L'avventura nella palude ed il dilemma: gioco della sedia o asso pigliatutto?
Al giorno d'oggi nessuno mantiene le promesse, e pensare che esiste perfino una specifica domanda al riguardo in ciò che dovrebbe essere un test standardizzato di intelligenza:
- Perché è bene mantenere le promesse?-
Certo dalla complessità ed appropriatezza della risposta deriva un punteggio, quindi vi dispenso dal rispondere, così nessuno potrà calcolarvi il quoziente.
Fatto sta che a rigore di logica la domanda viene posta in forma mistificatoria in quanto dà per scontato che sia un bene mantenere le promesse ed inoltre connota anche sotto il profilo etico questo presupposto, sicché se uno non si trovasse d'accordo sul fatto che sia un bene mantenere le promesse, certamente ne sarebbe disorientato e si troverebbe a disagio.
In conseguenza di tale ragionamento potremmo asserire che il quoziente intellettivo di Matteo Renzi è incalcolabile (non viene precisato dall'autore se incalcolabilmente basso o incalcolabilmente elevato) in quanto egli non ritiene sia un bene mantenere le promesse.
In realtà non è neanche passato un mese da quando Renzi rassicurava fanciullescamente il compagno Letta: "Non voglio mica la tua sedia!" anche se tale rassicurazione è apparsa menzognera non appena ad essa sono seguiti i contatti tra Renzi e Berlusconi.
La legge elettorale, come si era già rilevato altrove in questo blog, poteva esser fatta senza l'appoggio di Berlusconi, i numeri ci sarebbero stati: Renzi cercava da Berlusconi l'appoggio per ben altro.
Era un sospetto allora, ora sembra una certezza ...
Non che vi sia attesa di cambiamenti particolari ("questa o quella per me pari sono" per dirla con il Rigoletto di Verdi) ma a scopo puramente speculativo ho voluto soffermarmi su questi aspetti formali della relazione Letta-Renzi.
Renzi è stato eletto segretario di un partito politico, probabilmente con parecchi voti di gente che a quel partito non apparteneva (primarie aperte ai non iscritti, ndr) e da qui vorrebbe transitare direttamente a capo del governo (essendosi preventivamente assicurato l'appoggio della destra berlusconiana) laddove Letta invece dovrebbe star guidando un governo di transizione per cambiare la legge elettorale ed andare poi alle elezioni.
La legge elettorale, Renzi la cambia a favore di Forza Italia e Lega, ma poi alle elezioni non ci vuole andare: preferisce prendere il governo senza ulteriori "perdite di tempo" e, vista la disperazione del popolo italiano, ci suggerisce anche un numero: 2018 dice (ce lo possiamo sempre giocare sulla ruota di Roma) e dopo di me il diluvio ( questo, beninteso, era Luigi XV di Francia che preferiva occuparsi di madame Pompadour, piuttosto che degli affari di stato che andavano in rovina e menomale che non era nato Berlusconi a quei tempi: sai quanti pettegolezzi per tacere delle toghe rosse ...).
Non che si capisca in tutto questo dove vadano a finire poi tutte le garanzie democratiche, ma ciò che si capisce invece è che si sono formati due schieramenti trasversali tra la destra ed il PD:
Alfano & Letta (familiarmente detto alfetta) che fronteggia Renzi & Berlusconi (familiarmente soprannominato renzusconi) dove ciascun gruppo appare divinamente simile a Giano bifronte ... sicché tutte le disquisizioni teoriche sulla collocazione spaziale dei partiti politici (destra-sinistra, alto-basso, avanti-indietro, pur ripetute in campagna elettorale) rispetto alle aree proprie delle ideologie e delle tendenze culturali si rivela oggi un ozioso esercizio dialettico al quale sarebbe stato assai più formativo sostituire l'antica disquisizione sul sesso degli angeli, che pure è una curiosità da soddisfare ...
Fatto sta che gli affari della politica restano assai distanti dalle ispirazioni ideologiche, sociali ed etiche: si combatte per impadronirsi del potere, non per affermare un'idea o una concezione dello stato e questo ditemi voi se è un bene.
La domanda non è contemplata in alcun test di livello e pertanto non vi varrà punteggio, ma se sapete giocarvela, forse chiarezza e dignità ...
- Perché è bene mantenere le promesse?-
Certo dalla complessità ed appropriatezza della risposta deriva un punteggio, quindi vi dispenso dal rispondere, così nessuno potrà calcolarvi il quoziente.
Fatto sta che a rigore di logica la domanda viene posta in forma mistificatoria in quanto dà per scontato che sia un bene mantenere le promesse ed inoltre connota anche sotto il profilo etico questo presupposto, sicché se uno non si trovasse d'accordo sul fatto che sia un bene mantenere le promesse, certamente ne sarebbe disorientato e si troverebbe a disagio.
In conseguenza di tale ragionamento potremmo asserire che il quoziente intellettivo di Matteo Renzi è incalcolabile (non viene precisato dall'autore se incalcolabilmente basso o incalcolabilmente elevato) in quanto egli non ritiene sia un bene mantenere le promesse.
In realtà non è neanche passato un mese da quando Renzi rassicurava fanciullescamente il compagno Letta: "Non voglio mica la tua sedia!" anche se tale rassicurazione è apparsa menzognera non appena ad essa sono seguiti i contatti tra Renzi e Berlusconi.
La legge elettorale, come si era già rilevato altrove in questo blog, poteva esser fatta senza l'appoggio di Berlusconi, i numeri ci sarebbero stati: Renzi cercava da Berlusconi l'appoggio per ben altro.
Era un sospetto allora, ora sembra una certezza ...
Non che vi sia attesa di cambiamenti particolari ("questa o quella per me pari sono" per dirla con il Rigoletto di Verdi) ma a scopo puramente speculativo ho voluto soffermarmi su questi aspetti formali della relazione Letta-Renzi.
Renzi è stato eletto segretario di un partito politico, probabilmente con parecchi voti di gente che a quel partito non apparteneva (primarie aperte ai non iscritti, ndr) e da qui vorrebbe transitare direttamente a capo del governo (essendosi preventivamente assicurato l'appoggio della destra berlusconiana) laddove Letta invece dovrebbe star guidando un governo di transizione per cambiare la legge elettorale ed andare poi alle elezioni.
La legge elettorale, Renzi la cambia a favore di Forza Italia e Lega, ma poi alle elezioni non ci vuole andare: preferisce prendere il governo senza ulteriori "perdite di tempo" e, vista la disperazione del popolo italiano, ci suggerisce anche un numero: 2018 dice (ce lo possiamo sempre giocare sulla ruota di Roma) e dopo di me il diluvio ( questo, beninteso, era Luigi XV di Francia che preferiva occuparsi di madame Pompadour, piuttosto che degli affari di stato che andavano in rovina e menomale che non era nato Berlusconi a quei tempi: sai quanti pettegolezzi per tacere delle toghe rosse ...).
Non che si capisca in tutto questo dove vadano a finire poi tutte le garanzie democratiche, ma ciò che si capisce invece è che si sono formati due schieramenti trasversali tra la destra ed il PD:
Alfano & Letta (familiarmente detto alfetta) che fronteggia Renzi & Berlusconi (familiarmente soprannominato renzusconi) dove ciascun gruppo appare divinamente simile a Giano bifronte ... sicché tutte le disquisizioni teoriche sulla collocazione spaziale dei partiti politici (destra-sinistra, alto-basso, avanti-indietro, pur ripetute in campagna elettorale) rispetto alle aree proprie delle ideologie e delle tendenze culturali si rivela oggi un ozioso esercizio dialettico al quale sarebbe stato assai più formativo sostituire l'antica disquisizione sul sesso degli angeli, che pure è una curiosità da soddisfare ...
Fatto sta che gli affari della politica restano assai distanti dalle ispirazioni ideologiche, sociali ed etiche: si combatte per impadronirsi del potere, non per affermare un'idea o una concezione dello stato e questo ditemi voi se è un bene.
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