Passa alla Camera il ddl diffamazione
17/10/2013
Approvata oggi alla Camera dei Deputati con 308 voti a favore, 117 contrari ed 8 astenuti la legge che abolisce il carcere per i giornalisti ed i direttori di testate in caso di diffamazione a mezzo stampa.
Il reato resta tale, ma punibile soltanto con multe la cui entità è legata alla gravità del fatto, proporzionale alla diffusione del mezzo di informazione e praticamente raddoppiata nel caso sia dimostrabile la malafede, ovvero la consapevolezza della falsità della "informazione" diffamatoria diffusa.
La legge riguarda anche il reato di diffamazione attraverso il web, nel qual caso la competenza territoriale per il giudizio è quella di residenza della vittima.
Hanno votato contro SEL ed M5S. La legge verrà esaminata ora al Senato.
Alcuni i punti controversi: primo il problema delle cosiddette "cause temerarie" ovvero quelle querele assolutamente infondate, ma avanzate con il puro scopo di intimidire e tacitare la stampa.
La proposta di punire il querelante con una sanzione pecuniaria pari alla metà del risarcimento richiesto dallo stesso querelante è stata respinta.
Approvata oggi alla Camera dei Deputati con 308 voti a favore, 117 contrari ed 8 astenuti la legge che abolisce il carcere per i giornalisti ed i direttori di testate in caso di diffamazione a mezzo stampa.
Il reato resta tale, ma punibile soltanto con multe la cui entità è legata alla gravità del fatto, proporzionale alla diffusione del mezzo di informazione e praticamente raddoppiata nel caso sia dimostrabile la malafede, ovvero la consapevolezza della falsità della "informazione" diffamatoria diffusa.
La legge riguarda anche il reato di diffamazione attraverso il web, nel qual caso la competenza territoriale per il giudizio è quella di residenza della vittima.
Hanno votato contro SEL ed M5S. La legge verrà esaminata ora al Senato.
Alcuni i punti controversi: primo il problema delle cosiddette "cause temerarie" ovvero quelle querele assolutamente infondate, ma avanzate con il puro scopo di intimidire e tacitare la stampa.
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