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L'esodo e l'ecatombe nel canale di Sicilia: oltre 700 dispersi per il capovolgimento di un barcone

Non sempre bastano i soccorsi: in situazioni disperate una porta che si apre può essere il motivo di innumerevoli morti per calpestamento della folla che si riversa come un mostro acefalo verso lo spiraglio che promette salvezza. Qualcosa di simile è quello che è avvenuto durante la scorsa notte a circa 60 miglia a nord della costa libica: qualcuno a bordo di un natante di fortuna, uno dei soliti malandati cosiddetti barconi della speranza, lancia un allarme utilizzando un telefono.
La richiesta di aiuto viene raccolta dalla Guardia Costiera che individua la posizione e dirotta un mercantile portoghese presente in zona per cominciare a prestare i primi soccorsi, ma è appunto all'avvicinamento della nave che avviene la tragedia: 700 migranti stipati sul barcone si spostano sul lato dell'imbarcazione verso la nave di salvataggio, si sbilanciano, si capovolgono e cadono tutti in mare.
Delle 700 persone di cui si era parlato al momento sono stati recuperati 24 cadaveri e 28 persone vive: sono ancora in corso le ricerche di eventuali superstiti, anche se, malgrado le buone condizioni climatiche dopo tante ore è difficile recuperare altre persone vive.
La zona è al momento setacciata da navi ed elicotteri alla ricerca di segni di vita tra i cadaveri.
Le autorità politiche ed anche religiose, nella persona del papa, hanno commentato l'accaduto: il capo del governo convoca una riunione e chiede supporto ad altri paesi europei, appoggiato in questo dal presidente francese, il papa invita alla preghiera per coloro che hanno perso la vita e... Salvini non si smentisce: approfitta dell'occasione per accusare i progetti mare nostrum e triton, considerando le operazioni di salvataggio responsabili delle morti.
Il fatto è che da quando esistono i programmi strutturati per il soccorso in mare noi veniamo a sapere di queste stragi: il progetto italiano era stato varato dopo il 3 ottobre del 2013 quando cioè i cadaveri sono arrivati sulle coste italiane: fino a quel momento erano morti in alto mare e divenuti cibo per i pesci, non era certo il primo naufragio, non erano certo i primi morti, ma la spiaggia si trasformò in un cimitero, una realtà drammatica che esisteva da tempo e non poteva più essere ignorata. In precedenza stragi di questo genere in alto mare avvenivano ugualmente, ma non lo si veniva a sapere: ora che lo sappiamo c'è chi tace, chi interviene a salvare vite, chi esprime pietà e solidarietà e chi invece cinicamente cerca di strumentalizzare per tirare acqua al proprio mulino e solleticare i sentimenti xenofobi di alcune fasce di pubblico, ma non hanno capito evidentemente che nell'acqua si può anche annegare e che questa acqua  odora di morte.

Commenti

  1. Ke brutta cosa !!!! Credono di trovare un po d pace mi dispiace x loro. Tanto.ciao Clara ti voglio bene notte Bason.😴

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    1. Già una disgrazia gravissima, ma non è la prima :-(

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