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L'egemonia del Lombardo-Veneto: domani il referendum

Si voterà domani in Lombardia ed in Veneto per la richiesta di una maggiore autonomia regionale: si tratta di una consultazione popolare senza alcun potere vincolante, di fatto inutile in effetti e senza conseguenze sull'attuale assetto politico nazionale. Un responso quindi mirato solo a rafforzare la posizione dei leghisti al tavolo di trattative con il governo centrale. Sia chiaro: è una questione di soldi, nel senso che Lombardia e Veneto ritengono di versare allo Stato Centrale più tasse di quanti finanziamenti ricevano poi per spese e servizi locali. Si tratta del famoso "residuo fiscale" che, come illustrato in un dettagliato articolo di "nova sole 24 ore", penalizzerebbe le Regioni più ricche del nord. 

Il residuo fiscale si ottiene calcolando la differenza tra le tasse incamerate in ambito regionale e le spese sostenute: una stima corretta tuttavia è complessa, in quanto può essere controverso il calcolo delle risorse effettivamente trasferite dalla Stato a ciascun territorio. Alcune spese infatti, pur essendo gestite in specifici ambiti regionali, possono riguardare tutto il territorio nazionale. Comunque sia, i leghisti non rivendicano nessuna indipendenza, ma vogliono soprattutto tenersi il proprio denaro ed esercitare la propria egemonia economica in Italia. 

Una situazione particolare questa all'interno della Lega Nord, dove Salvini ha fatto del nazionalismo il proprio cavallo di battaglia, anche per evitare il flop alle prossime elezioni nazionali, dove la base elettorale del Lombardo-Veneto rischierebbe di essere insufficiente. I governatori di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, promotori delle iniziative referendarie, hanno ricevuto comunque anche la benedizione dello stesso nazionalista Salvini (che evidentemente non brilla per coerenza, ma chi ne avrebbe dubitato?) e di altri esponenti della destra nazionalista e non. 

Si dà per scontata la vittoria del si, ma probabilmente la battaglia si gioca sull'afflusso alle urne: in quanti voteranno? Quale è la base elettorale sulla quale i leghisti possono contare? Con quanta forza presenteranno le loro richieste ed eserciteranno la loro pressione nella contrattazione col governo italiano? Per la consultazione referendaria solo in Veneto è previsto un quorum, mentre non c'è alcun quorum in Lombardia, ma il dato dell'affluenza sarà comunque rilevante per l'investitura popolare dei governatori leghisti. Si voterà solo domani, domenica 22 Ottobre dalle 7,00 del mattino fino alle 23,00.

Il referendum, secondo le diverse fonti di stampa, costa tra i 50 ed i 70 milioni di euro: tasse versate da tutti i contribuenti italiani, non sappiamo di quale regione, ma che certo sarebbero stati meglio investiti nell'edilizia scolastica o nel restauro del nostro patrimonio culturale ed artistico, tanto per dirne un paio...

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