Dispersione scolastica: frequenza 200 verso gli obiettivi di Europa 2020
02/10/2013
Presentati ieri nella sede del Senato della Repubblica i risultati della inchiesta "lenti a contatto" svolta da Intervita , una Onlus che, insieme con l'associazione Bruno Trentin e la fondazione Agnelli si sta occupando di portare avanti un progetto pilota triennale, Frequenza 200, condotto in tre regioni nelle città di Milano, Napoli e Palermo, con l'obiettivo di ricondurre sui banchi di scuola 4000 ragazzi entro il 2016.
Presenti alla relazione in Senato: Valeria Fedeli, Vincenzo Spadafora, Marco Rossi Doria, Marco Chiesara, Daniele Checchi, Andrea Gavosto e Fulvio Fammoni.
Il progetto si inscrive nel più ampio quadro degli obiettivi di crescita prefigurati dalla Commissione UE nella linea guida Europa 2020, pubblicata due anni fa e che recita al punto dedicato alla scuola:
"Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% ed almeno il 40% dei giovani deve essere laureato".
Al momento i dati relativi alla situazione italiana, così come figurano nella ricerca di Intervita, sono abbastanza drammatici: il 20% dei giovani tra i 10 ed i 16 anni lascia la scuola con un titolo non superiore alla licenza di scuola media inferiore (2 su 10).
Il tasso di abbandono scolastico nella suddetta fascia d'età è in Italia del 17,6% di gran lunga più alto della media europea (14,1%) e senza confronto coi dati della Germania (10,5%) della Francia (11,6%) e della Gran Bretagna (13,5%).
La situazione è considerevolmente più grave nelle regioni meridionali dove la dispersione scolastica raggiunge il 22,3% mentre nell'Italia centro settentrionale si attesta al 16,2%.
Ogni anno sono 700.000 i ragazzi che, pur in età di obbligo, non frequenteranno la scuola.
Benché preoccupanti, questi dati rappresentano un progresso rispetto a quanto si era registrato nel 2000 quando l'abbandono scolastico interessava il 25,3% dei ragazzi.
Il progetto frequenza 200 ha questo nome per richiamare il numero di giorni di lezione che devono essere garantiti ad ogni bambino o giovane in età scolare, è presente anche in rete e consiste di iniziative che al momento coinvolgono nel progetto pilota 2.500 ragazzi, le loro famiglie, insegnanti, operatori ed assistenti sociali, con attività in centri diurni ed inoltre possibilità di consultazioni in rete mirate a suggerire i percorsi più idonei da seguire nelle situazioni di difficoltà attraverso la condivisione di esperienze sulla piattaforma on line offerta dal sito.
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