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Cosa ha cambiato la crisi nella nostra alimentazione: crolla il consumo di pesce fresco in Italia

Secondo la Coldiretti la crisi ha modificato profondamente le abitudini alimentari degli italiani: tutti i consumi sono in riduzione inclusi quelli alimentari, ma tra gli alimenti il pesce è quello che paga alla crisi lo scotto maggiore, forse perché si tratta di un prodotto normalmente più costoso delle carni ed altri alimenti proteici, fatto sta che il consumo di pesce fresco risulta calato del 20%.
La riduzione riguarda quasi tutti i prodotti del mercato ittico, in particolare è calato del 20% il consumo di alici, del 19% quello di spigole, del 17% quello dei calamari,  del 15% quello delle cozze e perfino i merluzzi sono scesi del 12%. Ridotto anche il consumo di pesce surgelato (-8%).
In questo quadro sembra si salvino solo il baccalà e la trota, gli unici il cui consumo risulta aumentato del 16%.

Complessivamente la valutazione effettuata sul periodo gennaio - novembre dello scorso anno, colloca l'Italia all'ultimo posto per consumo di pesce tra i paesi europei con uno sbocco sul mare: siamo a circa 20 kg pro capite all'anno contro i 60 kg del Portogallo i 33 della Francia ed i 49 della Spagna.
Grave la situazione per i pescherecci con perdita di 18.000 posti di lavoro e del 35% delle barche.

Ciò che in parte stupisce è il calo di consumo anche del cosiddetto pesce azzurro che normalmente sarebbe poco costoso, ma comunque ricco delle proprietà nutritive tipiche (fosforo, omega 3, iodio) per cui non si spiega, ad esempio il grosso calo nel consumo di alici: c'è da chiedersi se su questa tendenza oltre alla crisi, non inizi anche ad incidere la consapevolezza dell'inquinamento delle acque e del possibile ingresso di inquinanti nella catena alimentare ...

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