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Dove andrà a finire tutta la plastica degli oceani?

Più di 250.000 tonnellate di plastica galleggiano sulla superficie dei mari: il dato pubblicato ieri su PloS One è il risultato di stime ottenute attraverso 24 spedizioni effettuate tra il 2007 ed il 2013 nei mari dell'Australia, nella baia del Bengala e nel Mediterraneo. 
Secondo gli autori dello studio (Marcus Eriksen, Laurent Lebreton et al.) la quantità reale delle plastiche, stimata utilizzando un modello oceanografico di dispersione dei detriti in superficie consisterebbe di 5.250 particelle per un peso complessivo di 268.940 tonnellate.

Come è noto, gli oggetti di plastica si decompongono progressivamente fino a giungere alle particelle piccolissime denominate microplastiche, non ulteriormente degradabili e considerate pericolose in quanto sono molto tossiche e capaci di entrare nella catena alimentare. Ora i ricercatori nel confrontare le quattro classi dimensionali delle plastiche hanno rilevato una considerevole perdita di microplastiche in superficie rispetto a quanto atteso in base alla quantità di macroplastiche ed alla velocità dei processi di frammentazione.

Andiamo a precisare che vengono considerate:


  • piccole microplastiche tutte le particelle di dimensioni comprese tra 0,33 ed 1 mm.
  • grandi microplastiche quelle di grandezza tra 1,1 e 4,75 mm.
  • mesoplastiche quelle tra 4,76 e 200 mm.
  • macroplastiche i pezzi di dimensione superiore ai 200 mm. 

La perdita di microplastiche sembra supportare l'ipotesi che esistano meccanismi non ancora individuati di smaltimento delle particelle più piccole.

Si tratterebbe in effetti di una rilevante perdita di sostanze plastiche, ad esempio nell'Oceano Pacifico, secondo i calcoli dei ricercatori ed assumendo che la plastica non venga del tutto degradata ed è pertanto completamente recuperabile, ci si aspettava di trovare una concentrazione di microparticelle pari a circa 5,33 x 1010   mentre la concentrazione rilevata era soltanto di 0,33 x 1010 quindi di gran lunga inferiore alle stime.


Gli oceani dell'emisfero settentrionale risultano maggiormente inquinati in quanto contengono il 55,6 delle particelle ed il 56,8 del peso della plastica dispersa nei mari, con l'oceano Pacifico che da solo contiene il 37,9% di tutta la plastica negli oceani. Le microplastiche rappresentano il 92,4% del conteggio di particelle, ma nella categoria delle piccole microplastiche troviamo sorprendentemente il 40% di conteggio in meno rispetto alle grandi microplastiche e questo in tutte le zone oceaniche esaminate salvo che nel sud del Pacifico dove i conteggi di piccole e grandi microplastiche si equivalevano.
La logica vorrebbe che, essendo le più piccole particelle il risultato della frammentazione di quelle più grandi, dovrebbero pertanto essere in numero maggiore di quelle grandi, ma il risultato della ricerca ha dimostrato esattamente l'opposto in tutti i mari: attualmente l'inquinamento marino da plastica è rappresentato per il 75,4% da macroplastiche, per l'11,4% da mesoplastiche ed infine dalle due classi dimensionali di microplastiche per il 10,6 ed il 2,6% rispettivamente, questo tradotto in quantità assolute significa che galleggiano sugli oceani 233.400 tonnellate di macroplastiche a fronte di 35.540 tonnellate di microplastiche 

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