Povertà: quasi la metà dei pensionati fatica per tirare fino a fine del mese
13/12/2013
Pubblicati questa mattina sul sito della CGIL i risultati di una ricerca sui pensionati, svolta da Ipsos PA per SPI CGIL e condotta utilizzando un campione randomizzato e pertanto rappresentativo dell'intera popolazione italiana.
La statistica si è avvalsa di 2000 interviste strutturate somministrate al campione selezionato: il quadro che ne emerge non fa che confermare la grave situazione di disagio sociale esistente a livello nazionale.
Il 46,2% dei pensionati stenta ad arrivare a fine mese ed è costretto a chiedere prestiti, rinviare pagamenti o intaccare i risparmi. Il 24,3% ce la fa appena, consumando comunque tutta la pensione, il 29,5% riesce a risparmiare qualcosa, ma a prezzo di sacrifici e rinunce anche su voci di spesa importanti e necessarie.
Sul numero totale di pensionati circa il 20% (19,8%) ha dovuto ridurre le spese necessarie, il 28,4% ha ridotto anche spese importanti ed il 31,4% si è limitato ad eliminare solo il superfluo.
Nel 37% dei casi sono stati ridotti i consumi alimentari, nel 60% c'è stata la rinuncia ai viaggi ed in percentuali di poco inferiori a ristoranti, pizzeria, cinema, etc.
Più della metà (53%) risparmia sull'abbigliamento ed il 76% su lotterie ed altri giochi.
Il dato che tuttavia appare più significativo nel disegnare il quadro di disagio sociale in Italia, è la percentuale di pensionati che sostengono economicamente i propri familiari (figli e nipoti) che hanno perso il lavoro o si trovano disoccupati: il 42,6% dei pensionati infatti funziona da supporto economico per gli altri familiari in difficoltà! Alcuni di loro forniscono aiuto molto di frequente, altri occasionalmente, ma in ogni caso secondo le possibilità ed il bisogno ...
I pensionati e gli anziani sono una delle categorie più penalizzate dalle politiche di tagli lineari dei governi che si sono avvicendati negli ultimi anni, benché, come questi dati sembrano dimostrare, rappresentino uno dei motori della economia e dei consumi, senza contare che sul piano etico sarebbe quanto meno doveroso riconoscergli ciò che hanno dato col loro lavoro in questa società.
Pubblicati questa mattina sul sito della CGIL i risultati di una ricerca sui pensionati, svolta da Ipsos PA per SPI CGIL e condotta utilizzando un campione randomizzato e pertanto rappresentativo dell'intera popolazione italiana.
La statistica si è avvalsa di 2000 interviste strutturate somministrate al campione selezionato: il quadro che ne emerge non fa che confermare la grave situazione di disagio sociale esistente a livello nazionale.
Il 46,2% dei pensionati stenta ad arrivare a fine mese ed è costretto a chiedere prestiti, rinviare pagamenti o intaccare i risparmi. Il 24,3% ce la fa appena, consumando comunque tutta la pensione, il 29,5% riesce a risparmiare qualcosa, ma a prezzo di sacrifici e rinunce anche su voci di spesa importanti e necessarie.
Sul numero totale di pensionati circa il 20% (19,8%) ha dovuto ridurre le spese necessarie, il 28,4% ha ridotto anche spese importanti ed il 31,4% si è limitato ad eliminare solo il superfluo.
Nel 37% dei casi sono stati ridotti i consumi alimentari, nel 60% c'è stata la rinuncia ai viaggi ed in percentuali di poco inferiori a ristoranti, pizzeria, cinema, etc.
Più della metà (53%) risparmia sull'abbigliamento ed il 76% su lotterie ed altri giochi.
Il dato che tuttavia appare più significativo nel disegnare il quadro di disagio sociale in Italia, è la percentuale di pensionati che sostengono economicamente i propri familiari (figli e nipoti) che hanno perso il lavoro o si trovano disoccupati: il 42,6% dei pensionati infatti funziona da supporto economico per gli altri familiari in difficoltà! Alcuni di loro forniscono aiuto molto di frequente, altri occasionalmente, ma in ogni caso secondo le possibilità ed il bisogno ...
I pensionati e gli anziani sono una delle categorie più penalizzate dalle politiche di tagli lineari dei governi che si sono avvicendati negli ultimi anni, benché, come questi dati sembrano dimostrare, rappresentino uno dei motori della economia e dei consumi, senza contare che sul piano etico sarebbe quanto meno doveroso riconoscergli ciò che hanno dato col loro lavoro in questa società.
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