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Sardine, squali e remore

Le sardine, come movimento politico, sono nate (metaforicamente parlando) in mare aperto, extraterritoriale, nella terra di nessuno: negli spazi lasciati deserti dal partito del non voto e della sfiducia nella politica. In questi terreni infidi e paludosi, abitati da povertà e confusione, si aggirano  tuttavia anche i soliti squali a caccia di facili prede, ovvero di platee plaudenti e votanti da abbagliare. Inevitabile quindi che non pochi, già in tempi non sospetti,  abbiano espresso le proprie remore riguardo alla nebbiosa definizione del movimento delle sardine. Tempo fa sono stata anch'io a Piazza Dante a Napoli, per la prima manifestazione partenopea delle sardine appunto: una piazza antifascista è una piazza alla quale bisogna rendere omaggio: esserci è un dovere. 

Venti di destra soffiano sull'Italia, sull'Europa e sul mondo intero e vanno sussurrando: "O così o anche peggio, se preferisci" ed alcuni squali lo vanno sibilando malevolmente all'orecchio dei poveracci che hanno subito la renzizzazione del PD, il jobs act, la crisi, la disoccupazione, la latitanza delle istituzioni, la distruzione scientifica e sistematica del cosiddetto welfare e dei servizi pubblici. Molti pensano che ci sia da affrontare l'emergenza creata dalla rapida ascesa delle destre, spudoratamente razziste, volgari e traboccanti di un odio cinico e disumano, perciò in questo quadro catastrofico, le persone,  appena un minimo civili, cercano rifugio nel meno peggio. Tale è la natura umana: fin qui è arrivato il gioco al ribasso sulla pelle di lavoratori, donne, meridionali, immigrati, poveri e qualsivoglia categoria umana in condizione di fragilità economica e sociale. Dovremmo chiederci però se cadere nella trappola del gioco al ribasso sia effettivamente la strategia vincente.

La manifestazione delle sardine ieri invece, è stata un flop: io non ci sono andata e pare che non sia stata l'unica a disertare la piazza. C'era pochissima gente e chi era presente ha contestato: non è piaciuta l'idea dell'Erasmus al nord, che a pensarci è un'idea niente affatto nuova, anzi ottocentesca e regolarmente praticata dalle nazioni colonizzate (per le classi sociali più abbienti) ai tempi delle potenze europee coloniali. La famosa foto del leader delle sardine con i Benetton poi, ha creato proprio delle remore anche in chi era stato inizialmente ottimista: non tutti lo sanno, ma restando nella metafora ittica, anche le remore sono dei pesci e precisamente sono quei pesci che viaggiano attaccati al ventre dei pesci grossi, squali per l'appunto, e si risparmiano così la fatica di nuotare, lasciandosi trasportare da loro. 

Personalmente sono portata a nutrire poca fiducia in chi nuota con gli squali: se sono sardine saranno divorate, se sono remore, dubito che abbiano interesse a combattere lo squalo di turno. Voi cosa ne dite?

Commenti

  1. Cara Sfinge, certi casi che ci sconvolgono io non li valuto per nulla.
    Ciao e buona serata, con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    Risposte
    1. E fai bene Tomaso: ormai anch'io tocco di rado argomenti di politica... è uno sconforto.

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  2. I movimenti strumentalizzati hanno poca vita.
    Le "Sardine" non hanno un'identità chiara.
    Andare contro non basta. Serve dire cosa si vuole,
    indicare i partiti di riferimento o farne uno nuovo ( scelta inutile).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti Gus: la poca chiarezza nel definirsi e collocarsi fa pensare alla confusione da un lato e ad un intento manipolatorio dall'altro...

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  3. A distanza di mesi, non riseco ancora a definire questo movimento.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema purtroppo è che non riescono a definirsi neanche loro...

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