La Violenza contro i deboli: natura o barbarie?
16/07/2013
Non posso non tornarci sopra: mi tornano in mente le maestre arrestate per abuso di minori nelle scuole materne, gli operatori sanitari indagati per maltrattamenti agli anziani nelle case di riposo ed anche quelli arrestati per abbandono e maltrattamenti ai disabili.
Parlo qui solo di contesti istituzionali: quei contesti cioè la cui funzione dovrebbe all'opposto essere l'educazione, la cura e la tutela ... non parlo degli atti delinquenziali cui quotidianamente è dato purtroppo di assistere in ogni situazione, per così dire esterna e non protetta, ma delle piccole comunità sociali dove le persone più fragili e vulnerabili dovrebbero invece essere al sicuro.
Non che voglia stupirmi proprio eccessivamente: la prima comunità di questo tipo è il nucleo familiare e purtroppo è noto a tutti che è proprio in famiglia che si consumano più di frequente violenze ed abusi sui minori e sulle donne, perché aspettarsi dunque che le comunità di tipo istituzionale possano essere migliori?
C'è da dire che i familiari nessuno li sceglie: nessuno sceglie un genitore, né un figlio, sono quelli che capitano, come capitano ... invece gli operatori di strutture sanitarie o sociali sono stati scelti. Hanno superato una selezione, magari hanno studiato per acquisire determinate competenze, ma a quanto pare la selezione professionale che la nostra civiltà è in grado di operare per coloro che dovranno occuparsi dell'accudimento dei deboli è ancor meno efficace della selezione che la natura riesce ad operare per coloro che costituiranno un nucleo familiare.
In una comunità chiusa le garanzie di impunità per gli abusanti sono elevatissime: una situazione molto stimolante per alcuni tipi di personalità, senza dubbio, ma ....
Come sempre accade solo la cultura e la civiltà potrebbero rappresentare i valori realmente in grado di tutelare il debole dalla primitiva e mai tramontata legge della giungla, quella che consente solo ai più forti di sopravvivere, sopraffacendo appunto chi è più debole di loro.
L'unica differenza è che nella giungla c'è una questione di sopravvivenza (difesa del territorio, accaparramento di risorse alimentari, cattura della preda che è anche il proprio nutrimento ...) mentre la nostra civiltà ha prodotto creature capaci di aggredire, torturare ed uccidere non per sopravvivere, né per nutrirsi, ma solo per una loro assurda perversione.
Una euforia di onnipotenza: esercitare il potere assoluto su altri esseri umani!
Per strano che possa sembrare, per qualcuno è gratificante ....
Non posso non tornarci sopra: mi tornano in mente le maestre arrestate per abuso di minori nelle scuole materne, gli operatori sanitari indagati per maltrattamenti agli anziani nelle case di riposo ed anche quelli arrestati per abbandono e maltrattamenti ai disabili.
Parlo qui solo di contesti istituzionali: quei contesti cioè la cui funzione dovrebbe all'opposto essere l'educazione, la cura e la tutela ... non parlo degli atti delinquenziali cui quotidianamente è dato purtroppo di assistere in ogni situazione, per così dire esterna e non protetta, ma delle piccole comunità sociali dove le persone più fragili e vulnerabili dovrebbero invece essere al sicuro.
Non che voglia stupirmi proprio eccessivamente: la prima comunità di questo tipo è il nucleo familiare e purtroppo è noto a tutti che è proprio in famiglia che si consumano più di frequente violenze ed abusi sui minori e sulle donne, perché aspettarsi dunque che le comunità di tipo istituzionale possano essere migliori?
C'è da dire che i familiari nessuno li sceglie: nessuno sceglie un genitore, né un figlio, sono quelli che capitano, come capitano ... invece gli operatori di strutture sanitarie o sociali sono stati scelti. Hanno superato una selezione, magari hanno studiato per acquisire determinate competenze, ma a quanto pare la selezione professionale che la nostra civiltà è in grado di operare per coloro che dovranno occuparsi dell'accudimento dei deboli è ancor meno efficace della selezione che la natura riesce ad operare per coloro che costituiranno un nucleo familiare.
In una comunità chiusa le garanzie di impunità per gli abusanti sono elevatissime: una situazione molto stimolante per alcuni tipi di personalità, senza dubbio, ma ....
Come sempre accade solo la cultura e la civiltà potrebbero rappresentare i valori realmente in grado di tutelare il debole dalla primitiva e mai tramontata legge della giungla, quella che consente solo ai più forti di sopravvivere, sopraffacendo appunto chi è più debole di loro.
L'unica differenza è che nella giungla c'è una questione di sopravvivenza (difesa del territorio, accaparramento di risorse alimentari, cattura della preda che è anche il proprio nutrimento ...) mentre la nostra civiltà ha prodotto creature capaci di aggredire, torturare ed uccidere non per sopravvivere, né per nutrirsi, ma solo per una loro assurda perversione.
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