Amicizia: un valore confermato dalla scienza
foto di Vin.cen. |
L'amicizia è un argomento poco studiato a livello medico-scientifico: fino ad oggi infatti, gli studi delle relazioni umane sono stati prevalentemente focalizzati sulle dinamiche interne ai nuclei familiari, presumendo, a giusta ragione peraltro, che siano proprio questi i rapporti che improntano la personalità degli individui. A parte generiche asserzioni sull'importanza di una ricca rete sociale di supporto rispetto al generale benessere dell'individuo, poco è stato studiato in forma specifica sull'impatto che, l'amicizia nel senso positivo del termine, può avere sul carattere e sui vissuti soggettivi di una persona. Si è detto quasi tutto sulle relazioni negative, caratterizzate da bullismo e/o condizionamenti fondati sulla esigenza del singolo di identificazione al gruppo di appartenenza, pressioni sociali che nel peggiore dei casi sconfinano nel plagio mentale, ma ben poco fino ad oggi è stato scritto o studiato sul valore positivo dell'amicizia.
Questi orientamenti dell'interesse scientifico corrispondono ad un clima culturale, proprio dei nostri tempi essenzialmente caratterizzato dalla diffidenza, dall'individualismo e dalla paura dell'estraneo: sul piano sociale e politico una tale tendenza è in sintonia con i nazionalismi e la xenofobia. Per tutti questi motivi suscita molto interesse la ricerca della dr.ssa Rebecca Graber della Università di Bringhton che ha svolto uno studio statistico attraverso la somministrazione di questionari strutturati, per indagare l'influenza che la sana amicizia ha sullo sviluppo della resilienza negli adulti. Per resilienza si intende la capacità di riorganizzazione che una persona riesce ad esprimere a fronte di difficoltà, cambiamenti importanti e/o fatti traumatici della propria vita.
Il lavoro è intitolato appunto: possono i migliori amici promuovere la resilienza psicologica negli adulti? Si tratta di uno studio svolto nell'ambito di attività di supporto a persone socialmente isolate: sono stati reclutati 185 adulti in parte attraverso social network, in parte nell'ambiente universitario ed in parte utilizzando appunti gruppi di sostegno sociale per le persone sole. L'intervista è stata poi ripetuta ad un anno di distanza per verificare in che modo l'acquisizione di positivi rapporti di amicizia avesse modificato le capacità di resilienza degli individui. Secondo i ricercatori, lo studio ha fornito evidenze che realmente l'amicizia migliora la resilienza negli adulti, rappresentando una forma di protezione per il benessere psichico degli individui.
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