Uccisi prima dell'incendio i due fratellini di Brescia
18/07/2013
Andrea e Davide Iacovone, rispettivamente di 9 e 12 anni, morti nell'incendio della abitazione dove erano in vacanza col padre non sono stati uccisi dal fuoco: i primi risultati dell'autopsia dimostrano che nei loro polmoni le tracce di fumo sono scarse ed assolutamente non sufficienti a provocarne la morte per asfissia. Questo significa che quando le fiamme ed il fumo hanno invaso la casa i bambini già stavano smettendo di respirare, probabilmente erano già morti, forse narcotizzati, secondo le ipotesi della procura, che si sta occupando del caso, ma per l'esame tossicologico, che ci consentirà di sapere con quale sostanza siano stati avvelenati bisogna aspettare altre analisi di laboratorio.
Per ora una sola certezza: sono stati uccisi! Si fa strada l'ipotesi che il delitto sia stato compiuto dal padre, già denunciato per stalking dalla ex moglie, da cui si era separato circa 4 anni addietro, e per il quale era anche stata richiesta una limitazione della potestà genitoriale.
L'uomo aveva minacciato ripetutamente la donna, promettendole di uccidere lei ed i figli per vendetta.
Probabilmente il padre, Pasquale Iacovone, 40 anni, dopo avere sedato o stordito i bambini, mettendoli in condizione di non poter reagire o fuggire, ha dato fuoco alla casa con propositi (anche) suicidi: l'uomo ha riportato ustioni sul 90% del corpo ed è attualmente ricoverato in condizioni gravissime.
Per il momento l'indagine per omicidio aperta dalla procura è contro ignoti.
Nessuno sa cosa possa essere realmente accaduto, anche se la madre, Erika Patti, trentasettenne ed il suo avvocato riferiscono di una relazione estremamente difficile e conflittuale tra gli ex coniugi.
Una ennesima tragedia annunciata, che questa volta ha coinvolto due piccoli innocenti, che, come spesso accade in simili circostanze, amavano il loro papà e trascorrevano volentieri del tempo con lui ...
Andrea e Davide Iacovone, rispettivamente di 9 e 12 anni, morti nell'incendio della abitazione dove erano in vacanza col padre non sono stati uccisi dal fuoco: i primi risultati dell'autopsia dimostrano che nei loro polmoni le tracce di fumo sono scarse ed assolutamente non sufficienti a provocarne la morte per asfissia. Questo significa che quando le fiamme ed il fumo hanno invaso la casa i bambini già stavano smettendo di respirare, probabilmente erano già morti, forse narcotizzati, secondo le ipotesi della procura, che si sta occupando del caso, ma per l'esame tossicologico, che ci consentirà di sapere con quale sostanza siano stati avvelenati bisogna aspettare altre analisi di laboratorio.
Per ora una sola certezza: sono stati uccisi! Si fa strada l'ipotesi che il delitto sia stato compiuto dal padre, già denunciato per stalking dalla ex moglie, da cui si era separato circa 4 anni addietro, e per il quale era anche stata richiesta una limitazione della potestà genitoriale.
L'uomo aveva minacciato ripetutamente la donna, promettendole di uccidere lei ed i figli per vendetta.
Probabilmente il padre, Pasquale Iacovone, 40 anni, dopo avere sedato o stordito i bambini, mettendoli in condizione di non poter reagire o fuggire, ha dato fuoco alla casa con propositi (anche) suicidi: l'uomo ha riportato ustioni sul 90% del corpo ed è attualmente ricoverato in condizioni gravissime.
Per il momento l'indagine per omicidio aperta dalla procura è contro ignoti.
Nessuno sa cosa possa essere realmente accaduto, anche se la madre, Erika Patti, trentasettenne ed il suo avvocato riferiscono di una relazione estremamente difficile e conflittuale tra gli ex coniugi.
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