Il "Capitale Umano" dell'Istat ed il mio messaggio nella bottiglia.
Tagliamo la testa al toro: romanticamente fantasticavo poc'anzi intorno al significato del curare un blog. La rete è più grande ed imprevedibile degli oceani, un viavai di onde, fondali nascosti, grotte segrete ed una miriade di naviganti sconosciuti. Potete chattare con vostro figlio nella camera affianco o col vostro conoscente francese od australiano, di cui ignorate tutto, se non il nickname che si è dato per navigare nell'illusorio incognito del web.
La qualità della comunicazione della rete è diversa: avvicina e fonde i pensieri ed allontana la fisicità e con essa quella parte più viscerale della emotività, specie quella ispirata dall'altro in quanto persona reale, meno invece quella parte di affettività legata alla proiezione delle proprie fantasie ...
Orbene io speculavo nel merito, figurandomi che il mondo di pensieri ed emozioni dispiegato nelle mie pagine virtuali rappresentasse una pergamena antica infilata in una bottiglia ed affidata alle onde del mare, sicché chi invia il messaggio al mondo non sa se, dove e da chi sarà mai raccolto, né chi lo raccoglie potrà mai indovinare quale persona in carne ed ossa abbia così espresso quel proprio mondo interiore.
Ecco: nel mentre con tale dolcezza fantasticavo adagiata sul mio divano con la solita tivù accesa sul notiziario, arriva a riscuotermi dal sogno l'immancabile doccia fredda che mi fa sbarrare gli occhi.
Con impeccabile professionalità e voce garbata, quanto impersonale, lo speaker di rainews24 mi dice: un italiano vale 342.000 euro (reddito che è capace di produrre nel ciclo della vita) con diversificazioni legate alla età, circa 556.000 per i giovani e solo 46.000 (euro più euro meno) per le persone tra i 55 ed i 64 anni. Lo afferma l'Istat che ha condotto al riguardo una specifica ricerca di mercato.
Come di solito accade, quando sento qualcosa che mi colpisce, entrando in risonanza con Dio solo sa quali corde emozionali, mi tiro su a sedere e vado con decisione sul sito Istat: pare sia tutto vero!
Il 18 febbraio, una cosa neanche nuovissima, l'Istat ha pubblicato un lavoro, scaricabile in formato pdf e composto da 54 pagine (non posso fare a meno di pensare: e ci hanno messo 5 giorni a leggere 54 pagine 'sti giornalisti?) intitolato: "Il valore monetario dello stock di capitale umano in Italia. Anni 1998-2008". Io di economia capisco poco e nulla, la cifra è ovviamente riferita al reddito che l'individuo è capace di produrre e pare che sia tra le più basse del mondo occidentale.
La prima cosa che penso sempre nella mia modalità di libera associazione creativa è che in tutto il mondo occidentale siamo schiavi del denaro e del capitale, gli schiavi italiani valgono meno degli schiavi americani, gli schiavi vecchi ovviamente valgono molto meno di quelli giovani, perché hanno meno da vivere e sarà possibile sfruttarli per un minor numero di anni.
Le valutazioni sono relative ad una indagine riferita al decennio 1998-2008.
Ora vado a leggere le 54 sconvolgenti pagine che assegnano ad una persona umana un valore di gran lunga inferiore di quello di un auto di lusso e se trovo qualcosa d'altro di cui ritengo valga la pena di parlare, ne scriverò: per ora questo mi sembra abbastanza per accartocciare miseramente il mio sognante messaggio nella bottiglia ....
Non vi spaventate comunque, amici cari, le assicurazioni li fanno da tempo questi calcoli ed anche le finanziarie se devono concedervi un mutuo od un prestito, siete stati ormai già da tempo fatti oggetto di compravendita ...
La qualità della comunicazione della rete è diversa: avvicina e fonde i pensieri ed allontana la fisicità e con essa quella parte più viscerale della emotività, specie quella ispirata dall'altro in quanto persona reale, meno invece quella parte di affettività legata alla proiezione delle proprie fantasie ...
Orbene io speculavo nel merito, figurandomi che il mondo di pensieri ed emozioni dispiegato nelle mie pagine virtuali rappresentasse una pergamena antica infilata in una bottiglia ed affidata alle onde del mare, sicché chi invia il messaggio al mondo non sa se, dove e da chi sarà mai raccolto, né chi lo raccoglie potrà mai indovinare quale persona in carne ed ossa abbia così espresso quel proprio mondo interiore.
Ecco: nel mentre con tale dolcezza fantasticavo adagiata sul mio divano con la solita tivù accesa sul notiziario, arriva a riscuotermi dal sogno l'immancabile doccia fredda che mi fa sbarrare gli occhi.
Con impeccabile professionalità e voce garbata, quanto impersonale, lo speaker di rainews24 mi dice: un italiano vale 342.000 euro (reddito che è capace di produrre nel ciclo della vita) con diversificazioni legate alla età, circa 556.000 per i giovani e solo 46.000 (euro più euro meno) per le persone tra i 55 ed i 64 anni. Lo afferma l'Istat che ha condotto al riguardo una specifica ricerca di mercato.
Come di solito accade, quando sento qualcosa che mi colpisce, entrando in risonanza con Dio solo sa quali corde emozionali, mi tiro su a sedere e vado con decisione sul sito Istat: pare sia tutto vero!
Il 18 febbraio, una cosa neanche nuovissima, l'Istat ha pubblicato un lavoro, scaricabile in formato pdf e composto da 54 pagine (non posso fare a meno di pensare: e ci hanno messo 5 giorni a leggere 54 pagine 'sti giornalisti?) intitolato: "Il valore monetario dello stock di capitale umano in Italia. Anni 1998-2008". Io di economia capisco poco e nulla, la cifra è ovviamente riferita al reddito che l'individuo è capace di produrre e pare che sia tra le più basse del mondo occidentale.
La prima cosa che penso sempre nella mia modalità di libera associazione creativa è che in tutto il mondo occidentale siamo schiavi del denaro e del capitale, gli schiavi italiani valgono meno degli schiavi americani, gli schiavi vecchi ovviamente valgono molto meno di quelli giovani, perché hanno meno da vivere e sarà possibile sfruttarli per un minor numero di anni.
Le valutazioni sono relative ad una indagine riferita al decennio 1998-2008.
Ora vado a leggere le 54 sconvolgenti pagine che assegnano ad una persona umana un valore di gran lunga inferiore di quello di un auto di lusso e se trovo qualcosa d'altro di cui ritengo valga la pena di parlare, ne scriverò: per ora questo mi sembra abbastanza per accartocciare miseramente il mio sognante messaggio nella bottiglia ....
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