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Lo sciopero del 5 maggio dei lavoratori della scuola


Quando ho letto di questa grande mobilitazione unitaria della scuola, programmata per il 5 maggio, la prima grande manifestazione unitaria dopo quella contro la riforma Gelmini, un pò mi è venuto da sorridere: voi forse non ci avete pensato, non è la prima associazione che avete fatto, invece io ho pensato all'ode di Manzoni in morte di Napoleone, intitolata il 5 maggio appunto.
Se vi ricordate: "ei fu..." con tutte le parafrasi canzonatorie che generazioni e generazioni di studenti sono riuscite a costruirvi intorno.
Se lo saranno ben meritato questo 5 maggio lorsignori insegnanti che ci hanno obbligato a mandare a memoria l'ode: "dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore...".

Certo quella contro la scuola italiana deve essere una vendetta e deve essere la vendetta degli scolari più discoli e sfaticati, ma anche quella di chi vuol creare una lobby nel mondo dell'insegnamento.
La cosa che più lascia perplessi infatti, è l'idea del preside  padrone, quello che assume i docenti per chiamata diretta: fino ad oggi il docente era una figura professionale indipendente, che si assumeva responsabilità (e con essa potere decisionale) in merito alla formazione dei suoi alunni, pur nei limiti delle programmazioni ministeriali.
Non che sia tutto oro, ovviamente: esistono insegnanti bravi e meno bravi, capaci e meno capaci, empatici e meno empatici, preparati e meno preparati e così via, ma è da presumere che questi continueranno ad esistere (come in qualsiasi altra categoria) indipendentemente dalle modalità di assunzione. Cosa cambia dunque?
Per lavorare, piuttosto che studiare e preparare concorsi, bisogna farsi conoscere ed apprezzare da qualche preside (obiettivo che invero, non necessariamente richiederà studi approfonditi).
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una legalizzazione di ogni forma di clientelismo e nepotismo: come controbattere, dunque? In effetti se non lo fosse ne avrebbe tutta l'apparenza: cosa poco edificante, in specie come modello educativo se si vuole insegnare ai ragazzi che il merito ed il lavoro ben fatto sono ciò che conta nella vita.

Una volta, ad esempio (diciamo negli anni '80) esisteva ancora una graduatoria dei medici di medicina generale che inoltravano richiesta per ottenere la convenzione per la medicina di base, poi nacque il cosiddetto associazionismo, che all'atto pratico comportava che un medico titolare della convenzione, scegliesse liberamente con chi associarsi ed a chi trasmettere quindi la titolarità: fu nepotismo? Chi può dirlo? Certo un modo di creare una lobby professionale: uno di quei mestieri che si ereditano ed ai quali è molto difficile accedere diversamente...
Sarà così anche per gli insegnanti o la spunteranno con il loro 5 maggio??
"... così percossa attonita, la terra al nunzio sta muta..."
Purché non si limiti questa manifestazione ad essere il corteo funebre di una scuola che da tempo ormai va in pezzi nel pieno senso metaforico e letterale che si voglia dare a questa espressione.

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