Il viale del tramonto: maltrattamenti in casa di riposo di Terni
09/07/2013
Non è certo la prima volta che capita un fatto del genere, anche se ogni volta è doloroso prendere atto della perversione che può celarsi sotto un'apparenza di "normalità".
Accade a Terni in una casa di riposo convenzionata col Servizio Sanitario Nazionale e "specializzata" (si fa per dire) nella lungodegenza di anziani non autosufficienti, praticamente le creature più indifese della specie umana, dopo i neonati: la guardia di finanza (secondo una informativa trasmessa oggi dall'Ansa) ha arrestato quattro persone con l'accusa di maltrattamenti. Le persone indagate ed attualmente ai domiciliari sono il direttore della casa di riposo, un'infermiera, una cuoca ed una operatrice sanitaria, mentre ad altre due operatrici è stato vietato di avvicinarsi o comunicare in alcun modo con le vittime degli abusi.
Gli anziani hanno vissuto un inferno fatto di segregazione (venivano rinchiusi a chiave) abusi fisici e psicologici.
Nessuno vorrà mostrarsi particolarmente scandalizzato dell'accaduto: tutti sappiamo ormai che la violenza ha questa sua tendenza innata a scaricarsi sui più deboli, perché è lì che non teme ritorsioni e si manifesta con certezza di impunità, un dettaglio rilevante ai fini dell'autoconservazione!
Una specie di legge di natura, come quella scoperta da Newton nell'osservare la caduta della mela dall'albero.
Le statistiche lo confermano: anziani, donne e bambini sono le vittime preferite dai predatori.
Magari fa specie quando queste cose accadono in quelle strutture che dovrebbero invece tutelare queste persone, come una scuola o una casa di cura.
Magari riusciamo ancora a percepire il disgusto che scaturisce da un immediato sentimento di identificazione empatica e solidale con quei vecchietti, che domani potremmo essere noi stessi o i nostri genitori.
A loro vorremmo tributare invece un ascolto attento a raccogliere ogni stilla di una memoria ricca di storia e di esperienza, ricostruendone pazientemente i frammenti per restituirgli la sintesi della propria testimonianza di vita.
Non è certo la prima volta che capita un fatto del genere, anche se ogni volta è doloroso prendere atto della perversione che può celarsi sotto un'apparenza di "normalità".
Accade a Terni in una casa di riposo convenzionata col Servizio Sanitario Nazionale e "specializzata" (si fa per dire) nella lungodegenza di anziani non autosufficienti, praticamente le creature più indifese della specie umana, dopo i neonati: la guardia di finanza (secondo una informativa trasmessa oggi dall'Ansa) ha arrestato quattro persone con l'accusa di maltrattamenti. Le persone indagate ed attualmente ai domiciliari sono il direttore della casa di riposo, un'infermiera, una cuoca ed una operatrice sanitaria, mentre ad altre due operatrici è stato vietato di avvicinarsi o comunicare in alcun modo con le vittime degli abusi.
Gli anziani hanno vissuto un inferno fatto di segregazione (venivano rinchiusi a chiave) abusi fisici e psicologici.
Nessuno vorrà mostrarsi particolarmente scandalizzato dell'accaduto: tutti sappiamo ormai che la violenza ha questa sua tendenza innata a scaricarsi sui più deboli, perché è lì che non teme ritorsioni e si manifesta con certezza di impunità, un dettaglio rilevante ai fini dell'autoconservazione!
Una specie di legge di natura, come quella scoperta da Newton nell'osservare la caduta della mela dall'albero.
Le statistiche lo confermano: anziani, donne e bambini sono le vittime preferite dai predatori.
Magari fa specie quando queste cose accadono in quelle strutture che dovrebbero invece tutelare queste persone, come una scuola o una casa di cura.
Magari riusciamo ancora a percepire il disgusto che scaturisce da un immediato sentimento di identificazione empatica e solidale con quei vecchietti, che domani potremmo essere noi stessi o i nostri genitori.
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