Economia Italia: l'ottimismo dell'Istat
Dopo anni di crisi, povertà, disoccupazione, precariato e sacrifici di diritti contrattuali, indubbiamente c'è fame di buone notizie, il bisogno di credere che il sacrificio, anzi i sacrifici non sono stati consumati invano, ma che infine tutta questa sofferenza porterà alla risoluzione dei problemi ed all'uscita dalla crisi: prima ancora dell'Istat sono ottimisti gli italiani, continua infatti a migliorare la fiducia dei consumatori anche in Febbraio 2015.
Secondo il calcolo Istat, basato sull'unità di misura 2005 = 100, la fiducia dei consumatori in febbraio arriva a 110,9 da 104,4 del mese precedente ed anche l'indice di fiducia delle imprese cresce a 94,9 da 91,6. Aumentano i prezzi al consumo dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma segnano un -0,2% in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno: l'aumento dei prezzi (calcolato al netto dei tabacchi) è dovuto soprattutto ad aumenti dei costi di frutta e verdure e dei trasporti. L'inflazione acquisita per il 2015 tuttavia, conserva il segno negativo ed è a -0,3%.
Nel confronto tendenziale, rispetto a febbraio 2014 i prezzi dei beni si riducono dello 0,9% in misura minore quindi rispetto a gennaio, che segnava un -1,5% mentre aumentano i costi dei servizi di +0,8%.
Aumentano i prezzi dei prodotti alimentari dello 0,6% rispetto a gennaio e dello 0,7% nel confronto annuo.
La valutazione positiva espressa nella nota mensile dell'Istat è essenzialmente fondata proprio sull'ottimismo (l'aumento degli indici di fiducia) di consumatori ed imprese ed il modesto aumento di produzione industriale in dicembre 2014. L'Istat conferma le difficoltà del mondo del lavoro e la fase di deflazione, ma prevede una crescita del Pil per il primo trimestre 2015.
Nella valutazione trimestrale in effetti il 4° trimestre 2014, secondo la nota Istat pubblicata il 13 febbraio scorso, il Pil risultava invariato rispetto al trimestre precedente ed in riduzione dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: una timida ripresa, ma su base mensile, era stata registrata solo a partire da novembre 2014.
Grazie alla fame di buone notizie ed al bisogno di ottimismo, la valutazione positiva espressa dall'Istituto di Statistica ha trovato ampia risonanza in tutti gli organi di informazione ed è stata commentata anche dal premier italiano, dato che indubbiamente la notizia di una possibile ripresa economica nel prossimo futuro rivestirebbe (incidentalmente) anche un significato politico di convalida positiva dell'operato politico del governo: in particolare viene posto l'accento sulla caduta del famigerato spread addirittura al di sotto di 100.
La verifica naturalmente riguarderà l'andamento delle realtà sociali del paese ed a tutti sarà possibile osservarle.
Secondo il calcolo Istat, basato sull'unità di misura 2005 = 100, la fiducia dei consumatori in febbraio arriva a 110,9 da 104,4 del mese precedente ed anche l'indice di fiducia delle imprese cresce a 94,9 da 91,6. Aumentano i prezzi al consumo dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma segnano un -0,2% in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno: l'aumento dei prezzi (calcolato al netto dei tabacchi) è dovuto soprattutto ad aumenti dei costi di frutta e verdure e dei trasporti. L'inflazione acquisita per il 2015 tuttavia, conserva il segno negativo ed è a -0,3%.
Nel confronto tendenziale, rispetto a febbraio 2014 i prezzi dei beni si riducono dello 0,9% in misura minore quindi rispetto a gennaio, che segnava un -1,5% mentre aumentano i costi dei servizi di +0,8%.
Aumentano i prezzi dei prodotti alimentari dello 0,6% rispetto a gennaio e dello 0,7% nel confronto annuo.
La valutazione positiva espressa nella nota mensile dell'Istat è essenzialmente fondata proprio sull'ottimismo (l'aumento degli indici di fiducia) di consumatori ed imprese ed il modesto aumento di produzione industriale in dicembre 2014. L'Istat conferma le difficoltà del mondo del lavoro e la fase di deflazione, ma prevede una crescita del Pil per il primo trimestre 2015.
Nella valutazione trimestrale in effetti il 4° trimestre 2014, secondo la nota Istat pubblicata il 13 febbraio scorso, il Pil risultava invariato rispetto al trimestre precedente ed in riduzione dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: una timida ripresa, ma su base mensile, era stata registrata solo a partire da novembre 2014.
Grazie alla fame di buone notizie ed al bisogno di ottimismo, la valutazione positiva espressa dall'Istituto di Statistica ha trovato ampia risonanza in tutti gli organi di informazione ed è stata commentata anche dal premier italiano, dato che indubbiamente la notizia di una possibile ripresa economica nel prossimo futuro rivestirebbe (incidentalmente) anche un significato politico di convalida positiva dell'operato politico del governo: in particolare viene posto l'accento sulla caduta del famigerato spread addirittura al di sotto di 100.
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