Quasi la metà dei pensionati (41,3%) vive con meno di 1.000 euro al mese
La spesa per i trattamenti pensionistici aumenta: secondo i dati Istat, pubblicati ieri, nel 2013 la spesa per pensioni si è incrementata dello 0,7% rispetto al 2012 e la sua incidenza sul Pil a sua volta risulta in aumento dello 0,22%.
I pensionati del 2013 sono 16,4 milioni, con una riduzione di 200.000 unità rispetto al 2012, mediamente ciascun pensionato percepisce 16.638 euro l'anno, poco più della metà dei pensionati sono di sesso femminile (52,9%) e l'importo delle loro pensioni è mediamente più basso, pari a 13.921 annui contro la media maschile di 19.686 euro annui. Oltre la metà delle donne, il 50,5%, percepisce una pensione inferiore a 1.000 euro mensili e nelle medesime condizioni si trova poco meno di un terzo degli uomini, 31%.
Nella maggior parte dei casi si tratta di pensioni di vecchiaia (71,8%) seguono le pensioni ai superstiti (14,8%) quelle assistenziali (7,9%) ed infine quelle di invalidità in numero assai più contenuto, 3,8% e come fanalino di coda quelle di indennità, 1,7%.
Quasi la metà delle pensioni viene erogata al nord, 47,8%, circa un terzo al sud, 31,8 ed infine un quinto nell'Italia centrale 20,5%. Sono 559.634 le persone che hanno raggiunto la pensione nel 2013, mentre sono 760.157 quelli che hanno smesso di percepirla, cosiddetti "cessati".
Il reddito medio dei nuovi pensionati è di 13.152 euro annui e pertanto inferiore al reddito medio dei cessati, che era di 15.303.
Un quarto dei pensionati ha un'età inferiore a 65 anni, un quarto ha un'età superiore ad 80 ed il rimanente e la metà rimanente tra i 65 e 79 anni.
Nel complesso la quota di pensionati che percepisce un reddito inferiore a 1.000 euro mensili è del 41,3% e solo l'1,3% una pensione superiore ai 5.000 euro.
Il 67,1% è titolare di un trattamento pensionistico unico, il 25,1% gode di due pensioni ed il 7,8% di tre o più pensioni.
Resta da dirimere un dubbio: se il numero dei pensionati si è ridotto nel 2013 di 200.000 unità e se i nuovi pensionati percepiscono mediamente oltre 2.000 euro di meno ogni anno rispetto a quelli cessati, a cosa si deve l'aumento della spesa pensionistica?
L'Istat spiega che l'importo medio annuo di ciascuna pensione è di 11.695 euro, che sono 213 euro annui in più rispetto al 2012, mentre il reddito pensionistico medio pro capite, considerando che il 32,9% fruisce di più di un singolo trattamento pensionistico, è come indicato sopra di 16.638, quindi ci sarebbe stato un adeguamento delle vecchie pensioni, ma nel complesso quasi la metà dei pensionati con meno di 1.000 euro mensili si viene a trovare sotto la soglia di povertà.
I pensionati del 2013 sono 16,4 milioni, con una riduzione di 200.000 unità rispetto al 2012, mediamente ciascun pensionato percepisce 16.638 euro l'anno, poco più della metà dei pensionati sono di sesso femminile (52,9%) e l'importo delle loro pensioni è mediamente più basso, pari a 13.921 annui contro la media maschile di 19.686 euro annui. Oltre la metà delle donne, il 50,5%, percepisce una pensione inferiore a 1.000 euro mensili e nelle medesime condizioni si trova poco meno di un terzo degli uomini, 31%.
Nella maggior parte dei casi si tratta di pensioni di vecchiaia (71,8%) seguono le pensioni ai superstiti (14,8%) quelle assistenziali (7,9%) ed infine quelle di invalidità in numero assai più contenuto, 3,8% e come fanalino di coda quelle di indennità, 1,7%.
Quasi la metà delle pensioni viene erogata al nord, 47,8%, circa un terzo al sud, 31,8 ed infine un quinto nell'Italia centrale 20,5%. Sono 559.634 le persone che hanno raggiunto la pensione nel 2013, mentre sono 760.157 quelli che hanno smesso di percepirla, cosiddetti "cessati".
Il reddito medio dei nuovi pensionati è di 13.152 euro annui e pertanto inferiore al reddito medio dei cessati, che era di 15.303.
Un quarto dei pensionati ha un'età inferiore a 65 anni, un quarto ha un'età superiore ad 80 ed il rimanente e la metà rimanente tra i 65 e 79 anni.
Nel complesso la quota di pensionati che percepisce un reddito inferiore a 1.000 euro mensili è del 41,3% e solo l'1,3% una pensione superiore ai 5.000 euro.
Il 67,1% è titolare di un trattamento pensionistico unico, il 25,1% gode di due pensioni ed il 7,8% di tre o più pensioni.
Resta da dirimere un dubbio: se il numero dei pensionati si è ridotto nel 2013 di 200.000 unità e se i nuovi pensionati percepiscono mediamente oltre 2.000 euro di meno ogni anno rispetto a quelli cessati, a cosa si deve l'aumento della spesa pensionistica?
L'Istat spiega che l'importo medio annuo di ciascuna pensione è di 11.695 euro, che sono 213 euro annui in più rispetto al 2012, mentre il reddito pensionistico medio pro capite, considerando che il 32,9% fruisce di più di un singolo trattamento pensionistico, è come indicato sopra di 16.638, quindi ci sarebbe stato un adeguamento delle vecchie pensioni, ma nel complesso quasi la metà dei pensionati con meno di 1.000 euro mensili si viene a trovare sotto la soglia di povertà.
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