I diritti (negati) dei bambini italiani
Si sente ripetere spesso, ancor prima dell'inizio della crisi economica, ma ancora più negli ultimi anni che l'Italia non è un paese per giovani che tendono ad emigrare in massa in cerca di fortuna altrove, ma in verità, purtroppo l'Italia sembra non sia neanche un paese per bambini: ce lo dice l'8° rapporto del CRC (il gruppo di lavoro per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza) che mercoledì ha presentato il suo aggiornamento a Giuliano Poletti, ministro del lavoro e delle politiche sociali.
La convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza vincola l'Italia all'adozione di politiche e provvedimenti strutturati e sistematici a tutela della età evolutiva, ma fino ad oggi non sembra che vi siano stati investimenti e politiche adeguate nel settore: attualmente un bambino su sette nasce e vive in assoluta povertà, il numero di minori in condizioni di povertà assoluta tende ad aumentare sempre più erano 1 milione e 58 mila nel 2012 ma già 1 milione e 434 mila nel 2013.
Un bambino su 20 assiste a scene violente in famiglia ed 1 su 100 subisce direttamente maltrattamenti, ancora un bambino su 20 vive in zone insalubri a rischio per gli inquinanti e con mortalità locale elevata, due bambini su 100 si trovano in una situazione che è destinata ad avere esito in una condizione di disabilità all'ingresso nella scuola dell'obbligo.
Non esiste di fatto alcun controllo ed alcuna tutela sociale nel corso della prima infanzia in Italia: infatti 8 bambini su 10 non possono fruire di servizi educativi prima dei 3 anni, vi è in pratica una grave carenza di asili-nido per i più piccoli, il che si traduce in zero assistenza (anche nutrizionale con quanto ne consegue) per i bambini di nuclei familiari indigenti.
Fra i 3 ed i 5 anni un bambino su 10 non ha la possibilità di frequentare la scuola materna.
La carenza dei nidi è particolarmente grave nelle regioni del sud (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
I minori inseriti attualmente in comunità alloggio sono uno su 500, ma la situazione è aggravata dagli sbarchi di minori non accompagnati: secondo i dati diffusi nel rapporto CRC solo nel primo trimestre di quest'anno sono sbarcati in Italia 902 minori di cui 613 non accompagnati e di questi oltre 500 sono ancora in attesa di collocamento in comunità alloggio.
Dalla nascita ai 5 anni di età nel nostro paese abbiamo un mondo di infanzia sommersa sulla quale è anche difficile raccogliere i dati che diverse Regioni non riescono a fornire o che comunque risultano discordanti quando comparati con quelli risultanti da Dipartimento di giustizia minorile.
La convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza vincola l'Italia all'adozione di politiche e provvedimenti strutturati e sistematici a tutela della età evolutiva, ma fino ad oggi non sembra che vi siano stati investimenti e politiche adeguate nel settore: attualmente un bambino su sette nasce e vive in assoluta povertà, il numero di minori in condizioni di povertà assoluta tende ad aumentare sempre più erano 1 milione e 58 mila nel 2012 ma già 1 milione e 434 mila nel 2013.
Un bambino su 20 assiste a scene violente in famiglia ed 1 su 100 subisce direttamente maltrattamenti, ancora un bambino su 20 vive in zone insalubri a rischio per gli inquinanti e con mortalità locale elevata, due bambini su 100 si trovano in una situazione che è destinata ad avere esito in una condizione di disabilità all'ingresso nella scuola dell'obbligo.
Non esiste di fatto alcun controllo ed alcuna tutela sociale nel corso della prima infanzia in Italia: infatti 8 bambini su 10 non possono fruire di servizi educativi prima dei 3 anni, vi è in pratica una grave carenza di asili-nido per i più piccoli, il che si traduce in zero assistenza (anche nutrizionale con quanto ne consegue) per i bambini di nuclei familiari indigenti.
Fra i 3 ed i 5 anni un bambino su 10 non ha la possibilità di frequentare la scuola materna.
La carenza dei nidi è particolarmente grave nelle regioni del sud (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
I minori inseriti attualmente in comunità alloggio sono uno su 500, ma la situazione è aggravata dagli sbarchi di minori non accompagnati: secondo i dati diffusi nel rapporto CRC solo nel primo trimestre di quest'anno sono sbarcati in Italia 902 minori di cui 613 non accompagnati e di questi oltre 500 sono ancora in attesa di collocamento in comunità alloggio.
Dalla nascita ai 5 anni di età nel nostro paese abbiamo un mondo di infanzia sommersa sulla quale è anche difficile raccogliere i dati che diverse Regioni non riescono a fornire o che comunque risultano discordanti quando comparati con quelli risultanti da Dipartimento di giustizia minorile.
Ho sempre avuto la reale percezione di vivere
RispondiEliminain Paradiso....
ora con ciò Ke ho letto!!!!!!!!privilegiata ...........