1,4 milioni di bambini italiani in assoluta miseria
Dati preoccupanti quelli che emergono nell'Atlante dell'infanzia, ripresi oggi sul sito di Save the Children: si tratta delle rilevazioni più recenti relative alle condizioni dell'infanzia in Italia.
Un milione e 400.000 bambini si trovano in condizioni di cosiddetta povertà assoluta, vale a dire che vivono all'interno di nuclei familiari che non riescono a far fronte alle spese essenziali per l'alimentazione, l'alloggio i bisogni educativi e la salute. Il 37% dei bambini abita in città normalmente prive di spazi aperti ed adatti alle attività ludiche e sociali dell'infanzia, il 50% delle scuole non hanno il tempo pieno.
Questi i dati salienti che vengono evidenziati dall'organizzazione:
DEPRIVAZIONE ECONOMICA
Un milione e 400.000 bambini si trovano in condizioni di cosiddetta povertà assoluta, vale a dire che vivono all'interno di nuclei familiari che non riescono a far fronte alle spese essenziali per l'alimentazione, l'alloggio i bisogni educativi e la salute. Il 37% dei bambini abita in città normalmente prive di spazi aperti ed adatti alle attività ludiche e sociali dell'infanzia, il 50% delle scuole non hanno il tempo pieno.
Questi i dati salienti che vengono evidenziati dall'organizzazione:
DEPRIVAZIONE ECONOMICA
- 3.700.000 vivono nelle città, sono il 37% dei minori concentrati sul 16, 6% del territorio nazionale: questi bimbi vivono per lo più al chiuso il proprio tempo libero, solo il 6,4% si avventura a giocare in strada ed indubbiamente non è una abitudine consigliabile, considerate le insidie di varia natura presenti nelle strade cittadine, mentre circa il 25% dispone di uno spazio cortile per il gioco ed il 40% accede ai giardini pubblici nelle ore di svago. La mancanza di spazi ludici condivisibili pensati per i minori nella valutazione di Save the Children rende le città matrigne piuttosto che madri per i bambini che ci vivono.
- 65.000 famiglie, spesso con figli minori, hanno ricevuto una ingiunzione di sfratto ed un milione e 300.000 bambini vivono in alloggi sovraffollati, il 25% dei piccoli abita in case umide ed igienicamente non adeguate, dove gli adulti segnalano presenza di muffe alle pareti.
- il 13,8% dei minori, 1,4 milioni, sono in condizioni di povertà assoluta ed il 68% delle famiglie è stato costretto a tagliare la spesa alimentare, riducendo la quantità ed adattandosi ad alimenti di qualità inferiore.
Viene anche sottolineato che la deprivazione materiale non è l'unico aspetto della povertà vissuta dall'infanzia in Italia: da un punto di vista culturale ed educativo la situazione non è affatto migliore.
DEPRIVAZIONE CULTURALE
- il 47,9% cioè 3,2 milioni dei minori italiani tra i 6 ed i 17 anni non ha letto un libro nel 2013.
- il 60,8% manca di esperienze culturali come visite a musei, mostre, etc. nello stesso lasso di tempo: sono 4 milioni di minori.
- il 51,6% dei minori non ha viaggiato ed infine fra gli adolescenti tra i 15 ed i 18 anni, il 53,7% non svolge alcuna pratica sportiva.
Sono questi i dati diffusi nel 5° Atlante dell'infanzia a rischio pubblicato da Save the Children, frutto di una analisi che ha coinvolto 10 milioni e 125.000 minori in Italia.
Dallo scorso maggio l'organizzazione ha lanciato una campagna sociale mirata alla costruzione di punti di riferimento di educativa territoriale centrata soprattutto nelle grandi periferie urbane.
Ad oggi esistono 11 Punti Luce distribuiti in otto diverse regioni italiane, creati da Save the Children e si prevede inoltre la prossima apertura del 12° col nuovo anno: si tratta in effetti di servizi del cosiddetto privato sociale, che andrebbero ad affiancare le attività degli enti locali e dei servizi sociali pubblici, ove presenti ed operativi sul territorio, compatibilmente con la politica di tagli di spesa in tutti i servizi e strutture di pubblica utilità.
Dallo scorso maggio l'organizzazione ha lanciato una campagna sociale mirata alla costruzione di punti di riferimento di educativa territoriale centrata soprattutto nelle grandi periferie urbane.
Ad oggi esistono 11 Punti Luce distribuiti in otto diverse regioni italiane, creati da Save the Children e si prevede inoltre la prossima apertura del 12° col nuovo anno: si tratta in effetti di servizi del cosiddetto privato sociale, che andrebbero ad affiancare le attività degli enti locali e dei servizi sociali pubblici, ove presenti ed operativi sul territorio, compatibilmente con la politica di tagli di spesa in tutti i servizi e strutture di pubblica utilità.
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