Recensione di "Agnese e i diavoli" di James Matera
Un romanzo breve ed accattivante che io ho letto tutto d’un
fiato, nutrendo simpatia per la sfortunata, ma coraggiosa protagonista. La
narrazione è tessuta in un clima fiabesco, fiabe stile fratelli Grimm per
intenderci dove occhieggiano terrifici orchi e raccapriccianti carneficine e si
materializza quell’ancestrale paura di essere divorati.
Agnese è una ragazza
nata e cresciuta in un paesetto di campagna, non amata dai genitori fin dal
concepimento, gravato peraltro da sospetti e gelosie paterne. La ragazza è in
cerca dell’amore, ma sfortunatamente ha un aspetto mostruoso e soprattutto un
difetto particolare: i suoi lineamenti diventano grotteschi e rivoltanti e gli
occhi si gonfiano fino a schizzarle fuori dalle orbite quando è arrabbiata o
addolorata per qualche motivo. Dato che al suo paese e nella sua famiglia ha
ben poco da stare allegra, finché resta lì il suo aspetto rimane orribile e lei
riesce a collezionare diversi rifiuti dai ragazzi che le piacciono.
Dopo il
diploma Agnese decide di andare in città a cercare lavoro e fortuna e si mette
in viaggio per Bologna, sul treno incontra un’altra ragazza che le offre di
condividere un appartamentino in centro, essendo appena stata abbandonata dall’uomo con cui aveva convissuto: per Agnese è un colpo di fortuna, anche se dopo
breve tempo la compagna la lascia sola per andarsene a vivere con un suo nuovo
amore. In città, grazie anche ai consigli della sua amica, Agnese riesce a migliorare molto il
suo aspetto usando semplici accorgimenti nell’abbigliamento, nel trucco e nella
cura della pettinatura: ora è una donna desiderabile e riceve alcune avances che
tuttavia rifiuta essendo nella propria fantasia innamorata dell’ex fidanzato
della sua amica, tale William, che ha lasciato in casa i propri effetti
personali, sicché si attende che torni a riprenderli prima o poi.
Agnese riesce
a trovare lavoro, ma solo per un breve periodo di tempo, dopodiché viene
licenziata, inoltre subisce l’esibizionismo di un anziano coinquilino che
continua ad attenderla sul pianerottolo con l’accappatoio aperto: nelle
circostanze in cui perde la calma
trasfigura nel suo aspetto mostruoso e lancia maledizioni che,
stranamente, vanno proprio a segno, muoiono sia l’anziano pervertito che il
padrone che l’aveva licenziata ed Agnese comincia a percepire sensazioni
insolite. Una signora, parente dell’anziano, conosciuta dopo la disgrazia,
prende a benvolere la giovane Agnese, le confida alcune proprie preoccupazioni per suo figlio, chiedendole aiuto e la
raccomanda poi per un lavoro di badante. Agnese visita la vecchietta per cui
sarebbe richiesta la sua assistenza, ma non se la sente di accettare l’incarico
ed approfitta della circostanza per rubarle un paio di orecchini.
La ragazza ha completamente dimenticato la sua famiglia, ma
ecco presentarsi sotto casa padre e sorella, una sorella spesso e
misteriosamente incinta: i due, ubriachi e minacciosi, pretendono da lei
denaro, la picchiano e le rubano tutto, orecchini compresi. È così che Agnese
finalmente comprende il mistero delle gravidanze della sorella ed è così che
rinnega completamente qualsiasi dolcezza dei ricordi d’infanzia. Resterà chiusa
in casa per diversi giorni, affronterà
con l’aiuto di creature magiche e diaboliche la vendetta di quelli che
ha derubato, infine otterrà di nuovo il suo lavoro e, beh a questo punto lo si
è capito, continuerà ad essere una bella donna, un po’ mostro ed un po’ strega
…
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