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Domani la giornata contro le mutilazioni genitali femminili

Domani il 6 febbraio ricorre la giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili: si tratta di un problema che riguarda attualmente ben 140 milioni di ragazze e di donne che hanno subito nel corso della propria vita una pratica più o meno invasiva di mutilazione genitale.
Il fenomeno purtroppo si va estendendo anche all'Europa multietnica.
Se non si riesce ad individuare strategie efficaci nell'arginare il fenomeno, in base alla tendenza odierna, si prevede che entro il 2030 ai 140 milioni se ne aggiungeranno altri 86: ancora 86 milioni di bambine e ragazze che saranno destinate alla mutilazione genitale. Si tratta per lo più proprio di bambine e preadolescenti in quanto le pratiche di mutilazione vengono effettuate di solito prima dei 15 anni.

La pratica è illegale nei paesi civili e pertanto la clandestinità degli interventi costituisce un ulteriore fattore di rischio per le bambine che vi vengono sottoposte: è semplicemente una tortura gratuita e psicotraumatizzante, ma anche un elemento di rischio per la salute fisica.
Le donne che hanno subito pratiche di mutilazione oltre ai rischi immediati legati all'intervento (emorragie ed infezioni) possono sviluppare cisti ed avere maggiore probabilità di complicanze in corso di gravidanza e parto con seri rischi per loro stesse ed il bambino che portano in grembo.

L'ONU avverte che si tratta di una grave violazione dei diritti umani perpetrata ai danni delle bambine e delle donne ed intitola la giornata di domani alla tolleranza zero per le mutilazioni: a partire dal 2012 l'organizzazione delle Nazioni Unite ha adottato specifiche risoluzioni mirate alla sensibilizzazione ed alla eradicazione di questa usanza discriminante per il sesso femminile: oggi l'attenzione viene richiamata sul rilievo che il 18% delle ragazze che hanno subito mutilazioni genitali sono state operate da medici, in alcuni paesi questa percentuale sale anche di molto fino addirittura al 74% ed il coinvolgimento del personale sanitario può rappresentare un ostacolo sulla strada della eradicazione del problema, infatti uno dei temi scelti quest'anno riguarda appunto la necessità di mobilitare il personale sanitario contro questa pratica.


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