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I disabili nella scuola italiana: la fotografia Istat

Nell'anno scolastico 2013/14 le scuole italiane elementari e medie inferiori, sia  pubbliche che private hanno accolto complessivamente 150.000 alunni con una disabilità certificata e pertanto con esigenza di specifici supporti alla integrazione:  di questi 85.000 erano  iscritti in una classe di scuola primaria ed i rimanenti 65.000 nella secondaria di primo grado, rispettivamente il 3% ed il 3,8% della totalità degli alunni iscritti.
Nella indagine Istat sono state valutate tre aree fondamentali di autonomia:
  • locomozione autonoma, ovvero deambulazione e spostamenti
  • alimentazione
  • igiene personale
Risulta che il 21% dei ragazzi disabili non ha acquisito un adeguato livello di autonomia in almeno uno di questi tre settori, mentre l'8% manca completamente di autonomia in tutte e tre le funzioni.
Le diagnosi più frequenti sono:
  • ritardo mentale, ovvero disabilità intellettiva 
  • disturbi del linguaggio
  • disturbi dello sviluppo
Il numero degli insegnanti di sostegno si è incrementato di 6.000 unità rispetto all'anno scolastico precedente e per l'anno considerato in questa statistica si parla di 74.000 docenti: la distribuzione delle ore di sostegno ed il numero medio di ore nei diversi distretti territoriali della nazione, rivela alcune differenze tra il sud ed il centro-nord. 
Al sud infatti è più alto il numero medio di ore di sostegno assegnate, mentre è più basso il numero medio di ore di assistente educativo specialistico fornito dall'Ente Locale: una media di 8,7 ore nel Mezzogiorno in raffronto alle 10,6 del Centro ed alle 9,5 del nord, in generale sembra quindi che al sud gli Enti locali investano meno sulla integrazione scolastica dei disabili e che automaticamente si cerchi a livello scolastico locale di compensare la carenza utilizzando un maggior numero di ore di sostegno del docente statale.
Quasi la metà degli alunni hanno cambiato l'insegnante di sostegno rispetto all'anno precedente, il 44% delle elementari ed il 40% delle medie inferiori, mentre hanno cambiato insegnante durante lo stesso anno scolastico l'11% degli alunni alle elementari ed il 9% alle medie.
La continuità educativa e didattica, nonché in molti casi anche la stabilità della relazione affettiva che ciascun bambino stabilisce col docente di riferimento, può rappresentare un aspetto molto rilevante del suo percorso formativo e pertanto, salvo situazioni particolari, i riadattamenti necessari ad affrontare ciascun cambiamento risultano particolarmente impegnativi per gli alunni disabili, che proprio in quanto tali presentano una limitazione funzionale e pertanto una riduzione delle capacità di adattamento.

Il 10% delle famiglie dei disabili alla scuola elementare ed il 7% di quelle delle scuole medie hanno fatto ricorso in sede giudiziaria per ottenere un aumento del numero di ore di sostegno: al riguardo c'è da considerare che le famiglie meno abbienti difficilmente sono in condizione di affrontare la spesa di un ricorso legale e non sarebbe utile, né dignitoso creare sperequazioni nell'ambito della disabilità, con una serie A per chi può permettersi il ricorso: se un giudice può fondarsi sulla relazione specialistica per applicare la legge e fornire a ciascun alunno i supporti che gli spettano, questo è anche quello che non solo può, ma deve fare ciascun dirigente scolastico e/o funzionario del Miur, essendo il compito di ciascuna figura istituzionale quello di applicare e rispettare la legge.

Nell'ambito scolastico i ragazzi disabili riescono a partecipare alle uscite e gite brevi, senza pernottamento, mentre risulta più problematica la partecipazione a gite di diversi giorni.

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