L'8% dei disoccupati è disposto a compiere attività illegali per vivere
Anche la moralità è un fatto relativo, forse non proprio la moralità, ma diciamo almeno la fiducia nello Stato e nelle sue regole: secondo una indagine di Coldiretti Ixè, relazionata oggi da Roberto Weber al XIV forum internazionale di Cernobbio dell'agricoltura e dell'alimentazione, un disoccupato su dieci è disposto ad andare contro le regole per riuscire a sbarcare il lunario.
Il 61% addirittura è pronto a lavorare in esercizi commerciali, aziende o altro dove la delinquenza organizzata investe denaro per riciclarlo e l'8% è anche pronto a delinquere.
Il 18% non avrebbe difficoltà ad acquistare presso rivendite o punti di ristorazione gestiti dalla delinquenza organizzata per semplice comodità, qualità o risparmio.
Le organizzazioni di stampo camorristico o mafioso non vengono più vissute come qualcosa di limitato al meridione d'Italia, ma l'84% delle persone ritiene che si tratti di fenomeni diffusi in tutta la penisola contro un piccolo 13% che continua a credere che si tratti di un fenomeno che riguarda solo il sud dell'Italia.
Una parte della gente pensa che laddove c'è povertà, la delinquenza ha comunque creato occasioni di lavoro ed è questa la chiave delle connivenze e delle coperture di cui gode in certi territori.
Sono dati interessanti, che confermano, cifre alla mano, un principio facilmente interpretabile: laddove c'è fame e povertà le persone sono state oggettivamente abbandonate e dimenticate dallo Stato che dovrebbe proteggerle. In modo analogo la trascuratezza da parte di un genitore viene considerata in sede giudiziaria una forma grave di maltrattamento.
Le persone oggettivamente lasciate nella miseria si sentono soggettivamente abbandonate e svalutate, proprio come avviene per i figli trascurati in una famiglia: questo vissuto nel peggiore dei casi induce depressione (davvero non sono nessuno e non valgo nulla) nel migliore dei casi ribellione (io sono qualcuno, ma tu sei cattivo ed inaffidabile).
La ribellione contro lo Stato significa sfiduciare le sue regole e trasgredirle: purtroppo è l'assenza dello Stato che genera la delinquenza ...
Il 61% addirittura è pronto a lavorare in esercizi commerciali, aziende o altro dove la delinquenza organizzata investe denaro per riciclarlo e l'8% è anche pronto a delinquere.
Il 18% non avrebbe difficoltà ad acquistare presso rivendite o punti di ristorazione gestiti dalla delinquenza organizzata per semplice comodità, qualità o risparmio.
Le organizzazioni di stampo camorristico o mafioso non vengono più vissute come qualcosa di limitato al meridione d'Italia, ma l'84% delle persone ritiene che si tratti di fenomeni diffusi in tutta la penisola contro un piccolo 13% che continua a credere che si tratti di un fenomeno che riguarda solo il sud dell'Italia.
Una parte della gente pensa che laddove c'è povertà, la delinquenza ha comunque creato occasioni di lavoro ed è questa la chiave delle connivenze e delle coperture di cui gode in certi territori.
Sono dati interessanti, che confermano, cifre alla mano, un principio facilmente interpretabile: laddove c'è fame e povertà le persone sono state oggettivamente abbandonate e dimenticate dallo Stato che dovrebbe proteggerle. In modo analogo la trascuratezza da parte di un genitore viene considerata in sede giudiziaria una forma grave di maltrattamento.
Le persone oggettivamente lasciate nella miseria si sentono soggettivamente abbandonate e svalutate, proprio come avviene per i figli trascurati in una famiglia: questo vissuto nel peggiore dei casi induce depressione (davvero non sono nessuno e non valgo nulla) nel migliore dei casi ribellione (io sono qualcuno, ma tu sei cattivo ed inaffidabile).
La ribellione contro lo Stato significa sfiduciare le sue regole e trasgredirle: purtroppo è l'assenza dello Stato che genera la delinquenza ...
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