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Allarme Coldiretti: a rischio la filiera alimentare

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano" recita un verso della preghiera più universale della nostra cultura: è una di quelle preghiere antiche ed essenziali nella sua semplice umiltà e che rimanda al bisogno primario di nutrimento: una cosa per la quale oggi  non sono in tanti a pregare perché viene data per scontata. Oggi siamo lontani dal comprendere la fatica di lavorare la terra per ottenerne frutti: molti di noi consumano alimenti immessi sul mercato dall'industria agro-alimentare senza avere un'idea di come e dove vengano prodotti.

A quanto pare anche i nostri dirigenti politici non hanno le idee molto chiare su chi, come e con quali strumenti provveda a riempire gli scaffali dei supermercati dove acquistiamo il nostro cibo: la Coldiretti ha dedicato negli ultimi giorni una serie di articoli che segnalano le difficoltà che si stanno generando nelle filiere produttive in seguito alle prolungate restrizioni legate all'epidemia da Covid 19: 
  • Sembra sia a rischio l'autosufficienza alimentare dell'Unione Europea, un rischio che coinvolge in prima linea la produzione italiana con le sue eccellenze e che vede in questo momento ridursi la capacità di esportazione a livello mondiale.
  • Il blocco della produzione meccanica agricola e la carenza di lavoratori stagionali per le restrizioni della mobilità delle persone mettono in pericolo i raccolti, che in queste condizioni rischiano di andare perduti. 
  • Gli animali selvatici fuori controllo minacciano raccolti e bestiame d'allevamento anche per la eventuale trasmissione di malattie.
  • La crisi delle imprese riguarda anche quelle agricole: una su quattro delle aziende in difficoltà appartiene al settore agricolo.
  • A questo si aggiunge la siccità della stagione: il 2020 è l'anno più caldo dal 1800 con un aumento medio delle temperature di oltre un grado e mezzo rispetto alla media stagionale. Il Covid insomma non è il solo a fare danni: abbiamo anche le conseguenze del riscaldamento globale.

In questa situazione è abbastanza probabile che vedremo nel prossimo futuro aumentare i prezzi dei generi di prima necessità: sul piano economico la Coldiretti valuta perdite per 151,2 miliardi di euro a livello europeo nel settore delle esportazioni. Le aziende di agriturismo hanno visto azzerarsi il proprio giro di affari in seguito alle restrizioni sulla mobilità. Le proposte risolutive della crisi del settore vanno dalla ripresa della produzione di macchinari e ricambi necessari in agricoltura, all'apertura di uno sportello per il reclutamento di lavoratori temporanei disposti ad impegnarsi in questo settore durante l'emergenza, utilizzando una modalità di richiesta online ed il sistema dei voucher per la retribuzione, limitatamente al periodo di emergenza ed in attesa di una normale ripresa del mercato del lavoro.


Commenti

  1. Cara Sfinge, non dobbiamo pensare al peggio cerchiamo di essere ottimisti.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Eh caro Tomaso: sono questi della Coldiretti che dicono queste cose, ma noi speriamo sempre bene.

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  2. Purtroppo l'emergenza Covid-19 metterà in ginocchio l'intera economia del Paese.
    Dalle mie parti, ad esempio, oltre che di agricoltura si vive di turismo e di ristorazione.
    Mio marito, infatti, é un cuoco in una masseria a 5 stelle.
    Cosa ne sarà del suo lavoro? Centinaia di famiglie (come la nostra) vivono solo di questo.
    Il futuro ci fa sempre più paura, ma dichiarandolo rischiamo di apparire cinici o materialisti.
    Perché l'unica cosa che conta é la salute, no?
    Come ho sentito dire stasera in tv, però, noi non vorremmo morire di virus, ma nemmeno di fame...

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    1. Il turismo purtroppo è in ginocchio e temo che la situazione migliorerà poco questa estate: il problema purtroppo è questo, gli strascichi economici dureranno più a lungo dell'epidemia e colpiranno tutti. Stiamo a vedere Claudia, lo Stato promette aiuti per aziende e lavoratori: vediamo come andrà. Un abbraccio.

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  3. (Teleborsa) – “In questo momento di difficoltà è fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori”. L’avvertimento arriva dalla Coldiretti che – commentando i dati Istat sull’inflazione a febbraio 2020 – fa un appello affinché venga mantenuta la sostanziale stabilità dei prezzi alimentari (+0,3% rispetto allo stesso periodo del 2019) registrata nella prima fase dell’emergenza Coronavirus.

    “Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta occorre assicurare – sottolinea la Coldiretti –l’approvvigionamento della popolazione con un‘equa distribuzione del valore lungo la filiera evitando rincari al consumo e ribassi ingiustificati alla produzione dove le forniture sono assicurate dal lavoro di 740mila aziende agricole e stalle“. A preoccupare la Coldiretti è, soprattutto, l’andamento dei prodotti freschi con i vegetali che registrano nelle quotazioni all’origine un brusco calo a due cifre, al di sotto dei costi di produzione. “In queste condizioni – afferma la Coldiretti – è importante il richiamo alla responsabilità di tutti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha annunciato l’impiego della Guardia di Finanza per intervenire duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni di beni di prima necessità”.

    Nonostante le difficoltà dell’emergenza Coronavirus – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – sono oltre tre milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. Un impegno quotidiano senza sosta che – secondo l’indagine Coldiretti/Ixe – deve fare i conti con la chiusura di bar e ristoranti ma anche con un balzo degli acquisti delle famiglie in una situazione in cui con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovarli più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount. “La scelta – rileva la Coldiretti – è stata quella di privilegiare alimenti semplici alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione però alla conservabilità che ha favorito gli acquisti di prodotti in scatola”. Nel periodo dal 24 febbraio all’8 marzo, sulla base delle vendite del mondo Coop, con un balzo dell’80% la farina è stata il prodotto più acquistato. A seguire carne in scatola (+60%); legumi in scatola (+55%); la pasta (+51% ); il riso (+39%); conserve di pomodoro (+39%); zucchero (+28%); olio d’oliva (+22%); pesce surgelato (+21%); latte Uht (+20%).

    “Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine Made in Italy al 100%” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolineando “l’importanza di sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentare al Paese”.

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  4. L'economia avrà sicuramente dei problemi, sono a rischio tanti posti di lavoro.
    Sereno giorno.

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    1. Questo è fuori discussione: speriamo di cavarcela in qualche modo.

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  5. la carenza di lavoratori stagionali per le restrizioni della mobilità delle persone mettono in pericolo i raccolti, La mancanza di manodopera stagionale penso sia uno dei problemi più gravi. Ma poi questa manodopera come viene trattata? Non in regola, sfruttata, dimorante in situazioni igieniche vergognose. Quando compro una scatola di pelati a prezzi stracciati penso sempre a chi li avrà raccolti.

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    1. I nodi vengono al pettine Alberto: questa è certamente un'occasione per cercare di risanare un settore dove caporalato e lavoro nero spadroneggiano da sempre.

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