In difesa del latte delle mucche
Non sono riuscita ad aprire un quotidiano oggi che non parlasse delle mucche e degli accorgimenti da adottare accortamente nella loro alimentazione per poterne ricavare il miglior latte al momento della mungitura: perché sennò uno alleverebbe le sue mucche prendendosi il disturbo di dar loro da mangiare e di pulire anche le stalle?
Le mucche danno il latte, si sa, lo insegnano ai bambini fin dalla scuola materna, ma vanno curate e nutrite, poverine.
Nell'osservare il grande interesse che oggi circonda le mucche, mi dico: chissà la Coldiretti?!
Perché, sapete, anche loro si occupano spesso di mucche, latte e quote latte e si tratta di un settore sempre in crisi (a sentir loro, gli allevatori) ed ecco che vado a pescare (sul sito Coldiretti) un articolo del 2 Giugno che titola: "Crisi latte: chiuso il 60% delle stalle di montagna" (poveri noi).
E allora ditelo prima, no? Loro già lo sapevano che c'era la crisi del latte e voi ve ne accorgete solo adesso? La cosa sta così: nella metafora intercettata dalle forze dell'ordine nell'ambito dell'inchiesta cosiddetta mafia capitale, durante una conversazione telefonica fra loschi figuri (oggi ne hanno rastrellato un'altra quarantina) i politici sono le mucche o vacche (che pure è italiano) le quali vacche devono mangiare prima di poter essere munte.
Un principio elementare: se la mucca non ha mangiato non riesce a produrre latte, qualunque contadino analfabeta del secolo scorso potrebbe confermarlo.
Voi forse considerate vergognoso lo sprezzo, neanche tanto implicito e sotteso, quanto piuttosto pubblico e manifesto, che la metafora contiene nell'assimilare la classe politica ai bovini da allevamento da sfruttare per i propri scopi, ma io chiedo: che cosa avete dunque contro le mucche?
Le mucche sono creature semplici, naturali e sincere, non rubano (le mucche) non imbrogliano e non sfruttano nessuno, producono il latte perché così vuole la loro natura e per natura lo darebbero anche ai propri vitelli, non è colpa loro se qualcun altro se ne impadronisce per propria avidità o bisogno, ma loro (le mucche) non sono avide per nulla, poverette mangiano per mantenersi in vita, non per accumulare ricchezza e insomma se ci trovassimo al posto della mucca noi potremmo a buona ragione considerarci profondamente offesi dell'improprio paragone.
La Coldiretti ce l'ha con il latte di importazione di qualità scadente che obbliga gli allevatori ad abbassare i prezzi e finisce per distruggere la produzione nostrana, così anche la metafora dei traffici di mafia capitale era riferita a qualcosa che viene dall'estero: quegli imbrogli ed affarismi sui campi di accoglienza per i profughi (che vengono dall'estero anche loro) un business dove sembra ci abbiano guadagnato la malavita e gli amministratori locali, ma non i rifugiati ed ancor meno i cittadini italiani, sicché al posto delle mucche, noi al massimo potremmo tollerare il confronto con queste due ultime categorie, ma non oltre. Ecco come nasce la xenofobia: vedete che guai combinano dall'estero!
Che vadano in galera! Tuona ora il governo, ma non stupitevi se ne verrà invece candidato qualcuno nelle prossime tornate elettorali: chi è abile nella mungitura riesce a mungere di tutto da tutti, compresi i voti degli elettori e questo si sa...
Le mucche danno il latte, si sa, lo insegnano ai bambini fin dalla scuola materna, ma vanno curate e nutrite, poverine.
Nell'osservare il grande interesse che oggi circonda le mucche, mi dico: chissà la Coldiretti?!
Perché, sapete, anche loro si occupano spesso di mucche, latte e quote latte e si tratta di un settore sempre in crisi (a sentir loro, gli allevatori) ed ecco che vado a pescare (sul sito Coldiretti) un articolo del 2 Giugno che titola: "Crisi latte: chiuso il 60% delle stalle di montagna" (poveri noi).
E allora ditelo prima, no? Loro già lo sapevano che c'era la crisi del latte e voi ve ne accorgete solo adesso? La cosa sta così: nella metafora intercettata dalle forze dell'ordine nell'ambito dell'inchiesta cosiddetta mafia capitale, durante una conversazione telefonica fra loschi figuri (oggi ne hanno rastrellato un'altra quarantina) i politici sono le mucche o vacche (che pure è italiano) le quali vacche devono mangiare prima di poter essere munte.
Un principio elementare: se la mucca non ha mangiato non riesce a produrre latte, qualunque contadino analfabeta del secolo scorso potrebbe confermarlo.
Voi forse considerate vergognoso lo sprezzo, neanche tanto implicito e sotteso, quanto piuttosto pubblico e manifesto, che la metafora contiene nell'assimilare la classe politica ai bovini da allevamento da sfruttare per i propri scopi, ma io chiedo: che cosa avete dunque contro le mucche?
Le mucche sono creature semplici, naturali e sincere, non rubano (le mucche) non imbrogliano e non sfruttano nessuno, producono il latte perché così vuole la loro natura e per natura lo darebbero anche ai propri vitelli, non è colpa loro se qualcun altro se ne impadronisce per propria avidità o bisogno, ma loro (le mucche) non sono avide per nulla, poverette mangiano per mantenersi in vita, non per accumulare ricchezza e insomma se ci trovassimo al posto della mucca noi potremmo a buona ragione considerarci profondamente offesi dell'improprio paragone.
La Coldiretti ce l'ha con il latte di importazione di qualità scadente che obbliga gli allevatori ad abbassare i prezzi e finisce per distruggere la produzione nostrana, così anche la metafora dei traffici di mafia capitale era riferita a qualcosa che viene dall'estero: quegli imbrogli ed affarismi sui campi di accoglienza per i profughi (che vengono dall'estero anche loro) un business dove sembra ci abbiano guadagnato la malavita e gli amministratori locali, ma non i rifugiati ed ancor meno i cittadini italiani, sicché al posto delle mucche, noi al massimo potremmo tollerare il confronto con queste due ultime categorie, ma non oltre. Ecco come nasce la xenofobia: vedete che guai combinano dall'estero!
Che vadano in galera! Tuona ora il governo, ma non stupitevi se ne verrà invece candidato qualcuno nelle prossime tornate elettorali: chi è abile nella mungitura riesce a mungere di tutto da tutti, compresi i voti degli elettori e questo si sa...
Ciao Clara, ti faccio un appunto zootecnico: il termine esatto è "vacca" e non "mucca". Che poi più che altro si parlerebbe di "bovine da latte", poiché la "vacca" è quella da carne.
RispondiEliminaDettagli tecnici a parte, visto che non credo che gliene freghi niente a nessuno se si chiamano "mucche", "vacche" o "bovine", tanto il succo è sempre lo stesso, credo che un paese che arriva a sfruttare l'immigrazione clandestina per il proprio interesse, sia ormai senza speranza... e visti gli ultimi avvenimenti, poi, credo che fra poco finiremo senza più nulla da mungere, se non ci siamo già arrivati.
Buona serata
Ciao Poiana e grazie per il tuo intervento da esperta: qui il malaffare si intrufola dovunque circoli denaro e non solo per gli immigrati, ma anche per i malati.... lasciamo perdere che è meglio :-( buona notte
Elimina...per i malati, per gli orfani... e a farne le spese sono sempre gli stessi. Anzi che ogni tanto esce fuori qualcosa come "Mafia Capitale" e si scoprono un po' di altarini.
EliminaGià, come dici tu, forse è meglio lasciare stare :*
Buona giornata
......mi correggo da sola aggiungendo che sono "vacche" anche quelle da latte.
RispondiEliminaBaci cara
Ahah come sei precisa: vacche o mucche per me pari sono... un abbraccio anche a te!
EliminaAhahahah va be' giusto per essere precisi :D
EliminaArticolo divertente su un argomento triste, Clara. Un saluto :)
RispondiEliminaCiao Ivano: credo che tu abbia ragione, ma a volte si ride per esorcizzare anche il disgusto e l'amarezza, forse meno pervasivi, ma più penetranti della tristezza.
EliminaSento che sei giovane e buono se queste cose ti rattristano soltanto...
Un caro saluto anche a te Ivano.