L'invidia del ventre
Il mito di Kronos: un padre che divora i propri figli.
la storia delle società patriarcali antiche: padri che esercitavano potere di vita e di morte sui propri familiari e sui neonati, che potevano non riconoscere, condannandoli così a morte.
La storia moderna: padri che potevano decidere se salvare la madre o il neonato in caso di complicazioni del parto.
La storia contemporanea: padri che continuano a rivendicare il diritto di scegliere vita e morte, senza tener conto che è la donna ed, in un particolare momento della sua vita, l'unità simbiotica che essa rappresenta e costituisce, l'unico soggetto della vita in questione.
L'"invidia"Freud ha teorizzato a lungo sulla tematica della "invidia del pene", elaborando una teoria alquanto fallocentrica per interpretare alcune dinamiche psichiche, ma "il pene" rappresenta il potere e la potenza maschile.
Molto meno è stato detto in psicoanalisi dell'invidia primitiva, quella diretta alla madre col suo seno ricco di latte ed il suo ventre pieno di bambini. l'invidia vissuta dalla creatura che ha bisogno del nutrimento e del calore che ella può donargli, ma non lo possiede, né lo controlla.
L'invidia per la capacità di procreare, leggibile nel mito di Zeus, che divinamente riusciva a partorire dalla mente ...
L'invidia che l'uomo cerca di superare attraverso il possesso ed il controllo del corpo della donna e della sua capacità di concepimento, senza risparmiarsi mezzi: repressione, religione, costume, cultura ...
La donna vive la maternità, la donna è la maternità: nessuno può decidere al suo posto. Se una donna non è pronta per essere madre non è possibile scegliere di salvare il concepito, ma solo di condannare entrambi, come una persona che non sa nuotare non può scegliere di salvare chi sta annegando, ma solo di andare a fondo con lei.
la storia delle società patriarcali antiche: padri che esercitavano potere di vita e di morte sui propri familiari e sui neonati, che potevano non riconoscere, condannandoli così a morte.
La storia moderna: padri che potevano decidere se salvare la madre o il neonato in caso di complicazioni del parto.
La storia contemporanea: padri che continuano a rivendicare il diritto di scegliere vita e morte, senza tener conto che è la donna ed, in un particolare momento della sua vita, l'unità simbiotica che essa rappresenta e costituisce, l'unico soggetto della vita in questione.
L'"invidia"Freud ha teorizzato a lungo sulla tematica della "invidia del pene", elaborando una teoria alquanto fallocentrica per interpretare alcune dinamiche psichiche, ma "il pene" rappresenta il potere e la potenza maschile.
Molto meno è stato detto in psicoanalisi dell'invidia primitiva, quella diretta alla madre col suo seno ricco di latte ed il suo ventre pieno di bambini. l'invidia vissuta dalla creatura che ha bisogno del nutrimento e del calore che ella può donargli, ma non lo possiede, né lo controlla.
L'invidia per la capacità di procreare, leggibile nel mito di Zeus, che divinamente riusciva a partorire dalla mente ...
L'invidia che l'uomo cerca di superare attraverso il possesso ed il controllo del corpo della donna e della sua capacità di concepimento, senza risparmiarsi mezzi: repressione, religione, costume, cultura ...
La donna vive la maternità, la donna è la maternità: nessuno può decidere al suo posto. Se una donna non è pronta per essere madre non è possibile scegliere di salvare il concepito, ma solo di condannare entrambi, come una persona che non sa nuotare non può scegliere di salvare chi sta annegando, ma solo di andare a fondo con lei.
Aiutare una donna a continuare a vivere, malgrado non sia pronta per essere madre, significa dare valore alla sua vita ed anche a quella degli eventuali figli futuri, quelli che potrà partorire quando la sua crescita sarà matura ... (a proposito di vita ...)
Gli uomini, filosofi, sacerdoti o psicoanalisti che siano, dovranno rassegnarsi: il ventre materno resterà l'oggetto desiderato ed invidiato, ma non posseduto, né controllato: le donne sono riuscite a riappropriarsene!
A conforto di quanti non posseggono né controllano l'oggetto del desiderio, fonte di vita e nutrimento, esiste la possibilità di virare dall'invidia alla gratitudine, non per tutti è facile ...
Gli uomini, filosofi, sacerdoti o psicoanalisti che siano, dovranno rassegnarsi: il ventre materno resterà l'oggetto desiderato ed invidiato, ma non posseduto, né controllato: le donne sono riuscite a riappropriarsene!
A conforto di quanti non posseggono né controllano l'oggetto del desiderio, fonte di vita e nutrimento, esiste la possibilità di virare dall'invidia alla gratitudine, non per tutti è facile ...
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