Cos'è il razzismo: come nasce e cresce
Non è la prima volta che parlo di razzismo in questo blog: pare che io abbia scritto almeno una dozzina di post sull'argomento, spiegando che si tratta di una posizione che nasce dalla paura e cresce con essa. Purtroppo però la tematica resta di scottante attualità: i comportamenti ed i reati a sfondo razziale vanno aumentando in tutto il mondo occidentale, tanto da far temere una rinascita di ideologie che in passato hanno condotto l'umanità a tragedie planetarie. Risale ad appena un paio di giorni fa la notizia della strage, avvenuta ad Hanau, cittadina tedesca vicino a Francoforte, dove il bilancio finale ha contato ben 11 morti: autore dell'eccidio un esponente di estrema destra, che pare teorizzasse l'annientamento degli stranieri sul suolo patrio. L'uomo ha semplicemente sparato all'impazzata in due locali pubblici frequentati da stranieri, uccidendo nove persone e ferendone altre cinque. Le forze di polizia lo hanno poi trovato morto nella sua abitazione con la madre.
Benché aberrante, il fatto non è che la punta di un iceberg: qui in Italia assistiamo quotidianamente ad insulti, pestaggi e gogne social a sfondo razziale. Ogni giorno il timorato di Dio di turno augura la morte per annegamento a centinaia di profughi in fuga da terre che le armi e le guerre volute dall'Occidente hanno reso invivibili. Come nasce dunque il razzismo? Qual è la sua storia e perché cresce e trova terreno fertile tra la gente, persone solitamente innocue ed insospettabili, che per l'occasione vestono la truce maschera dei custodi della pura razza ariana?
Nasce con noi e si conserva nel fondo dell'animo umano la paura per ciò che è sconosciuto e quindi estraneo: a partire dai 7-8 mesi i bambini piccoli riconoscono la madre e piangono se un volto sconosciuto prova ad avvicinarli o toccarli. Questa è la famosa "angoscia all'estraneo" tipica di una fase della crescita, ma non dobbiamo pensare che questa paura sia l'unica emozione primordiale dell'essere umano, in realtà al suo fianco coesiste anche il desiderio di conoscere (esplorare il corpo materno) la curiosità che anima pionieri e viaggiatori. Per dare spazio alla curiosità ed all'inventiva è necessario tuttavia, aver superato o meglio aver imparato a gestire la paura: le persone che diventano razziste non hanno sviluppato questa consapevolezza né la capacità di gestire le proprie emozioni.
Il razzismo tuttavia è un fenomeno sociale e benché la sua nascita nell'individuo possa essere ricondotta ad emozioni ancestrali, all'interno del tessuto sociale nasce, si diffonde e cresce soprattutto come necessità di fornire giustificazioni a condotte improntate alla prevaricazione ed allo sfruttamento di altri esseri umani: se l'altro è inferiore, allora chi commette le prepotenze e gli abusi diventa moralmente assolvibile ed assolto. Non a caso infatti, le teorie cosiddette scientifiche della razza sono nate nel periodo storico delle conquiste coloniali: non è difficile immaginare le brutalità e gli abusi compiuti dai conquistatori e di sicuro era preferibile per loro immaginarsi e sentirsi superiori, piuttosto che brutali assassini.
Blumenbach era un antropologo tedesco vissuto nella prima metà dell'800, che per primo ha suddiviso la specie umana in cinque diverse razze, fondandosi per questo sullo studio di alcune caratteristiche fisiche, soprattutto le misure della scatola cranica. Gobineau, un filosofo francese vissuto nella seconda metà dell'800, ha ripreso la classificazione di Blumenbach per estenderla alle caratteristiche non soltanto somatiche, ma psichiche e temperamentali delle persone, elaborando così una gerarchia tra le presunte razze in base alle caratteristiche intellettive e spirituali che le caratterizzavano. L'idea di Gobineau pare fosse presa in prestito da Linneo, medico e naturalista svedese vissuto nella seconda metà del '700, a cui si deve una antica classificazione degli esseri viventi. Insomma quando le potenze occidentali sono partite per sottomettere altre nazioni e creare imperi coloniali, si sono preoccupate di sancire la superiorità scientifica della propria razza, grazie alla quale non hanno dovuto rendere conto alle proprie coscienze delle brutalità e degli abusi commessi.
Oggi sappiamo che la specie homo sapiens sapiens, quella alla quale appartiene ogni singolo essere umano, con ogni probabilità è nata in Africa circa 300.000 anni fa, secondo alcuni in una specifica zona, secondo altri dalla mescolanza di diverse specie di ominidi provenienti da differenti territori del continente africano (la riproduzione sessuata secondo le teorie darwiniane serve appunto al miglioramento della specie attaverso gli incroci, n.d.r.). Gli studi sul DNA umano dimostrano che le etnie africane non sono contaminate dal DNA dell'uomo di Neanderthal, il che sembra convalidare le teorie che collocano appunto in Africa l'origine dell'Homo sapiens: che vi piaccia o no gli africani sono più sapiens degli occidentali e degli asiatici.
Detto questo, va aggiunto che oggi non si riconoscono, né distinguono diverse razze all'interno della specie homo sapiens: apparteniamo tutti al genere umano e la possibilità di incrociare individui con caratteristiche somatiche diverse, dovrebbe essere utile alla evoluzione delle specie. A proposito: l'uomo di Neanderthal aveva la pelle bianca ed il pelo rossiccio, ma si è estinto circa 30.000 anni fa perché il suo DNA era un po' scadente e non adatto all'evoluzione...
Cara Sfinge, interessante tutto ciò che hai scritto sul razzismo.
RispondiEliminaCredo che no sia facile spiegare che le diversità esistono e che
bisogna accettarle se si vuole che il mondo continui ad esistere,
solo in questo modo ci può essere una tranquillità esistente.
Ciao e buon fine settimana, con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciascuno di noi non solo è diverso Tomaso, ma esemplare unico! Buona serata anche a te.
EliminaPiù che la paura penso che il razzismo sia una giustificazione per sfruttare
RispondiEliminaaltri uomini per fini economici come succede nella Repubblica Sudafricana e nell'Africa dove una minoranza bianca detiene tutto il potere.
Anche gli Stai Uniti il colore della pelle ha sempre impedito ai neri di raggiungere un certo ceto sociale. Una presunta inferiorità collegata al colore della pelle libera i bianchi dal praticare i mestieri umili e duri.
La storia della razza ariana è una follia di Hitler che ha permesso all'uomo di liberare tutte le malvagità che erano spinte verso l'inconscio.
Il razzismo comprende anche l'odio verso i diversi.
Mussolini inviava al confino, in Sardegna, tutti gli omosessuali, scacciati dai loro posti di lavoro. Insomma, le razze non esistono, gli uomini sono tutti uguali, e qui il problema diventa culturale.
Al capoverso che inizia con: Il razzismo è un fenomeno sociale" credo di avere analizzato per sommi capi anche questo aspetto Gus, ricostruendo in parte la storia della ideologia pseudoscientifica di copertura. Grazie per il tuo contributo.
EliminaSì, hai detto tutto, ma nel nazismo, Auschwitz, la follia supera ogni spiegazione logica.
EliminaPurtroppo abbiamo difficoltà a ricordare ed imparare dalla storia...
EliminaFai bene a tornare sull'argomento in una società in cui leggere di un immigrato aggredito per strada non fa scalpore, anzi. In tanti pensano, addirittura, "ben gli sta".
RispondiEliminaIl razzismo è il fallimento della razza... umana!
P.S. Non sapevo che l'homo sapiens avesse origini africane. Adesso i razzisti diranno che discendono dalle galline? 😅
Ahahah, le teorie più attendibili collocano in Africa l'origine del sapiens: dalle nostre parti ci sono stati incroci col Neanderthal e pare che non ci sia convenuto...
EliminaQuesto è un argomento che va trattato spesso. Spiegato. Eviscerato Come hai ben fatto tu.
RispondiEliminaIo credo che il razzismo sia una forma anomala del rispetto di se stessi. Modificata in modo assurdo fa sentire superiori in tutto. È anche alimentata dai peggiori beceri che hanno gran voce, vedi certi politici, e che fanno il lavaggio di cervelli già intorpiditi di loro.
Per questo parlarne è un bene. Per cercare di portare sulla dritta via di un ragionamento civile chi l'ha smarrita
Chi ha smarrito la ragione Patricia è difficile da recuperare, almeno in tempi ragionevolmente brevi. Leggo cose sui social che mi fanno rabbrividire... purtroppo!
EliminaInge, i non razzisti non esistono. Questa è la forza del razzismo.
EliminaFrancamente Gus, posso arrivare a condividere la valutazione che il razzismo sia in qualche misura una posizione trasversale anche a diverse ideologie politiche, come il sessismo del resto: è qualcosa che si assimila fin dall'infanzia assorbendo e conformandosi al pensiero sociale dei propri gruppi di appartenenza, cominciando dalla famiglia. Se ci si è abituati a ritenere che determinati altri e diversi gruppi siano da considerarsi inferiori, comunque quest'idea condiziona anche chi vorrebbe pensarla diversamente, un po' come gli uomini che si sentono "democratici" se aiutano a sparecchiare. A mio avviso tuttavia i non razzisti esistono e me ne considero un esempio vivente. Il razzismo non è qualcosa di naturale, ma di condizionato culturalmente: vedi la differenza?
EliminaPurtroppo il razzismo cresce a dismisura, una piaga che va combattuta.
RispondiEliminaSaluti a presto.
La si combatte con la conoscenza e la cultura, Cavaliere.
EliminaIl razzismo, brutta bestia, c'è, c'è sempre stato e ci sarà sempre, purtroppo. A scuola ho sentito mamme del nord dell'Algeria avercela a morte con mamme del sul dell'Algeria, ho visto un ragazzo africano rinunciare alla ragazza "bianca" di cui era innamorato per non deludere la propria famiglia, questo per dire che è un problema con innumerevoli e infinite sfaccettature, ho sentito persone calabresi parlare male dei napoletani, così come persone di un certo ceto sociale avercela a morte con persone di ceti sociali differenti, questo per dire che in ogni dove c'è questo sentore di superiorità nei confronti di qualcuno. Perché questo? Come primo ed essenziale motivo io direi l'ignoranza intesa proprio come l'ignorare la storia e la storia geopolitica.
RispondiEliminaPer certo i bambini se non fossero condizionati dal sistema culturale che respirano non si trasformerebbero in adulti razzisti, dopodiché ci vorrebbero punizioni adeguate per certe azioni commesse e là dove le azioni fossero commesse da minori a mio parere andrebbero puniti i genitori e poi il discorso è talmente ampio che non basterebbero 100 post. Buona serata.
sinforosa
Grazie Sinforosa per questa tua testimonianza: sottoscrivo dalla prima all'ultima parola. Il sessismo, il classismo, l'omofobia sono solo altre facce di un pensiero discriminatorio che purtroppo oggi ha contagiato troppe persone. Parlarne e scriverne può avere un significato, ciascuno di noi nella sua piccola comunità.
EliminaCos'altro aggiungere se non che fino a guando l'ignoranza e la paura che ne consegue saranno alla base della società, non ne verremo fuori.
RispondiEliminaInfatti Mariella: la scuola potrebbe avere un ruolo centrale in certe battaglie culturali.
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