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Una nuova molecola per riacquistare la memoria

La memoria rappresenta sul piano storico, ma soprattutto su quello individuale, il filo della continuità, quella linea che ci consente di definire noi stessi sotto il profilo identitario, ma anche, e forse soprattutto, il fondamento, la base sicura sulla quale è possibile costruire una crescita. Si tratta di una funzione delicata e labile: tra le prime a risultare compromesse in qualsiasi situazione in qualche misura lesiva della integrità delle nostre strutture cognitive. La compromissione della memoria compare, nel decadimento mentale, ma anche nei disturbi depressivi e nelle situazioni di stress e sovraccarico: tutte le nostre performance, le nostre capacità progettuali ed organizzative ne possono risultare compromesse. Senza memoria, lo sbocco più ovvio infatti, è la confusione. L'invecchiamento della popolazione ed i problemi correlati al decadimento mentale senile, nonché il diffondersi dei disturbi di tipo depressivo, hanno reso prioritario lo studio della memoria e la ricerca di strategie mirate a preservarne la funzione, ritardandone nei limiti del possibile il decadimento. 

Uno studio recente, condotto presso il CAMH di Toronto, sembra avere individuato alcune nuove molecole capaci di favorire il recupero della memoria compromessa dall'invecchiamento e dalle situazioni di stress psichico. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Neuropsychiatry da E. Sibille et al.. I farmaci sperimentati sono molecole simili alle benzodiazepine, capaci di interagire con i recettori GABA-A R: sono state sintetizzate quattro nuove molecole di amide imidobenzodiazepina e ne è stata valutata l'efficacia nei disturbi di memoria legati allo stress ed all'invecchiamento. Secondo i ricercatori, tre delle nuove sostanze si sono dimostrate efficaci nel contenere il deficit mnemonico indotto dalla depressione e dal decadimento: la sperimentazione è stata condotta comunque su "modelli preclinici" ovvero su casi di sintomatologie iniziali, dove dopo appena mezz'ora dalla somministrazione, i livelli di memoria sono tornati normali in 15 esperimenti ripetuti. Nei casi di iniziale decadimento senile si sono ottenuti miglioramenti dell'80% dei livelli prestazionali ed il buon esito si è conservato per due mesi con un trattamento continuativo.

Quella descritta naturalmente è solo la parte iniziale dello studio: gli autori, visto il buon esito della sperimentazione, si ripromettono di testare le nuove molecole in una prossima sperimentazione della durata di due anni. 




Commenti

  1. Sei sicura che riacquistare la memoria sia un bene?



    Se non dimenticassimo finiremmo tutti come Seresevskji , il mnemonista di Aleksandr Romanovic Lurija ,in preda ad una memoria talmente affollata di ricordi, da creare un duplicato caleidoscopico e labirintico della realtà, impossibile da governare. Un doppione così intricato, folto, ridondante e linkato, da non permettere più di ricordare, con ordine e pertinenza, i fatti, le persone e gli oggetti della vita reale.
    Dobbiamo capire se l’oblio della mente è un vuoto che non è più colmabile nonostante i nostri sforzi di recuperare il tempo perduto o se questi vuoti della memoria sono essenziali all’equilibrio psico-fisiologico della nostra vita cognitiva perché impediscono quella pienezza troppo patologica, strabordante e straripante, di Seresevskij e di altri mnemonisti, che aumenterebbe talmente il potere della nostra memoria da renderlo nemico della memoria stessa, fino a impedirci di parlare della nostra vita con ordine e precisione e addirittura di agire nel mondo da persone normali.
    E’ forse possibile che questi vuoti così importanti e fisiologici siano al contempo inaccessibili, ma colmabili attraverso strategie mirate del ricordo, attraverso itinerari particolari segnati dentro il fitto bosco della memoria.
    Del resto se, come abbiamo detto, l’oblio è, insieme alla memoria, una funzione fondamentale della nostra conoscenza è anche vero che il nostro cervello immagazzina ed elabora una quantità straordinaria di ricordi e di informazioni e che tutti noi crediamo di essere persone umane, dotate di un Sé unitario, grazie al fatto che sentiamo di contenere nella mente i fatti della nostra vita e di poterli raccontare a noi stessi e agli altri in qualsiasi momento. Inoltre è stato dimostrato che gran parte del nostro sapere e della nostra vita sta nascosto nella nostra mente in modo inconscio e implicito e che può essere richiamato alla nostra attenzione cosciente quando se ne presenti l’occasione o la necessità.

    Ho letto i tuoi post. Sono interessanti e scritti bene.


    Saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio dell'apprezzamento Gus ed immagino che sia superfluo sottolineare che questo post parla della memoria nello specifico, non dei meccanismi di selezione, rimozione e collegamento, di cui pure la mente è dotata e che sono vitali per una sana economia psichica. La tua digressione letteraria però mi ha incuriosita ed approfondirò.

      Elimina

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