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Fuggiaschi


Ecco: chi di noi in gioventù non ha fantasticato l'ideale di libertà come suprema ambizione della propria vita?
Menomale che c'è stato Einstein ad insegnarci che tutto è relativo!
 E infatti pensare alla libertà come valore è facile quando si vuol evadere da qualcosa, quando ci si sente prigionieri della famiglia, di regole ed autorità che non si ha più voglia né di riconoscere, né di rispettare ... ma per fortuna c'è stato Einstein, già perché la domanda è:

- libertà da cosa? - - libertà da chi? -

Certo sprovveduti ed ingenui, forse, ma non senza tenere presenti i propri tornaconti, da ragazzi si fantasticava la libertà come valore assoluto: e che è? La libertà è una costruzione mentale un concetto astratto presente nella mente umana come impropria generalizzazione di condizioni concrete e specifiche.
La generalizzazione è impropria perché la persona umana esiste come individuo (sennò non esiste) e l'implicito dell'esistenza individuale (per definizione) è la presenza ed il riconoscimento (sul piano soggettivo della consapevolezza) dei limiti spazio - tempo che definiscono i confini dell'individuo.
In assenza dei confini l'individuo non esiste.
La libertà assoluta è il non essere nati o l'essere morti ... se può fare differenza.

La ricerca della libertà trova il corrispettivo negli agiti di fuga (concreta o metaforica) ma spesso le conseguenze di tali agiti possono risultare ben più limitanti di ciò da cui si fuggiva, tuttavia bisogna misurarsi con la realtà e con sé stessi per riuscire ad essere i diretti autori della propria definizione, per poter tracciare i propri confini e riconoscersi, rispettare e far rispettare i propri limiti.
Non vorrà liberarsi di sé stesso chi si ama ed amarsi riconoscendosi è il momento della crescita reale.

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