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Una notte serena

Provo a partecipare all'iniziativa di Patricia di insieme raccontiamo 58: intanto i miei complimenti per la costanza, visto che l'iniziativa è giunta alla 58° edizione. L'incipit di questa settimana viene proposto da Ariano Geta, che scrive:

"Era una notte buia e... serena (in fondo, chi l'ha detto che la notte buia debba pure essere tempestosa?) e il giorno dopo..."


Pare il nostro amico voglia riferirsi all'ineffabile Snoopy dei Peanuts ed alla sua spassosa passione per la scrittura. Schulz ha spesso rappresentato il cane alle prese con la sua macchina da scrivere con l'esordio che invariabilmente recitava: "Era una notte buia e tempestosa e ad un tratto...". A Snoopy accade di scrivere anche cose piuttosto spiritose e profonde, ma... non è uno scrittore di successo, come ciascuno di noi in effetti e per noi intendo i partecipanti all'iniziativa. Dunque Geta ha ragione ed un pizzico di autoironia ci sta perfettamente. Solo che la notte è serena e dunque non dovrebbe preludere ad eventi nefasti, almeno nelle attese del lettore, dato che un contesto rassicurante non crea suspense, eppure... eh sì, le cose più assurde ed atroci avvengono in contesti rassicuranti e tranquilli, almeno quanto basta ad ottenere l'abbassamento delle difese da parte della vittima designata.

Del resto quali sono le storie che vale la pena di raccontare? Quelle in cui avviene qualcosa di straordinario o quelle in cui si sviluppa una storia comune di ordinaria quotidianità? La verità è che tutto dipende da come la storia viene raccontata e quindi in quale misura riesca a coinvolgere e far immedesimare il lettore. Vero è che ciascuno di noi è più facilmente portato ad immedesimarsi nelle eccezionali, ancorché poco verosimili gesta di un eroe immaginario che nelle vicende di un banale protagonista di routine quotidiane. Sarà perché ci piace immaginarci in situazioni che gratifichino almeno un po' il nostro ordinario narcisismo: in questo Schulz aveva ragione ed è su questo che si fonda l'ironia leggera ed un tantino patetica dell'incipit di Snoopy. 

La trasgressione proposta da Geta dunque, ci suggerisce di raccontare una storia di comune quotidianità, senza drammi né grandi gesta: la notte serena presumo voglia rappresentare questo. D'altro canto, come rilevavo poco fa nel blog di Patricia, si tratta di un incipit aperto, atto anche a rivelare qualcosa dei pensieri e della realtà di ciascuno. La notte è sempre buia o quasi: a volte è illuminata da un bel chiaro di luna. Immagino che una notte molto buia sia una notte di luna nuova, quando non abbiamo che il fine pulviscolo delle stelle a ricamare in traforo l'inchiostro della volta celeste.

La specie umana è una specie diurna: la notte per noi ha sempre qualcosa di sottilmente inquietante. Vi sono infatti specie di predatori notturni i cui sensi sono appunto sviluppati per muoversi col favore delle tenebre e carpire le loro prede nel momento in cui sono abbandonate al sonno e del tutto incapaci di difendersi. Le notti serene dissimulano molte insidie. Ma non voglio tirarla troppo in lungo: immagino vogliate conoscere il mio sviluppo della storia, eccomi dunque:

"Era una notte buia e... serena (in fondo, chi l'ha detto che la notte buia debba pure essere tempestosa?) e il giorno dopo..." ... aveva sonno, un sonno prepotente ed imperioso che lo obbligò a mantenere un controllo strettissimo sulla sua espressione, sul tono di voce, sui gesti. Bevve molti caffè, ma il sollievo era solo temporaneo e di durata sempre più breve con l'avanzare del giorno. Un'intera notte insonne era più di quanto potesse permettersi: era il suo corpo ora a ribellarsi alla sua volontà ed a reclamare quiescenza, il rilassamento delle membra, il calare della luce così vivida da ferire gli occhi. Non fu facile portare a termine la giornata di lavoro, ma in qualche modo e senza sapere neanche come, riuscì a cavarsela. Tornando a casa era completamente svuotato ed appena entrato cercò il primo giaciglio morbido in giro per la casa, vi si distese e dormì profondamente. Sognava, sognava tutte le storie ascoltate nelle ore diurne e straordinariamente riusciva nel suo sogno ad orientarle verso un esito felice, ma questo avveniva solo nelle notti serene.

Commenti

  1. Sono d'accordo con Adriano.
    Le notti buie e... serene.... sono le migliori.
    E noi blogger siamo tutti un po' Snoopy, o no?
    La tua storia non è male, ma lascialo dormire questo pover'uomo.
    Il lavoro notturno dovrebbe essere vietato. 😅

    RispondiElimina

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