Oltre 30.000 morti l'anno in Italia per inquinamento atmosferico
Si è tenuto ieri a Roma presso l'Auditorium del Ministero della Salute l'incontro per la presentazione dei risultati del progetto CCM VIIAS: uno studio centrato sugli effetti dell'inquinamento in rapporto tanto all'ambiente che alla salute umana. Il progetto, finanziato dal Ministero, viene portato avanti con la collaborazione di diverse strutture sanitarie territoriali ed istituti universitari.
Secondo i dati raccolti la sola componente inquinante costituita dal particolato PM2.5 (polveri sottili) è responsabile di 30.000 decessi ogni anno sul territorio italiano e questo incide per il 7% sul totale dei decessi a livello nazionale.
Il gruppo di ricerca e progettazione sull'inquinamento atmosferico in Italia vuole essere una risposta alla risoluzione adottata in materia dalla 68° Assemblea Mondiale della Salute, che ha sollecitato i governi a provvedere in merito a quella che viene considerata una delle emergenze prioritarie in tema di salute.
Ma vediamo quale è la situazione in Italia: lo studo Viias ha preso in considerazione i principali inquinanti, quali le polveri sottili (PM2.5) il biossido di azoto (NO2) e l'ozono (O3) stabilendone la concentrazione nell'anno di riferimento 2005, poi nel 2010 ed infine effettuando calcoli di previsione per quanto c'è da attendersi nel 2020.
Secondo questo studio quasi un terzo (il 29%) della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione di inquinanti dell'aria si mantiene al di sopra dei limiti di legge: da questo punto di vista la situazione è peggiore nelle regioni del nord dove abita il 65% delle persone esposte ad elevate concentrazioni di inquinanti.
L'andamento delle morti conseguenti ad inquinamento è il seguente:
Secondo i dati raccolti la sola componente inquinante costituita dal particolato PM2.5 (polveri sottili) è responsabile di 30.000 decessi ogni anno sul territorio italiano e questo incide per il 7% sul totale dei decessi a livello nazionale.
Il gruppo di ricerca e progettazione sull'inquinamento atmosferico in Italia vuole essere una risposta alla risoluzione adottata in materia dalla 68° Assemblea Mondiale della Salute, che ha sollecitato i governi a provvedere in merito a quella che viene considerata una delle emergenze prioritarie in tema di salute.
Ma vediamo quale è la situazione in Italia: lo studo Viias ha preso in considerazione i principali inquinanti, quali le polveri sottili (PM2.5) il biossido di azoto (NO2) e l'ozono (O3) stabilendone la concentrazione nell'anno di riferimento 2005, poi nel 2010 ed infine effettuando calcoli di previsione per quanto c'è da attendersi nel 2020.
Secondo questo studio quasi un terzo (il 29%) della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione di inquinanti dell'aria si mantiene al di sopra dei limiti di legge: da questo punto di vista la situazione è peggiore nelle regioni del nord dove abita il 65% delle persone esposte ad elevate concentrazioni di inquinanti.
L'andamento delle morti conseguenti ad inquinamento è il seguente:
- Anno 2005: 34.552 morti per esposizione al particolato, 23.387 per esposizione al biossido di azoto e 1.707 per l'ozono. gli scarichi del traffico cittadino ed i prodotti di combustione di legno ed altro materiale biologico sono i principali responsabili dell'elevato tenore di polveri sottili nelle grandi città.
- Anno 2010: 21.524 morti per il PM2.5 ed 11.993 per il NO2 ma questa riduzione di decessi sembra dovuta alla riduzione di emissioni (e di produzione) per effetto della crisi economica.
- Anno 2020: le previsioni purtroppo non vanno verso un miglioramento, si prospettano 28.595 morti per il particolato PM2.5 e 10.117 per il biossido di azoto NO2.
Le soluzioni proposte dal team di studio prevedono la riduzione della concentrazione di inquinanti nell'aria italiana del 20% entro il 2020 e/o la completa adesione dell'Italia alle normative UE in materia di qualità dell'aria.
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