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Fobia di contaminazione

Secondo Jerome Kagan, un noto psicologo dello sviluppo,  "Solo gli esseri umani hanno paura di venire “contaminati” da sputi, feci, sporco, topi o scarafaggi." . La fobia della contaminazione insomma sarebbe specie-specifica e caratteristica solo della mente umana. Il fatto è che nel corso di una epidemia, come sta accadendo in questi giorni e come accadeva anche al tempo dei "Promessi Sposi" di Manzoni, la psicosi da contagio finisce per diffondersi molto più rapidamente del morbo e  malgrado io non sappia dire un granché a proposito delle antiche pestilenze, riguardo alla epidemia da Coronavirus dei giorni nostri, mi sento di affermare che questo clima di allarme paranoide sta finendo per produrre più danni dello stesso morbo. Quando questo avviene, quando si scatena cioè una follia collettiva di tale portata, è naturale pensare che evidentemente qualcosa della realtà concretamente ed attualmente vissuta stia entrando in risonanza con sentimenti profondi, ancestrali ed almeno parzialmente inconsci.

In realtà la paura di essere contaminati viene descritta anche tra le cosiddette fobie fisiologiche dell'infanzia: si tratta, nella mia lettura, della fobia dei piccoli animali che può comparire a partire dai 4-5 anni e che di solito possiede quelle caratteristiche di transitorietà che permettono di considerarla appunto fisiologica o parafisiologica, benché le crisi d'angoscia a fronte dello stimolo fobogeno possano essere preoccupanti per i genitori che vi assistono. 

La più tipica fobia di contaminazione comunque è la cosiddetta rupofobia, vale a dire la paura dello sporco: queste persone hanno difficoltà nel contatto fisico con oggetti ed altre persone ed inoltre sono obbligate di continuo ad abluzioni ripetute oltre ogni razionalità. Le fobie centrate sui piccoli animali e sugli insetti sono, a mio avviso, in qualche misura assimilabili alle fobie di contaminazione intese come paura che qualcuno o qualcosa di molto piccolo (microbi ed animaletti minuscoli) possano  invadere ed alterare la nostra persona e la nostra interiorità.

Le fobie, come i sogni, rivestono significati diversi ed individuali riferiti, nel caso delle fobie, a specifici conflitti psichici del singolo, ma nella misura in cui utilizzano abbastanza spesso simbologie universali, ci autorizzano anche a ricercare qualche radice  comune che appartenga all'universo emozionale collettivo. Anche da questo  punto di vista forse i bambini possono insegnarci qualcosa: non è infrequente infatti che nella prima età scolare compaiano paure chiaramente riferite alla morte, quella propria o di uno dei genitori. 

Una delle prime cose a cui corre il pensiero è che le fobie di contaminazione siano correlate alle angosce di morte: la ritualità religiosa che fin dai primordi della civiltà è stata strutturata intorno alla morte trova la sua utilità sociale in ragioni igieniche di tutela della comunità e di rispetto del defunto. La mummificazione delle salme praticata nella antica civiltà egiziana mirava a conservare l'integrità del corpo. La contaminazione e l'invasione da parte di piccoli animali sembra avere molto a che vedere con il senso di colpa (con annessa paura di punizione) e quindi anche con la morte per sua natura contaminata e contaminante. 

La fobia di contaminazione viene riferita abitualmente ad oggetti sconosciuti e sgradevoli, che temiamo possano alterarci in qualche modo: anche una mano sudaticcia può disturbarci perché quel sudore e quell'odore ci resteranno appiccicati addosso. Ciò che è sconosciuto è di solito meno rassicurante di quello che conosciamo e possiamo quindi controllare, le cose nuove contengono un potenziale di pericolosità cui non sappiamo se sapremo far fronte ed inoltre le cose sgradevoli, capaci di indurre reazioni di malessere e repulsione vengono a loro volta considerate brutte e cattive, come nella connotazione unica attribuita dalla mente infantile. La nostra maturazione, come il nostro cervello del resto, si sviluppa e si evolve per successive stratificazioni: il bambino dentro di noi continua a vivere fino alla fine, anche quando si esprime poco perché siamo naturalmente portati ad usare le nostre funzioni più evolute.

In questa contingenza particolare credo che convenga ottemperare serenamente alle indicazioni che sono state diffuse dagli organi ufficiali di tutela della salute pubblica e magari riflettere sui nostri timori se diventano eccessivamente angoscianti: qualcosa d'altro in noi sostiene queste angosce. Le contaminazioni in generale non sono evitabili, quella di questo virus in particolare può essere almeno in parte contenuta con misure adeguate e, come sempre, è importante tutelare i soggetti più vulnerabili.


Commenti

  1. Cara Sfinge spesso ci lasciamo coinvolgere anche senza sapere tutto,
    chi spesso parla non Sto arrivando! veramente nulla sulle specialità che dovrebbe sapere, personalmente non credo a tutto che ci raccontano.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Sempre passare al proprio vaglio critico ogni cosa, comunque la situazione in Lombardia sembra sia seria e mi dispiace. Buon fine settimana anche a te.

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  2. Le fobie sono davvero tante e molte si stanno scatenando senza controllo. Ieri una cassiera, con guanti e mascherina, ha fatto un balzo indietro per un colpetto di tosse di una persona in fila. Speriamo che tutto ritorni alla normalità il prima possibile. Buona giornata Sfinge.
    sinforosa

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    1. Immagino, Sinforosa: speriamo che tutto finisca al più presto!

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  3. Il genere umano vive tra paure e fobie, meglio essere più fatalisti e vivere ogni giorno.
    Serena domenica.

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    1. Istintivamente anch'io tendo ad essere un po' fatalista, ma anche in questo è sempre meglio essere razionali prima, poi... la prendiamo come viene.

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