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La legge di Murphy: il caso di Myrtilla

Vi dirò: prima di mettermi qui ad imbrattare carte dovrei friggere qualcosa, ma ho sentito il forte richiamo del post pubblicato qualche giorno fa sul blog di Myrtilla, facente parte della serie #insieme raccontiamo. Il fatto è che si tratta di un incipit divertente, che mi ha solleticata, evocando nella mia mente la tristemente nota legge di Murphy. 

Secondo il primo e fondamentale assioma della legge di Murphy: "Se qualcosa può andar storto, allora andrà storto". Ora voi mi direte che qualunque cosa può andare male e non per questo poi va necessariamente male nella realtà, ma è più probabile che il problema nasca invece quando voi pensate che possa andar male e lo pensate anche con una certa insistenza e timore, non solo dimostrando sfiducia nelle vostre stesse capacità, ma anche disincanto rispetto alla benevola accoglienza che il mondo circostante vi riserverà. Certo se voi temete che qualcosa possa andare male ricadrete nell'altra legge fondamentale, ovvero la profezia che si autodetermina.

Contrariamente alla legge di Murphy, che alcuni di voi potrebbero prendere sottogamba, considerandola una spiritosaggine di scienziati burloni, la profezia che si autodetermina invece è una cosa molto seria: quest'ultima infatti è stata elaborata dall'insigne sociologo e docente universitario Robert Merton, deceduto nel 2003 (pace all'anima sua). Insomma questo studioso ha stabilito un nesso diretto tra la realtà del pensiero (io penso che possa andare storto) e le sue conseguenze nella realtà (andrà storto). Qui non c'entrano niente il masochismo ed il narcisismo (dato che ho formulato io la previsione, gratifica il mio ego dimostrare che ho ragione, anche a costo di prenderlo a quel servizio) perché si tratta di una analisi sociologica e l'ipotesi potrebbe essere stata formulata non da me, ma da qualcun altro su di me (poi se mi viene per le mani il qualcun altro ne parliamo a quatt'occhi!). 

Bene, però queste erano divagazioni: ora torniamo a Myrtilla ed al suo incipit. Il gioco consiste nello sviluppare un breve racconto da un titolo ed un incipit scritto dall'autrice ed in questa tornata di #insiemeraccontiamo 43, l'incipit è questo:

Il rientro. O forse no?
Stava tornando. O forse no? Non ne era sicura. Di certo a casa sua l’UCAS funzionava alla grande! L’Ufficio Complicazioni Affari Semplici si era stabilito in pianta stabile al suo domicilio e non si scrostava più. Sapeva che i suoi amici avrebbero avuto pazienza ma fino a quando? Doveva loro una spiegazione sulla sua presenza sempre più scarsa.

Converrete con me che l'UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici) altro non è se non la burocratizzazione delle sunnominate leggi! Ed eccovi quindi il mio sviluppo:

La giovane Myrtilla affrontava per la prima volta una situazione del genere e la cattiva notizia era che questa volta non poteva sottrarsi, scappare era impossibile: quella era casa sua! Le era costato tanto lavoro mettere su quell'appartamentino piccolo ed accogliente. I funzionari infatti sembravano gradire e trovarsi perfettamente a proprio agio: si trattava di tre impiegatucci, che lei avrebbe visto volentieri (tanto più volentieri) in un film comico come caratteristi: c'era quello grassoccio e bassino con gli occhialini a cerchio, che avvampava ogni qual volta si accalorava nel parlare per dimostrare la inconfutabilità delle sue ragioni alle ormai flebili e rassegnate proteste della malcapitata Myrtilla!

"C'è una legge mia cara! La legge non ammette ignoranza, lo sa lei? E noi qui dobbiamo rispettarla pedissequamente: siamo funzionari dello Stato, mica stiamo qui a giocare!"

"Ma quale legge?" ribatteva la povera Myrtilla "Se vi ho già dato tutte le spiegazioni ed è tutto molto semplice in fondo: potrebbe capirlo anche un bambino di seconda elementare!"

"Eh semplice è una bella parola, mi creda sarà semplice il suo cervello, visto che non comprende la necessità di queste procedure: io ci sto impazzendo dalle sette di questa mattina! Piuttosto mia cara che ne direbbe di prepararmi una tazza di the? Sono piuttosto affaticato e la stanchezza mi rallenta" aggiungeva il furbacchione in tono soave e ben conscio che la velata minaccia contenuta nelle sue parole avrebbe terrorizzato la sua vittima. Myrtilla preparava il the, incappando in mille piccoli incidenti domestici, che la facevano imbufalire e fantasticando nel proprio intimo di rovesciarglielo addosso bollente il the a quell'ometto, ma... arrivata al punto gliene mancava il coraggio, perché in fondo era proprio una brava ragazza.

Il secondo uomo era invece un tipo alto e magrissimo, aveva solo una specie di bisaccia molle al posto del ventre, che penzolava davanti alla cintura dei pantaloni, le sue mani erano sempre sudate e si muoveva a scatti: non poteva essere disturbato in nessun momento, perché era estremamente irritabile e scostante. Riusciva a sopportare solo il proprio diretto superiore di fronte al quale quasi scattava sull'attenti, annuiva ascoltandolo, talvolta arrossiva o balbettava qualcosa per poi tornare nella sua frenetica attività di non si sa che. Myrtilla però non poteva parlargli: lui faceva finta di non sentire ed evitava di volgersi verso di lei o risponderle, dimostrandosi sempre molto indaffarato in qualcosa d'altro. I due si evitavano reciprocamente come fanno due calamite messe vicine con il polo del medesimo segno una verso l'altra.

Il terzo uomo era il più strano, col cranio rasato, tranne un codino sottilissimo annodato sulla nuca: quel codino suggeriva l'idea dell'untume. Il terzo soggetto pareva giocasse a fare il gentile, era quello che si produceva sempre in rocambolesche e verbose spiegazioni, tanto che pareva amasse troppo il suono della propria voce. Myrtilla da tempo sospettava che quella sua mania di intrattenerla con discorsi misteriosi fosse un modo di scansare il lavoro noioso che invece impegnava completamente gli altri due, tanto che ne parevano sommersi. Non era da scartare l'ipotesi che cercasse di corteggiarla... figurarsi! Se non le avesse fatto ribrezzo il codino lo avrebbe usato volentieri come presa per lanciare quel figuro fuori dalla finestra, ma... si sa, lei era una brava ragazza!

Quel giorno però le era balenata in mente un'idea geniale: aveva ormai capito che quei tre non sarebbero andati via per le sue suppliche, così decise di usare un piccolo stratagemma. Aveva saputo dal chiacchierone che l'UCAS dipendeva direttamente dal Ministero dei Guazzabugli e quindi invece di tornare dritta a casa fece una deviazione per visitare il palazzo del Ministero: aveva in mente un suo piano. Comprò da un rigattiere nei pressi secchio, mazze, scopa ed un camice blu, girò intorno al palazzo per entrare da una porta di servizio ed infatti riuscì ad ingannare un sorvegliante passando per una operaia delle pulizie che arrivava in ritardo, quindi si infilò fino ai piani alti e, trovata una stanza vuota, alzò la cornetta del telefono e compose il numero di casa sua.

Oh amici miei quel giorno i tre burocrati ricevettero una lavata di capo epocale: facendosi passare per una diretta collaboratrice del Ministro, la nostra timida Myrtilla rimproverò i tre burocrati per aver ignorato una mail (che i malcapitati giuravano di non avere mai ricevuto) che segnalava del lavoro urgente da svolgere con assoluta priorità presso un domicilio diverso (che per puro caso era quello della dirigente di Myrtilla: mica per cattiveria, ma sapete come capita, fu il primo a venirle in mente!). Quel giorno Myrtilla dette sfogo a tutta la propria rabbia repressa e fu capace di descrivere con estrema precisione l'opinione che si era fatta dei tre. Dopo aver fatto questo si chiuse in un bagno per lasciarvi camice e scope, infine uscì dall'ingresso principale come qualsiasi visitatrice autorizzata ed a passo veloce si diresse verso casa. 

Commenti

  1. Devo dire mi ha intrigato, lavorando poi costantemente a stretto gomito con l'UCAS di mio riferimento, posso comprendere quanto di quel tempo si possa perdere inutilmente, cercando soluzioni costantemente bocciate dal potere costituito... ;)

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    1. Grazie Franco: speravo che la storiella potesse strappare un sorriso.

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  2. Sono nuovamente in ritardo Sfinge, scusa! Ma purtroppo ultimamente Murphy o non Murphy le... cose rotolano e non si fermano.
    Bello il tuo tuo finale del finale :)
    SE potessi fare anch'io una cosa del genere ti garantisco che dopo mi sentirei moooooolto meglio. Anche senza nascondermi dietro una telefonata :) Purtroppo non è possibile però.
    GRazie della partecipazione.
    Inserisco il tuo finale nel riepilogo e naturalmente linko il tuo blog e il tuo post
    Buon fine settimana

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    1. :-D Grazie Patricia, soprattutto per gli stimoli che mi dai: sei un vulcano e... non ti preoccupare se c'è un tappo che ora sembra possa bloccarti. Tu lo farai saltare: ne sono certa! Buon weekend!

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  3. Ottimo racconto, che sicuramente Patricia apprezzerà.
    Serena domenica.

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