La poesia della fiaba (il volo della strega)
Io adoro le fiabe: sono uno dei generi di lettura che preferisco in assoluto.
Intendo però proprio la fiaba non la favoletta con la morale, ma la fiaba carica di immagini, intrecci e simbolismi talvolta indecifrabili.
La fiaba un pò somiglia al sogno, un sogno che cresce e si tramanda come mito collettivo, capace di interpretare nel profondo quel substrato emozionale magmatico che è il fluido vitale, come il terreno di coltura di cui l'intera umanità si nutre ed è impregnata fin nelle viscere.
La fiaba un pò somiglia alla poesia, un cifrario che in ciascuno echeggia con una sua risonanza specifica, senza che questo alteri la sua natura, né la sua universalità ...
Oggi vi dedico una specie di filastrocca con un ritmo fiabesco: è una metafora che forse racconta qualcosa che mi è appartenuto e che forse non è appartenuto soltanto a me ...
Il
volo della strega
Il giorno che partii
cadde la luna in mare
e il mare la inghiottì,
ma crebbe in lui la fame
e
divorò la terra
per molte miglia.
Rigurgiti scomposti,
onde di schiuma
finché fu tutto
silenzio e pace:
cessarono i lamenti,
gli
schianti e le preghiere.
Una stella,
nascosta per vergogna,
in alto in alto
dentro uno sbuffo,
s’affacciò, tossendo,
per
guardare:
l’acqua era cheta e piana,
torbida e nera
ed ella pianse
per cento
anni
lacrime di ghiaccio.
Gocce purissime,
piccoli tonfi
che aprivano varchi
d’un
chiaro trasparente.
Alghe e coralli
sentirono
pietà
e
tutti s’affollarono
a curare
le
macerie sommerse,
devoti
al tempio.
Nessuno
può
dimenticare ….
ritmo e metrica eccellenti originale il tema
RispondiEliminasimonetta
Grazie Simonetta! :)
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