Disabili gravi: non c'è assistenza per i meridionali
Una interessante revisione dell'Istituto nazionale di Statistica sulla situazione della disabilità grave in Italia, presentata alla Commissione Affari Sociali della Camera il 15 ottobre scorso e pubblicata ieri sul sito, fa giustizia finalmente di un dato macroscopico presente ogni giorno sotto gli occhi di tutti: l'assistenza per i disabili gravi nelle regioni del sud d'Italia costa allo Stato mediamente la settima parte di quel che costa invece nelle regioni del nord: praticamente mancano i servizi.
La spesa media nazionale annua per ciascuna persona con disabilità grave è di 2.886 euro, ma con una sperequazione rilevante tra nord e sud, un taglio netto: la media del nord è di 5.370 euro a persona, quella del meridione di 777 euro, circa un settimo della media settentrionale.
La spesa più elevata per servizi socio-assistenziali per i disabili gravi raggiunge a Trento i 14.671 euro pro capite ed in Calabria 504 euro.
Di fatto l'assistenza delle persone disabili nel meridione grava pressoché esclusivamente sui familiari, anzi sulle donne di ciascun nucleo, essendo il lavoro di cura familiare e domestico tradizionalmente considerato di pertinenza del ruolo femminile.
Le persone con disabilità grave in Italia sono complessivamente 3,2 milioni nel 2013 di cui 2 milioni e mezzo sono anziani dai 65 anni in su.
Il 3,4% di tutta la popolazione non è autonomo negli atti di vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, alimentarsi) si tratta di 2 milioni di persone di cui la metà ha più di 80 anni.
Il 2,6% della popolazione ha invece un handicap motorio, un milione e mezzo di persone nel complesso, mentre l'1,5% della popolazione ha difficoltà gravi nel comunicare per deficit sensoriali, quali sordità o cecità, o per deficit espressivo della parola e sono altre 900.000 persone.
In più della metà dei casi sono presenti contemporaneamente diversi tipi di limitazione (55,5%).
Le persone cui si riferisce la relazione Istat sono quelle riconosciute con gravità dalle Commissioni medico legali in base all'articolo 3, comma 3 della legge 104/92: il numero esatto di queste persone non è stato censito con precisione in mancanza di dati esaustivi, ma per la stima delle persone non autosufficienti, ci si è fondati sul numero di coloro che fruiscono della pensione per accompagnamento. Parliamo di 2.111.524 persone nel 2012 di cui 580.915 di età compresa fra i 6 ed i 64 anni ed il resto di 65 anni o più.
Quando il disabile grave è giovane ha buone probabilità di sopravvivere ai propri genitori e pertanto si pone il problema di ciò che sarà la sua vita dopo la morte dei familiari: i disabili gravi che vivono con i genitori sono circa 260.000 ed in oltre la metà dei casi, il 54% possono contare esclusivamente sull'aiuto dei propri familiari, solo il 17,6% fruisce di assistenza domiciliare da struttura pubblica.
In questo gruppo più della metà, 51% hanno fra i 6 ed i 24 anni, il 32% tra i 25 ed i 44 anni: in base a calcoli di previsione si stima che il 64% circa 165.000 persone sopravviveranno ai propri familiari e di questi 51.000 per oltre 25 anni! Di questi figli disabili gravi, destinati a sopravvivere a coloro che oggi se ne prendono cura, oltre la metà dispone di risorse economiche non adeguate per sopravvivere e pagare l'assistenza necessaria.
Non meno allarmante il quadro per gli anziani i quali fruiscono di assistenza domiciliare nel 25% dei casi e che per il 75% possono contare sull'aiuto dei familiari.
La responsabilità dei servizi di assistenza sociale appartiene agli enti locali, i comuni per la legge 328/2000 ma nell'ambito delle varie manovre finanziarie i fondi disponibili hanno subito importanti tagli dal 2009 e nel biennio 2011/12 si è registrato un calo di spesa per i disabili a livello nazionale.
Una curiosità per la cronaca: la parola disabilità è stata messa al bando al pari della parola handicap.
Si dice invece: limitazione funzionale, la sostanza che resta comunque è che l'handicap, disabilità o limitazione funzionale che dir si voglia dovrebbe essere un carico sociale.
La spesa media nazionale annua per ciascuna persona con disabilità grave è di 2.886 euro, ma con una sperequazione rilevante tra nord e sud, un taglio netto: la media del nord è di 5.370 euro a persona, quella del meridione di 777 euro, circa un settimo della media settentrionale.
La spesa più elevata per servizi socio-assistenziali per i disabili gravi raggiunge a Trento i 14.671 euro pro capite ed in Calabria 504 euro.
Di fatto l'assistenza delle persone disabili nel meridione grava pressoché esclusivamente sui familiari, anzi sulle donne di ciascun nucleo, essendo il lavoro di cura familiare e domestico tradizionalmente considerato di pertinenza del ruolo femminile.
Le persone con disabilità grave in Italia sono complessivamente 3,2 milioni nel 2013 di cui 2 milioni e mezzo sono anziani dai 65 anni in su.
Il 3,4% di tutta la popolazione non è autonomo negli atti di vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, alimentarsi) si tratta di 2 milioni di persone di cui la metà ha più di 80 anni.
Il 2,6% della popolazione ha invece un handicap motorio, un milione e mezzo di persone nel complesso, mentre l'1,5% della popolazione ha difficoltà gravi nel comunicare per deficit sensoriali, quali sordità o cecità, o per deficit espressivo della parola e sono altre 900.000 persone.
In più della metà dei casi sono presenti contemporaneamente diversi tipi di limitazione (55,5%).
Le persone cui si riferisce la relazione Istat sono quelle riconosciute con gravità dalle Commissioni medico legali in base all'articolo 3, comma 3 della legge 104/92: il numero esatto di queste persone non è stato censito con precisione in mancanza di dati esaustivi, ma per la stima delle persone non autosufficienti, ci si è fondati sul numero di coloro che fruiscono della pensione per accompagnamento. Parliamo di 2.111.524 persone nel 2012 di cui 580.915 di età compresa fra i 6 ed i 64 anni ed il resto di 65 anni o più.
Quando il disabile grave è giovane ha buone probabilità di sopravvivere ai propri genitori e pertanto si pone il problema di ciò che sarà la sua vita dopo la morte dei familiari: i disabili gravi che vivono con i genitori sono circa 260.000 ed in oltre la metà dei casi, il 54% possono contare esclusivamente sull'aiuto dei propri familiari, solo il 17,6% fruisce di assistenza domiciliare da struttura pubblica.
In questo gruppo più della metà, 51% hanno fra i 6 ed i 24 anni, il 32% tra i 25 ed i 44 anni: in base a calcoli di previsione si stima che il 64% circa 165.000 persone sopravviveranno ai propri familiari e di questi 51.000 per oltre 25 anni! Di questi figli disabili gravi, destinati a sopravvivere a coloro che oggi se ne prendono cura, oltre la metà dispone di risorse economiche non adeguate per sopravvivere e pagare l'assistenza necessaria.
Non meno allarmante il quadro per gli anziani i quali fruiscono di assistenza domiciliare nel 25% dei casi e che per il 75% possono contare sull'aiuto dei familiari.
La responsabilità dei servizi di assistenza sociale appartiene agli enti locali, i comuni per la legge 328/2000 ma nell'ambito delle varie manovre finanziarie i fondi disponibili hanno subito importanti tagli dal 2009 e nel biennio 2011/12 si è registrato un calo di spesa per i disabili a livello nazionale.
Una curiosità per la cronaca: la parola disabilità è stata messa al bando al pari della parola handicap.
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