Tempeste e profumi di primavera
Dicono che sia freddo ed i meteorologi minacciano vento, pioggia e neve sull'Italia, almeno fino a Venerdì.
Non so altrove, ma qui i mandorli sono fioriti, il cielo è capriccioso ed imprevedibile: repentinamente apre squarci di azzurro con riverberi di luce accecanti e poi torna col vento ad accumulare quella coltre grigio azzurrina, come polvere di un luogo trascurato da chi di rado dà un'occhiata in alto.
L'aria è d'un fresco frizzante e le foglie sgocciolano ancora la pioggia scatenata di poc'anzi.
Ogni fiore percosso dal vento non smette di sbuffare qualche suo aroma, che, inghiottito nel vortice, mescolato col resto, ti arriva alla fine sulla pelle con gli schizzi di pioggia e di mare che si impenna nel vento.
Poi cambia di nuovo e d'un tratto e si intravede dolcezza, poi torna ancora indietro, come un'altalena che ti confonde e ti dà il capogiro: di rado è una mite stagione la primavera e di Marzo già si sa che si dovrebbe internarlo, eppure nessuna tempesta è cupa in primavera, in fondo porta sempre speranza.
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