Il papa e Scalfari
01/10/2013
L'ho letta questa intervista esclusiva che papa Francesco ha concesso ad Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano Repubblica ... un resoconto lungo, ma avvincente: certo la cosa mi ha fatto sorridere.
Dove mai si era visto prima d'ora un papa che telefona ad un giornalista (sia pure fondatore di Repubblica) e si mette a chiacchierare con lui come un uomo qualunque, disposto a confrontarsi con la cultura dei suoi tempi e quindi con chi attraverso un importante organo di informazione, riesce a fare tendenza nel clima culturale, nelle opinioni e nei costumi di un'epoca?
Un grande comunicatore Francesco: lui telefona e si avvicina, va a toccare con mano le persone, le cose, le realtà e mostra una grande attenzione ai più importanti problemi sociali, quelli che avvilendo le persone nel bisogno e nella solitudine finiscono per intaccarne anche l'anima.
I più grossi disagi che il papa individua nella nostra società sono la mancanza di speranza nel futuro per i giovani e la solitudine e l'abbandono degli anziani, con una sensibilità particolare verso la persona umana ed i suoi momenti di fragilità.
Su questo filo di pensiero la sua affermazione più rivoluzionaria, completamente fuori dalle righe e dai dogmi della chiesa è quella con la quale stabilisce appunto la centralità della persona umana anche sul piano etico:
"Ciascuno ha una sua idea del bene e del male e deve scegliere di seguire il bene e combattere il male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo"
Credo che il riconoscimento e la legittimazione di un'etica individuale, non necessariamente religiosa ed ancor meno necessariamente cattolica rappresenti l'elemento più innovativo proposto dal papa nel corso della sua conversazione: una lungimiranza che spinge lo sguardo verso il bene dell'intera umanità, oltre le ragioni e gli interessi confessionali per i quali converrebbe conservare l'ascendente morale e la capacità di manipolazione del consenso nel maggior numero di persone possibili.
Notevole: non c'è che dire!
Il papa anzi ribadisce:
"Il proselitismo è una solenne sciocchezza. Non ha senso"
Ciò che ha senso etico invece è l'amore per il prossimo: l'agape finalizzato al bene comune.
In fondo sono le cose più vicine al messaggio di Gesù che si siano sentite nella chiesa da diversi secoli a questa parte ...
L'ho letta questa intervista esclusiva che papa Francesco ha concesso ad Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano Repubblica ... un resoconto lungo, ma avvincente: certo la cosa mi ha fatto sorridere.
Dove mai si era visto prima d'ora un papa che telefona ad un giornalista (sia pure fondatore di Repubblica) e si mette a chiacchierare con lui come un uomo qualunque, disposto a confrontarsi con la cultura dei suoi tempi e quindi con chi attraverso un importante organo di informazione, riesce a fare tendenza nel clima culturale, nelle opinioni e nei costumi di un'epoca?
Un grande comunicatore Francesco: lui telefona e si avvicina, va a toccare con mano le persone, le cose, le realtà e mostra una grande attenzione ai più importanti problemi sociali, quelli che avvilendo le persone nel bisogno e nella solitudine finiscono per intaccarne anche l'anima.
I più grossi disagi che il papa individua nella nostra società sono la mancanza di speranza nel futuro per i giovani e la solitudine e l'abbandono degli anziani, con una sensibilità particolare verso la persona umana ed i suoi momenti di fragilità.
Su questo filo di pensiero la sua affermazione più rivoluzionaria, completamente fuori dalle righe e dai dogmi della chiesa è quella con la quale stabilisce appunto la centralità della persona umana anche sul piano etico:
"Ciascuno ha una sua idea del bene e del male e deve scegliere di seguire il bene e combattere il male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo"
Credo che il riconoscimento e la legittimazione di un'etica individuale, non necessariamente religiosa ed ancor meno necessariamente cattolica rappresenti l'elemento più innovativo proposto dal papa nel corso della sua conversazione: una lungimiranza che spinge lo sguardo verso il bene dell'intera umanità, oltre le ragioni e gli interessi confessionali per i quali converrebbe conservare l'ascendente morale e la capacità di manipolazione del consenso nel maggior numero di persone possibili.
Notevole: non c'è che dire!
Il papa anzi ribadisce:
"Il proselitismo è una solenne sciocchezza. Non ha senso"
Ciò che ha senso etico invece è l'amore per il prossimo: l'agape finalizzato al bene comune.
In fondo sono le cose più vicine al messaggio di Gesù che si siano sentite nella chiesa da diversi secoli a questa parte ...
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