La gita (Racconto breve)
Oggi partecipo all'iniziativa di Patricia insieme raccontiamo 26 con gli hastag #racconti #insiemeraccontiamo #fareblogging.
Si tratta di creare un brave racconto, partendo da un incipit scritto da Patricia. Ecco il titolo e l'incipit proposti questa settimana:
LA GITA
Non perse tempo a pensarci, i compagni di viaggio
stavano tutti intorno alla guida ad ascoltarne le spiegazioni, gli sembrò
anzi che non riuscissero neanche a guardarsi intorno, salvo qualcuno, che si
dava da fare a scattarsi foto sullo sfondo panoramico. Solo al momento dello
scatto le labbra grinzose si schiudevano nel sorriso. Gli si strinse il cuore:
alcune coppie parlottavano sottovoce con fare complice e colpevole e di certo
si lamentavano delle scarpe e della schiena o della colazione consumata in fretta
in autogrill prima di raggiungere la vallata. Sorrise tra sé e sé: di certo non
mancavano in quelle piccole confidenze intime le lamentele di stanchezza ed i
mugugni sulla levataccia che gli era toccata quel mattino. Probabilmente tutti
aspettavano speranzosi l'ora di pranzo per potersi rinfrescare e
rilassarsi. Qualcuno sgranocchiava crackers rigorosamente integrali per
stimolare l'intestino impigrito dagli anni. Per un attimo provò ad immaginarsi
la conversazione a tavola e dovette in tutta fretta girarsi ed allontanarsi per
dissimulare una risata cattiva, amara come il suo animo.
Continuò a camminare diretto al rudere sulla collina, mentre insieme ai suoi passi frettolosi si andava snodando davanti ai suoi occhi un sentiero di ricordi. Non era più stato lo stesso da quando l'ala fredda della morte lo aveva sfiorato così da vicino da portargli via l'amore della sua vita. Con la sua Margherita tutto era diverso: in una circostanza del genere gli sarebbe bastato uno sguardo complice e divertito e di sicuro avrebbero saputo godersi quella gita sogguardandosi, strizzando un occhio, chiacchierando con quella sfumatura di condiscendente cortesia che solo lei sapeva intonare e che lo faceva sentire insieme partecipe e distaccato, gratificato dalla bellezza di lei e da quella piccola superiorità che i suoi modi conferivano alla loro coppia, non più giovane, certo, ma nulla a che vedere con la squallida tristezza della vecchiaia chiusa nei suoi piccoli acciacchi degli amici e compagni occasionali che si trovavano intorno.
Continuò a camminare diretto al rudere sulla collina, mentre insieme ai suoi passi frettolosi si andava snodando davanti ai suoi occhi un sentiero di ricordi. Non era più stato lo stesso da quando l'ala fredda della morte lo aveva sfiorato così da vicino da portargli via l'amore della sua vita. Con la sua Margherita tutto era diverso: in una circostanza del genere gli sarebbe bastato uno sguardo complice e divertito e di sicuro avrebbero saputo godersi quella gita sogguardandosi, strizzando un occhio, chiacchierando con quella sfumatura di condiscendente cortesia che solo lei sapeva intonare e che lo faceva sentire insieme partecipe e distaccato, gratificato dalla bellezza di lei e da quella piccola superiorità che i suoi modi conferivano alla loro coppia, non più giovane, certo, ma nulla a che vedere con la squallida tristezza della vecchiaia chiusa nei suoi piccoli acciacchi degli amici e compagni occasionali che si trovavano intorno.
Continuava a camminare veloce, la strada era in salita e
cominciò ad ansimare, ma non volle fermarsi, tutto era come quella volta, loro
due giovani che correvano ad esplorare le rovine di un vecchio castello, quel
viaggio organizzato, non c'erano ancora i bambini, come ridevano e come
andavano di corsa per tornare in tempo prima che finisse la pausa concessa al
gruppo sul terrazzo... sembravano magiche quelle rovine e... no, non tornarono
in tempo perché si fermarono lì in un anfratto, forse di un antico sotterraneo e
lì come invasati dagli spiriti di paggi, fantesche e baroni si amarono di una
passione che sale al cielo, perché nessun nascondiglio può contenerla. Per un
attimo si sentì venir meno al pensiero, come se rotolasse in un dirupo, ma la
cima era così a portata di mano e la raggiunse, scoprendo con straordinario
stupore che erano proprio quelle stesse rovine, quelle di tanti anni fa.
Cominciò ad esplorarle febbrilmente per ritrovare la stanza nascosta e
semidistrutta, qualcosa di indistinto lo guidava ed infine la rivide...
Era una mattina cupa ed umida, la notte era trascorsa invano... La
polizia stacciava la zona con i cani. Dalla città erano arrivati i figli sconvolti che
aspettavano notizie sul piazzale della vallata. Con il passare delle ore la
disperazione si faceva più profonda: nessuna
speranza ormai che fosse ancora vivo, ma almeno poterlo trovare e rivedere prima
che gli animali del bosco ne facessero scempio. Un elicottero pelustrava la
zona dall'alto. Lo trovarono finalmente dopo dodici ore di ricerca: era freddo,
sorrideva...
E mi hai scritto che non sei soddisfatta? Ma va!!!!!
RispondiEliminaE' decisamente bello. Credo e spero che il tuo personaggio fosse atteso in quel preciso posto. Che la sua donna lo attendesse con un sorriso per potersi finalmente riunire.
Complimenti!
E grazie ancora!
Insomma non è il massimo dell'allegria :-D e non il genere fantasy che abitualmente tu prediligi, ma... è quello che è uscito dalle dita sulla tastiera... manco possiamo dire più dalla penna! Grazie Patricia per questi spunti: è un gioco stimolante, mi piace :)
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