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Invecchiando nell'ombra lunga della memoria (poesia)

Qualcuno invecchia custodendo  antichi e polverosi sorrisi mescolati con i ricordi e quando la memoria svanisce ancora gli restano  i sorrisi e la capacità di amare la giovinezza e la speranza.
Qualcuno invecchia desertificando il proprio animo nella tristezza e nella solitudine, rinchiudendo il proprio dolore in una fortezza inespugnabile circondata e difesa da un fossato di amarezze nutrito di lacrime ed abitato da recriminazioni e rimpianti.
Qualcuno invecchia senza rendersene conto, perché non ha mai avuto o cercato il tempo di guardarsi allo specchio, sempre sopraffatto da affanni ed incombenze di un quotidiano senza tregua.

Qualcuno si scopre bambino, perché si era dimenticato di se stesso e gli tocca riprendersi per mano nel punto in cui si era abbandonato solo e smarrito e perciò poi vorrebbe recuperare le gioie ed il tempo perduto, ma la vita è come il sonno: quello perso è perso per sempre e non può essere recuperato.
Qualcuno ritrova la sua pace  ed altri invece il proprio tormento, qualcuno ama, qualcuno odia, qualcuno teme, qualcuno affronta e ciascuno come ha imparato già da tempo nel corso della sua vita ...
Qualcuno continua ad imparare ed a crescere: quest'uno è lo spirito indomito che non indulge ai pensieri di morte. Sa di non poter combattere la morte, come sa che essa  non vale così tanto da dedicarle pensieri: non è che una  ingrata amante, che ti ignora, ma non smette di attenderti.

L'antico custode  delle anime


Mio cuore avvizzito,
che più non cinguetti,
né gemi,
che neghi memorie,
distogli e ritrai
gli invisibili fili,
delicato pulsando
in un canto segreto.

Disseccati gli aromi
dei sogni,
annegati nel lago
profondo,
superficie di specchi
e di sotto una melma
di alghe setose.

Melodia che, crescendo
In sordina,
nessun ode,
ma conduce la folla
di pensieri
ora vani e affannosi
ora cari di teneri giorni.



  


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