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20 giugno: giornata mondiale del rifugiato

Oggi ricorre la giornata mondiale del rifugiato: una data che viene celebrata dal 2001 per ricordare la risoluzione delle Nazioni Unite che nel 1951 ha approvato lo statuto dei rifugiati. La giornata celebrativa è stata istituita poi a partire dal cinquantenario di tale risoluzione. Parliamo spesso dei diritti umani, dei diritti degli emarginati e degli ultimi: i rifugiati sono gli ultimi in assoluto. Sono quelle persone che scappano dalla loro terra e che con le proprie radici perdono ogni cosa: fuggono per guerre, fame, catastrofi naturali anche legate ai cambiamenti climatici, persecuzioni politiche o discriminazioni di vario tipo, razziali, di genere o di religione. I rifugiati sono gli ultimi tra gli ultimi. 

Secondo il più recente rapporto pubblicato dall'UNHCR, circa l'1% della popolazione mondiale è in fuga dalla propria terra: alla fine del 2019 le persone in fuga erano 79,5 milioni, mentre nell'ultimo trentennio è crollato verticalmente il numero di rifugiati che riescono a rientrare nella propria terra: negli anni '90 un milione e mezzo di rifugiati riuscivano a tornare a casa, mentre negli ultimi dieci anni questa media si è ridotta a 385.000. Dei 79,5 milioni di persone in fuga, 45,7 milioni sono rimasti nei confini della propria nazione come sfollati, gli altri hanno attraversato il confine della propria patria. Della totalità di rifugiati circa 34 milioni di persone sono minori, di cui molti non accompagnati. Negli ultimi dieci anni ill numero di rifugiati è praticamente raddoppiato da poco più dei 40 milioni del 2010 ai quasi 80 milioni di oggi e la maggior parte provengono da zone con situazioni critiche perduranti da lungo tempo.

Sono sempre i poveri ad aiutare altri poveri: circa l'85% dei rifugiati viene accolto nei paesi in via di sviluppo, spesso confinanti con la nazione di partenza, quella dalla quale le persone fuggono. Questo naturalmente comporta una grave precarietà nelle situazioni di vita di tutte queste persone. I principali paesi di partenza sono Siria, Afghanistan, Venezuela, Sud Sudan e Myanmar (ex Birmania). Incidono sul computo totale delle persone in fuga più di 5 milioni e mezzo di rifugiati palestinesi. 

L'Occidente per lo più responsabile delle guerre, occupazioni, appropriazione di terre per la propria industria alimentare, cambiamenti climatici con conseguenti desertificazione, inquinamento e catastrofi naturali, potrebbe e certamente dovrebbe riuscire ad esprimere un impegno maggiore nel soccorrere gli esseri umani che fuggono da tutto questo, ma... questo pensiero è ancora utopia.

Commenti

  1. Sono numeri che fanno riflettere, purtroppo l'Occidente ha gli occhi bendati.
    Saluti a presto.

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    1. Si fa per dire: se si tratta di arraffare ci vedono benissimo!

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  2. Cara Sfinge, interessante post, le guerre hanno sempre una ragioni di interesse.
    L'occidente è forse quello che ne guadagna di più.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio, e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. "sono sempre stati i poveri ad aiutare i poveri" una grande verità.
    Buona serata.

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    1. Infatti: si diventa più solidali quando si soffre.

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  4. E l’Occidente, ricco, annoiato, lamentoso e senza vergogna, fa la vittima e non si rende conto che senza queste persone, una vera e indispensabile ricchezza umana, fra qualche decennio si ritroverà con una popolazione di soli matusalemmi.
    sinforosa

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    Risposte
    1. Le migrazioni sono fenomeni naturali da che esiste la specie e non si può vuotare il mare con un ditale, oltretutto tu hai ragione: c'è un calo spaventoso delle nascite.

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    2. L'Occidente siamo noi, quindi mangiamo la nostra fetta di torta e smettiamo di fare gli accusatori di noi stessi. L'uomo è un animale e il
      più grande mangia il più piccolo. Chi ha cercato la fratellanza è stato ucciso.

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    3. Questo è il mondo che abbiamo trovato ed al quale abbiamo dovuto adattarci, venendo al mondo: non ne abbiamo meriti, avremmo potuto nascere altrove, ma neanche l'intera responsabilità. Tutti moriamo e molti vengono uccisi: tanto vale che accada per una buona causa come la solidarietà per i propri simili. Questa è la responsabilità che ciascuno nel suo piccolo deve gestire.

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    4. Sono numeri impressionanti e pur tutta via, sono destinati a crescerr. Possiamo fare tanto, sia come occidente che come singoli individui. Se non lo faremo verremo travolti, sarebbe proprio nel nostro interesse lottare per una società, un mondo più equo.

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    5. Quanto meno sarebbe lungimirante, ma non sono certa che ne avremo la capacità. Grazie Alberto.

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  5. Ciao Sfinge, mi ha colpito una frase che hai scritto ed è molto vera: sono i poveri che aiutano gli altri poveri. C'è anche un altro aspetto, di questa tragedia, se non li aiutiamo noi arriveranno gli altri, che possono essere organizzazioni fondamentaliste, ecc. ma per i rifugiati l'importante è sopravvivere. Vedi cosa sta succedendo nelle favelas brasiliane, i narcos stanno aiutando con viveri mascherine ecc., mentre un presidente a dir poco cieco e stupido se ne strafrega. Grazie di avere ricordato questa giornata, pochi ne hanno parlato!
    Buona Domenica
    Anna

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    Risposte
    1. Io ringrazio te per il tuo contributo e per aver sottolineato un concetto che considero importante.

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