo e l'immobilità vengono rappresentati dalla vita vegetale, l'albero presente sulla scena, ancorato alla terra con le sue radici ed impossibilitato quindi a muoversi, ma che al tempo stesso funziona da metro del tempo, simbolizzando, nell'avvicendarsi delle stagioni, la durata e la ripetizione del ciclo vitale.

L'opera di Beckett vuole, a mio avviso, essere graffiante ed esprimere un giudizio etico prima ancora che filosofico sul senso della vita: trascorriamo la vita ad aspettare qualcosa che in genere non abbiamo neanche idea di cosa possa essere ed in questa insulsa attesa ci costruiamo alibi per le nostre incapacità, le nostre piccinerie e le nostre insoddisfazioni, così da rimanere chiusi in un cerchio che vilmente non sappiamo spezzare e travalicare, mentre la frustrazione diventa funzione esponenziale del tempo che passa e con essa anche la nostra estrema difficoltà e resistenza al cambiamento. Aspettiamo l'ignoto, paralizzati dalla paura dell'ignoto, spettatori  passivi dell'ingiustizia sociale, dello sfruttamento e della mortificazione dell'essere umano, persi nelle beghe, nei conflitti e nel disagio del quotidiano, impantanati in un paludoso presente destinato a ripetersi a tempo indefinito... 

Incapaci di ribellarci quanto di svincolarci l'uno dall'altro: schiavi solo delle nostre rassicuranti abitudini, aspettiamo tutti un Godot che nella visione pessimistica di Beckett non arriva, ma ci tiene vincolati e ci fornisce un alibi con una promessa menzognera. Questo è aspettando Godot ed il sipario sulle nostre vite cala senza alcuna conclusione, perché solo una vicenda con un proprio sviluppo è degna di conclusione, mentre il nulla che ripete se stesso finisce nel suo proprio e scontato niente.

Commenti

  1. E' paradossale e inutile questa attesa. Mi sa di gente vittima di se stessa e delle proprie incapacità.

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    1. Quando un'attesa non ha esito è come tu dici infatti.

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  2. E' come quella che noi chiamiamo speranza, ma in effetti è solo un sogno perché la Speranza nasce da una certezza presente. Non è un colpo di fortuna.

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    1. In spagnolo, che pure è una lingua latina, aspettare si dice esperar : l'attesa contiene una speranza e diventa insulsa solo se sopravvive ad essa.

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  3. Cara Sfinge, questa attesa la potremo chiamare in tanti modi, solo che preoccupa sempre e non sappiamo quando finirà.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Aspettano anche i predatori, quando tendono un'agguato: il successo di un'impresa è spesso legato all capacità di aspettare. Questo però, non è il caso di quelli che aspettano Godot. A volte bisogna saper cambiare strada ed a volte bisogna riuscire semplicemente a fare anche altro nel frattempo.

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  4. Bellissimo articolo, scrivi veramente bene. Il tuo stile è molto fluido e si legge con piacere. Per quanto riguarda l'opera nonostante l'abbia studiata a scuola ammetto di non averla mai letta. La recupererò perché è affascinante e il tema che tratta è sempre presente nella nostra esistenza, soprattutto adesso.

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