La salute è un diritto o un bene di lusso? I dati provvisori della indagine Istat
25/12/2013
Sono stati pubblicati ieri sul sito Istat i dati provvisori relativi alla indagine condotta con la collaborazione del Ministero della Salute, relativi allo stato di salute generale ed al ricorso alle cure della popolazione italiana nell'anno 2012.
Emergono in primo piano un dato positivo ed uno negativo:
il fatto confortante è che il 66,9% della popolazione di età superiore ai 14 anni ha dichiarato di trovarsi in buona o ottima salute, mentre l'elemento che genera allarme riguarda l'aumento delle discrepanze sociali nella possibilità di accesso alle cure. Svantaggiati sono il sud rispetto al nord, le donne rispetto agli uomini, i redditi bassi rispetto a quelli medio alti.
Nulla di nuovo in sostanza, ecco i dati nel dettaglio: il 66,9% dichiara di stare bene, il 7,7% di stare male o molto male, il 14,8% soffre di almeno una malattia cronica ed il 13,9% ne ha più di una.
Nella fascia degli anziani oltre i 65 anni la disuguaglianza legata al livello economico è drammatica: il 30,2% degli anziani poveri dichiara un cattivo stato di salute contro il 14,8% di quelli con un buon livello economico ed ancora una volta con un peggioramento della situazione legato alla posizione geografica.
Gli anziani poco abbienti che vivono al sud sono nella peggiore situazione di salute.
Il 14,3% di tutta la popolazione adulta ha rinunciato alle cure dentistiche, pur avendone necessità e nell'85% dei casi la rinuncia è stata legata a difficoltà economiche.
L'11,1% della popolazione ha rinunciato a fruire di una prestazione sanitaria di cui aveva esigenza, nella metà dei casi per motivi di carattere economico.
Nelle donne si registra uno svantaggio della buona salute percepita, che si accentua dopo i 50 anni.
Complessivamente le donne che dicono di stare male rappresentano il 9,4% contro il 5,8% degli uomini.
Le donne soffrono più frequentemente di condizioni di multicronicità, ma gli uomini presentano più spesso le patologie più gravi.
I livelli di scolarità più elevata sono correlati con la minore prevalenza di malattie croniche: in effetti la percentuale di cronicità grave e multicronicità nella popolazione di età superiore ai 25 anni, si attesta al 10% per le persone che abbiano conseguito almeno un diploma di scuola media superiore, ma sale drammaticamente addirittura al 40% per quanti non sono andati oltre la licenza di scuola elementare ...
Al sud le persone che dichiarano di stare male o molto male rappresentano il 9,8% del totale.
I dati di queste rilevazioni sono stati raffrontati con quelli di una indagine analoga svolta nel 2005 e le percentuali correlate alle diseguaglianze sociali sono tutte in aumento.
la soddisfazione per le prestazioni erogate dal SSN è in aumento al Nord, ma in riduzione al Sud.
Le consultazioni e gli esami a carattere preventivo aumentano limitatamente alla fascia di reddito medio alto.
Nel complesso la difficile congiuntura economica sembra avere approfondito il solco tra chi possiede gli strumenti culturali ed economici per curare la propria salute e coloro che invece sono costretti a rinunciarvi.
La salute è ancora realmente un diritto?
Sono stati pubblicati ieri sul sito Istat i dati provvisori relativi alla indagine condotta con la collaborazione del Ministero della Salute, relativi allo stato di salute generale ed al ricorso alle cure della popolazione italiana nell'anno 2012.
Emergono in primo piano un dato positivo ed uno negativo:
il fatto confortante è che il 66,9% della popolazione di età superiore ai 14 anni ha dichiarato di trovarsi in buona o ottima salute, mentre l'elemento che genera allarme riguarda l'aumento delle discrepanze sociali nella possibilità di accesso alle cure. Svantaggiati sono il sud rispetto al nord, le donne rispetto agli uomini, i redditi bassi rispetto a quelli medio alti.
Nulla di nuovo in sostanza, ecco i dati nel dettaglio: il 66,9% dichiara di stare bene, il 7,7% di stare male o molto male, il 14,8% soffre di almeno una malattia cronica ed il 13,9% ne ha più di una.
Nella fascia degli anziani oltre i 65 anni la disuguaglianza legata al livello economico è drammatica: il 30,2% degli anziani poveri dichiara un cattivo stato di salute contro il 14,8% di quelli con un buon livello economico ed ancora una volta con un peggioramento della situazione legato alla posizione geografica.
Gli anziani poco abbienti che vivono al sud sono nella peggiore situazione di salute.
Il 14,3% di tutta la popolazione adulta ha rinunciato alle cure dentistiche, pur avendone necessità e nell'85% dei casi la rinuncia è stata legata a difficoltà economiche.
L'11,1% della popolazione ha rinunciato a fruire di una prestazione sanitaria di cui aveva esigenza, nella metà dei casi per motivi di carattere economico.
Nelle donne si registra uno svantaggio della buona salute percepita, che si accentua dopo i 50 anni.
Complessivamente le donne che dicono di stare male rappresentano il 9,4% contro il 5,8% degli uomini.
Le donne soffrono più frequentemente di condizioni di multicronicità, ma gli uomini presentano più spesso le patologie più gravi.
I livelli di scolarità più elevata sono correlati con la minore prevalenza di malattie croniche: in effetti la percentuale di cronicità grave e multicronicità nella popolazione di età superiore ai 25 anni, si attesta al 10% per le persone che abbiano conseguito almeno un diploma di scuola media superiore, ma sale drammaticamente addirittura al 40% per quanti non sono andati oltre la licenza di scuola elementare ...
Al sud le persone che dichiarano di stare male o molto male rappresentano il 9,8% del totale.
I dati di queste rilevazioni sono stati raffrontati con quelli di una indagine analoga svolta nel 2005 e le percentuali correlate alle diseguaglianze sociali sono tutte in aumento.
la soddisfazione per le prestazioni erogate dal SSN è in aumento al Nord, ma in riduzione al Sud.
Le consultazioni e gli esami a carattere preventivo aumentano limitatamente alla fascia di reddito medio alto.
Nel complesso la difficile congiuntura economica sembra avere approfondito il solco tra chi possiede gli strumenti culturali ed economici per curare la propria salute e coloro che invece sono costretti a rinunciarvi.
La salute è ancora realmente un diritto?
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