Gli italiani alle prese con l'italiano. Indagine Istat
Diffusa dall'Istat lunedì scorso una interessante indagine sulla cultura e la diversificazione culturale in Italia, condotta attraverso un'inchiesta riguardante la diffusione della lingua italiana fra gli italiani stessi ed in raffronto alla preferenza per l'uso dei dialetti locali.
Insomma la lingua rappresenta un importante aspetto della identità culturale e nazionale e pertanto dopo avere interessato la presidente della Camera (Laura Boldrini, ndr) ora diviene anche oggetto di studio per l'Istituto Italiano di Statistica.
Il primo dato che salta agli occhi è il fatto che i dialetti vengono usati più spesso nelle relazioni confidenziali e familiari, mentre l'uso della lingua italiana cresce con la distanza della relazione sociale: nel 2012 il 53,1% delle persone di età compresa fra i 18 ed i 74 anni usano prevalentemente l'italiano in famiglia, la quota cresce al 56,4% nei gruppi di amici fino a giungere all'84,8% nelle relazioni con persone estranee.
All'opposto, l'uso prevalente del dialetto riguarda sempre nel 2012 il 9% della popolazione tra i 18 ed i 74 in ambito familiare ed identica percentuale nella cerchia di amicizie, ma drasticamente ridotto nelle interazioni con estranei dove il dialetto rimane limitato all'1,8%.
Nella valutazione longitudinale raffrontando i dati dal 1995 al 2012 l'uso dell'italiano è in costante crescita ed inoltre risulta molto più diffuso tra i giovani: in ambito familiare infatti l'italiano è la lingua dominante per la fascia d'età 18-24 essendo usato dal 60,7% dei giovani, mentre per gli anziani dai 65 ai 74 anni la percentuale scende al 41,6%.
Viene registrata anche una diversificazione di genere, essendo le donne quelle che prediligono maggiormente l'uso della lingua italiana all'interno della cerchia familiare, il 55,2% a fronte del 51% del sesso maschile.
Lo stesso vale per le cerchie di amici che vede prevalere l'uso dell'italiano per il 60,9% delle donne in confronto al 51,7% degli uomini.
Esiste, com'era prevedibile, anche una discriminante culturale, valutata in base al livello di scolarizzazione: il 24,3% di coloro che hanno solo la licenza elementare usano maggiormente il dialetto in famiglia e nelle cerchie di amici, mentre questa abitudine riguarda soltanto l'1,7% di quelli che sono in possesso di un diploma di laurea.
L'abitudine al dialetto in famiglia e con gli amici, inoltre, è correlata anche alla posizione geografica, essendo un'abitudine diffusa maggiormente nelle regioni del sud e nelle isole piuttosto che al centro: usano prevalentemente l'italiano il 69,5% dei residenti del centro, contro il 38,8% dei residenti di sud ed isole. L'Istat rileva comunque che queste differenze territoriasli risultano attenuate rispetto a quanto risultava da una indagine analoga del 2006.
Nell'ambito delle lingue straniere nel 2012 il 58% della popolazione fra i 18 ed i 74 anni dichiara di conoscere almeno un'altra lingua diversa dall'italiano: si tratta dell'inglese nel 43,7% dei casi e del francese nel 21,7%. La conoscenza di lingue straniere è maggiormente diffusa nel centro-nord con percentuali mediamente al di sopra del 62%, mentre si attesta al 49,1% nel sud e nelle isole. Questo dato tuttavia va tarato: infatti il 30,6% delle persone che dicono di parlare una seconda lingua in realtà riconoscono poi di comprenderne solo una terminologia molto limitata, parole e frasi più comuni, mentre una completa padronanza della seconda lingua è limitata al 15% delle persone intervistate.
Insomma la lingua rappresenta un importante aspetto della identità culturale e nazionale e pertanto dopo avere interessato la presidente della Camera (Laura Boldrini, ndr) ora diviene anche oggetto di studio per l'Istituto Italiano di Statistica.
Il primo dato che salta agli occhi è il fatto che i dialetti vengono usati più spesso nelle relazioni confidenziali e familiari, mentre l'uso della lingua italiana cresce con la distanza della relazione sociale: nel 2012 il 53,1% delle persone di età compresa fra i 18 ed i 74 anni usano prevalentemente l'italiano in famiglia, la quota cresce al 56,4% nei gruppi di amici fino a giungere all'84,8% nelle relazioni con persone estranee.
All'opposto, l'uso prevalente del dialetto riguarda sempre nel 2012 il 9% della popolazione tra i 18 ed i 74 in ambito familiare ed identica percentuale nella cerchia di amicizie, ma drasticamente ridotto nelle interazioni con estranei dove il dialetto rimane limitato all'1,8%.
Nella valutazione longitudinale raffrontando i dati dal 1995 al 2012 l'uso dell'italiano è in costante crescita ed inoltre risulta molto più diffuso tra i giovani: in ambito familiare infatti l'italiano è la lingua dominante per la fascia d'età 18-24 essendo usato dal 60,7% dei giovani, mentre per gli anziani dai 65 ai 74 anni la percentuale scende al 41,6%.
Viene registrata anche una diversificazione di genere, essendo le donne quelle che prediligono maggiormente l'uso della lingua italiana all'interno della cerchia familiare, il 55,2% a fronte del 51% del sesso maschile.
Lo stesso vale per le cerchie di amici che vede prevalere l'uso dell'italiano per il 60,9% delle donne in confronto al 51,7% degli uomini.
Esiste, com'era prevedibile, anche una discriminante culturale, valutata in base al livello di scolarizzazione: il 24,3% di coloro che hanno solo la licenza elementare usano maggiormente il dialetto in famiglia e nelle cerchie di amici, mentre questa abitudine riguarda soltanto l'1,7% di quelli che sono in possesso di un diploma di laurea.
L'abitudine al dialetto in famiglia e con gli amici, inoltre, è correlata anche alla posizione geografica, essendo un'abitudine diffusa maggiormente nelle regioni del sud e nelle isole piuttosto che al centro: usano prevalentemente l'italiano il 69,5% dei residenti del centro, contro il 38,8% dei residenti di sud ed isole. L'Istat rileva comunque che queste differenze territoriasli risultano attenuate rispetto a quanto risultava da una indagine analoga del 2006.
Nell'ambito delle lingue straniere nel 2012 il 58% della popolazione fra i 18 ed i 74 anni dichiara di conoscere almeno un'altra lingua diversa dall'italiano: si tratta dell'inglese nel 43,7% dei casi e del francese nel 21,7%. La conoscenza di lingue straniere è maggiormente diffusa nel centro-nord con percentuali mediamente al di sopra del 62%, mentre si attesta al 49,1% nel sud e nelle isole. Questo dato tuttavia va tarato: infatti il 30,6% delle persone che dicono di parlare una seconda lingua in realtà riconoscono poi di comprenderne solo una terminologia molto limitata, parole e frasi più comuni, mentre una completa padronanza della seconda lingua è limitata al 15% delle persone intervistate.
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